Hong Kong, Singapore e Zurigo sono le città più costose per il 2023. Anche l’Italia riesce a posizionare qualche città in classifica.
Ogni anno, varie istituzioni e agenzie preparano le classifiche delle città più costose del mondo. Queste destinazioni esclusive sono famose per il loro stile di vita, i servizi di alta qualità e la bellezza dell’architettura. Sono luoghi dove il prestigio e il lusso si incontrano e dove non tutti possono permettersi di vivere.
Queste città sono solitamente abitate dai dipendenti internazionali, che lavorano per le grandi aziende multinazionali e possono contare quindi stipendi particolarmente elevati.
Gli hotel sfarzosi offrono servizi personalizzati e lussuosi, i ristoranti stellati Michelin deliziano i palati più esigenti e i negozi di alta moda sono sempre pieni. I residenti e i visitatori possono godere di una varietà di intrattenimenti di alta qualità, dai concerti alle mostre d’arte, dalle spa all’avanguardia ai club esclusivi.
Rispetto alla classifica passata, ci sono alcuni stravolgimenti causati degli eventi geopolitici dello scorso anno. A più di uno già trascorso dall’escalation della crisi tra Russia e Ucraina e dall’emergere di varianti del COVID-19 più contagiose, molte economie stanno ancora assorbendo gli shock prodotti da questi eventi. L’inflazione e le fluttuazioni dei tassi di cambio stanno influenzando direttamente la retribuzione e il risparmio dei dipendenti che si muovono a livello internazionale.
Esistono varie classifiche che indagano il costo della vita nelle diverse città del mondo. In questo articolo si farà riferimento a quella stilata da Mercer, una società di consulenza americana.
Le città più costose del mondo per i dipendenti internazionali
La classifica di quest’anno comprende 227 città da tutti i cinque continenti. Hong Kong si conferma al primo posto nella classifica dei costi di vita. Segue Singapore, che ha guadagnato sei posizioni rispetto all’anno scorso, spingendo Zurigo al terzo posto.
Quest’anno, solo due delle dieci città più costose in cui vivere si trovano in Asia, rispetto alle quattro dell’anno scorso.
La top ten globale include cinque città europee, di cui quattro in Svizzera (Zurigo, Ginevra, Bern e Basilea). La quinta è Copenaghen. Altre città più costose nella regione includono Londra, Vienna, Amsterdam, Praga (salita di 27 posizioni nella classifica globale rispetto all’anno scorso) e Helsinki.
Tel Aviv rimane la città più costosa del Medio Oriente per i dipendenti internazionali, al 8º posto nella classifica globale. Le altre più costose di questa regione sono negli Emirati Arabi Uniti, ovvero Dubai (18) e Abu Dhabi (43), entrambe con aumenti significativi rispetto all’anno scorso.
In America centrale e meridionale, Nassau, la capitale delle Bahamas, è la posizione più costosa per i dipendenti internazionali (10° posto a livello globale), seguita da San Juan (44) e Buenos Aires (45). Vale la pena notare che diverse località della regione hanno ottenuto una posizione significativamente più alta rispetto all’anno scorso, con un aumento di 76 posizioni per San Jose e di 70 posizioni per Città del Messico.
New York City (6° posto nella classifica globale) rimane la città più costosa del Nord America, seguita da Los Angeles (11) e San Francisco (14). Tutte le città degli Stati Uniti nella classifica sono salite rispetto all’anno scorso, con i cambiamenti più significativi per Detroit (+27 posizioni), Houston e Cleveland (entrambe +24 posizioni).
Per quanto riguarda l’Italia, l’indagine Mercer ha rilevato (senza troppe sorprese) che la città più costosa è Milano, che nella classifica si colloca al 49° posto su 227 città. Roma segue al 59°.
Le città meno costose
L’Asia continua a essere la regione che ospita le città meno costose al mondo. Curiosamente, due delle sue dominano la classifica e altre due si posizionano agli ultimi posti: Karachi, la città più popolosa del Pakistan, (posizione 226) e Islamabad (posizione 227).
Le città asiatiche soffrono di un alto livello di disuguaglianza di reddito e salari bassi. Quasi tutte le nazioni dell’Asia compaiono nella parte bassa della classifica: Tashkent in Uzbekistan, Almaty in Kazakistan, e la capitale dello Sri Lanka, Colombo.
Oltre all’Asia, in fondo alla classifica si trovano soprattutto aree del Nord Africa e del Medio Oriente.
Le città africane con il più alto piazzamento nella classifica globale dei costi di vita sono Bangui (26), Gibuti (27) e Luanda (30). Le città meno costose della regione sono invece Windhoek, Durban e Tunisi. È interessante notare che queste si trovano abbastanza vicino a Il Cairo, la capitale dell’Egitto che ha perso 63 posizioni rispetto all’anno scorso.
La guerra che ha coinvolto la Siria per un decennio ha indebolito la sua valuta, provocando inflazione, carenze di carburante e il collasso dell’economia. Non sorprende quindi che la capitale, Damasco, sia considerata tra le città più economiche del mondo.
Le città di Tripoli, in Libia, e Tehran, in Iran, seguono nella lista, riflettendo anch’esse le difficoltà economiche che affliggono i rispettivi paesi.
Le posizioni più basse e quindi le città meno costose nella classifica includono anche L’Avana, che ha perso 83 posizioni, soprattutto a causa delle forti svalutazioni della sua valuta a metà dell’anno scorso.
Se a prima vista si può pensare che i bassi costi siano un vantaggio, è importante sottolineare che occupare l’ultima posizione in questa classifica non è necessariamente una buona cosa. È vero che il costo della vita in queste città è basso, ma questo spesso è il risultato di una valuta debole, una situazione economica precaria e, in molti casi, da instabilità politica ed economica.
Come è stata preparata la classifica di Mercer
New York City viene utilizzata come città di base per tutti i confronti tra le città. I movimenti di valuta sono misurati rispetto al dollaro USA. Come già detto, l’elenco di quest’anno comprende 227 città dei cinque continenti.
La classifica confronta il costo di oltre 200 servizi in ogni località, tra cui alloggio, trasporti, cibo, abbigliamento, beni per la casa e intrattenimento. I dati raccolti forniscono tutte le informazioni chiave di cui i datori di lavoro hanno bisogno per progettare pacchetti retributivi efficienti e trasparenti per gli assegnatari internazionali.
