Una delle caratteristiche inconfondibili delle auto nuove la percepiamo subito. Ma uno studio scientifico rivela cosa c’è veramente dietro.
Per tutti gli appassionati di motori non c’è nulla di più bello di inalare l’odore unico e inconfondibile dell’abitacolo di un’auto nuova. Si tratta di una fragranza difficilmente descrivibile, eppure ben riconoscibile tra mille altri profumi. Vi siete mai chiesti cosa ci sia dietro? Un’équipe di ricercatori ha provato a rispondere a tale interrogativo e ha scoperto qualcosa di sorprendente.
Innanzitutto va detto che l’odore in questione accomuna tutte le auto nuove di zecca, indipendentemente dalla casa e dal luogo di produzione, dal modello, dalla cilindrata e così via. Per quanto piacevole e affascinante, però, non si tratta sicuramente di un’essenza genuina o naturale. Al contrario, è un concentrato di insidie per la nostra salute.
Il primo dato di fatto è che il caratteristico mix di odori delle automobili nuove di zecca deriva dai composti volatili che vengono rilasciati dai materiali utilizzati nell’abitacolo della vettura. Composti che, secondo i risultati di una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Cell Reports Physical Science, possono avere un impatto significativo sulla qualità dell’aria presente all’interno dell’abitacolo e mettere a repentaglio la salute di conducenti e passeggeri.
I ricercatori di Harvard e del Beijing Institute of Technology hanno condotto i loro test su un suv di dimensioni medie, allestito con plastica, finta pelle, tessuto e feltro. Utilizzando dei sensori, hanno monitorato i livelli di 20 sostanze chimiche comunemente prodotte dai materiali per un periodo di 12 giorni. E hanno così appurato che il rilascio delle sostanze chimiche responsabili dell’odore delle auto nuove – ovvero: acetaldeide, benzene, formaldeide, esanale e stirene – può oltrepassare i limiti di sicurezza. Molte di quelle sostanze, infatti, sono cancerogene, e la loro diffusione nell’abitacolo avviene in un processo noto come degassificazione. Di cosa si tratta esattamente?
Il termine “degassificazione” indica semplicemente il rilascio aereo di una o più sostanze chimiche sotto forma di vapore. In questo caso, la fonte è costituita da materiali come plastica e adesivi posti all’interno dell’auto. A far scattare il campanello d’allarme dei ricercatori è stata la formaldeide, rilevata a livelli che hanno superato del 35% gli standard di sicurezza (oltre 100 microgrammi per metro cubo). Lo stesso vale per l’acetaldeide, riscontrata in concentrazioni del 61% superiori al limite convenzionale. E per il benzene, una sostanza cancerogena tipicamente presente nelle vernici, nella benzina e nelle sigarette: nei test è andato ben oltre la soglia di guardia.
Nel complesso, secondo quanto evidenziato dagli studiosi, il “rischio cumulativo incrementale nel corso della vita” per il cancro causato da più composti organici volatili presenti all’interno di un’auto nuova risulta abbastanza alto. Tanto da implicare un “alto pericolo per la salute dei conducenti”. A tale riguardo, i ricercatori precisano che “generalmente, un rischio cumulativo incrementale di 10 alla -6 o inferiore è considerato sicuro, tra 10 alla -6 e 10 alla -4 indica un potenziale rischio e superiore a 10 alla -4 indica un alto potenziale rischio per la salute”.
I ricercatori hanno inoltre appurato che i livelli di tali composti possono variare all’interno di un’auto con i finestrini chiusi, a seconda che sia parcheggiata o meno al sole. Alla luce di tutto ciò si è stimata l’esposizione di tassisti e passeggeri (che in genere trascorrono rispettivamente 11 ore e 1,5 ore in auto al giorno) ai composti volatili, anche quando l’autovettura è riscaldata dal sole.
“Abbiamo stimato il rischio di cancro per conducenti e passeggeri esposti a formaldeide, acetaldeide e benzene attraverso le tre vie di esposizione (inalazione, ingestione e assorbimento cutaneo)” hanno dichiarato gli autori dello studio. “E abbiamo scoperto che esiste un elevato rischio per la salute dei conducenti“, hanno aggiunto, osservando che le concentrazioni delle sostanze chimiche aumentano quando fa più caldo.
“Il fatto che temperature più elevate aumentino il tasso di degassificazione dai materiali non è una novità“, ha commentato su Science Media Center il professor Oliver Jones della RMIT University di Melbourne, in Australia, che non è stato coinvolto nello studio. “Ma ciò che qui è interessante è che gli autori usano la temperatura superficiale dei materiali per prevedere la quantità di composti che potrebbe essere rilasciata nel tempo piuttosto che il parametro comunemente usata della temperatura dell’aria nell’abitacolo“.
“Un modello più accurato – ha aggiunto l’esperto – ci dà un’idea migliore dei probabili livelli di sostanze chimiche potenzialmente dannose nel tempo e questo fornisce un’idea migliore dei rischi, il che può solo essere positivo per i conducenti negli abitacoli”.
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