Cosa succede prima e dopo la morte? Le novità che vengono fuori dagli ultimi studi sul cervello umano sono da brividi
Una delle incognite che suscita più curiosità in assoluto nell’essere umano è sicuramente cosa succederà dopo la morte e soprattutto cosa si prova nell’istante stesso in cui si sta per morire. Negli anni gli esperimenti hanno continuato a crescere a livello esponenziale perché il cervello rimane un organo misterioso e prima di capirne tutti i meccanismi ci vorranno secoli e secoli di studi. La scienza comunque va avanti ed è arrivata a capire che cosa succederebbe negli istanti che susseguono la morte cerebrale.
In sostanza, diversi studi dimostrano che il cervello continui a rimanere acceso per un po’, come se avesse un’ultima scintilla, un input di energia che servirebbe a confondere l’individuo e la sua coscienza di fronte alla morte. In questo lasso di tempo si hanno delle allucinazioni e gli esperimenti ad oggi hanno anche spiegato il perché di questa teoria.
Gli esperimenti che hanno raccontato cosa succederebbe nel cervello nell’istante della morte
A Londra, alcuni volontari hanno accettato di assumere dimetiltriptammina (DMT), un potente allucinogeno, per provare a capire che cosa potrebbe succedere negli attimi prima della morte. La simulazione è avvenuta nell’ambito di uno studio condotto da un gruppo di ricerca dell’Imperial College di Londra, i cui risultati sono pubblicati su Frontiers in Psychology.
Questo allucinogeno è stato scelto proprio perché da diversi studi sembra che chi lo assume riesce a provare delle sensazioni simili a quelle che si provano nell’esperienza pre morte. Sono infatti le stesse che vengono descritte dalle persone che hanno ripreso le funzioni vitali dopo aver subito condizioni quali encefalogramma piatto, arresto cardiocircolatorio e coma.
Le sensazioni sono di pace interiore, quasi paradisiache, dove spesso è presente un tunnel, ma c’è calma piatta. Per i ricercatori le coincidenze tra i racconti delle persone che avevano assunto stupefacenti, e quelle che avevano provato coma o arresto cardiaco, non sono casuali e si possono spiegare per il fatto che il DMT è una sostanza presente nel nostro fluido cerebrospinale.
In questo senso, è possibile che il corpo ne rilasci maggior quantità nel momento della morte per proteggere la coscienza dallo shock dell’abbandono del corpo e della vita, innescando allucinazioni. Questo spiegherebbe quel senso di calma e di benessere che si prova in entrambi i casi.