L’addio al Reddito di Cittadinanza non sarà necessariamente un problema per tutte le famiglie: c’è chi potrebbe ottenere anche di più.
Ormai da cinque anni, il Reddito di Cittadinanza è diventato una misura chiave in sede di campagna elettorale. Lo è stato nel 2018 in occasione delle elezioni che hanno visto l’affermazione del Movimento 5 Stelle e lo è stato anche alla fine dell’anno scorso quando l’abolizione della misura è stato uno dei cavalli di battaglia di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia.
Una delle prime misure approvate con la scorsa Legge di Bilancio è stata proprio la graduale e inesorabile eliminazione del sussidio di base voluto dall’M5S. Tuttavia è emersa presto l’esigenza di fornire ai più bisognosi un sostegno che fosse similare. Il rischio in caso contrario sarebbe stato di gravare ulteriormente sulla situazione economica instabile di tantissime famiglie che in questi anni hanno avuto solo il Reddito di Cittadinanza come sostegno per la loro sussistenza.
L’imperativo del premier, d’altronde, era quello di impedire ai furbetti di prendere il contributo mensile. Inoltre l’esigenza palesata era quella di creare un sistema di inserimento al lavoro che rendesse il sussidio una forma di sussistenza mentre si cerca un impiego e non uno stipendio sostitutivo. Lo dimostra il fatto che nelle famiglie in cui ci sono soggetti non abili al lavoro, il Reddito di Cittadinanza rimarrà in vigore fino alla fine dell’anno e verrà sostituito dall’Assegno d’inclusione.
Al contrario laddove il sostegno veniva percepito da famiglie in cui c’erano solo soggetti abili al lavoro, la ricezione del RdC sarà sostituito dal Supporto per la formazione ed il lavoro che avrà un importo inferiore ma sarà ad personam e non per il nucleo familiare. Dunque, nel caso in cui all’interno dello stesso nucleo ci siano 3 soggetti che possiedono i requisiti adatti a riceverlo, la misura sarà cumulabile e l’importo percepito addirittura superiore a quello precedente.
Reddito di Cittadinanza: chi ci guadagna con il passaggio all’Assegno d’inclusione
Paradossalmente, insomma, ci sono situazioni familiari in cui lo stop al RdC potrebbe risultare vantaggioso almeno per il prossimo anno. Questo perché, come anticipato sopra, il Sostegno per la formazione ed il lavoro è rivolto al singolo ed è cumulabile. Non solo, questo è cumulabile anche con l’Assegno d’inclusione e anche con l’Assegno unico universale per i figli. Il Reddito di Cittadinanza invece era ostativo per la piena ricezione della misura di sostegno rivolta ai figli.
Ma analizziamo nel dettaglio l’Assegno d’inclusione in rapporto con la precedente misura. Ricordiamo che questo viene concesso solo nel caso in cui all’interno del nucleo familiare ci sia una persona che per disabilità, raggiunto limite d’età (gli ultrasessantenni) o un minore che risulti inabile al lavoro. In questi casi l’assegno mensile sarà molto simile a quello che si percepisce quest’anno.
Si parte da una base di 500 euro ed il requisito per ottenerlo è sempre un Isee fino a 9.360 euro. Con la misura attuale alla base veniva aggiunto un coefficente di equivalenza di 0.4 per ogni componente del nucleo familiare occupabile. L’assegno d’inclusione prevede un coefficente più basso e non verrà concesso a chi è occupabile. Tuttavia quest’ultimo potrà ricevere il Supporto per la formazione ed il lavoro e dunque ottenere 350 euro al mese per un anno.
Se nella situazione delineata con il Reddito di Cittadinanza si ottengono al massimo 700 euro al mese, con Assegno d’inclusione e Supporto per la formazione ed il lavoro insieme se ne possono ottenere fino a 850. Va sottolineato, però, che il sostegno per chi è occupabile dura al massimo 12 mesi e non è rinnovabile. Inoltre, qualora venga offerto un lavoro ritenuto conforme alle capacità e venga rifiutato, il cittadino perderebbe il sussidio prima dei 12 mesi.
Chi ci guadagna con il Supporto per la formazione ed il lavoro
In teoria chi viene penalizzato principalmente dal cambio è chi viene considerato abile al lavoro e deve iscriversi ai corsi di formazione. Ovviamente la speranza del governo e di tutti è che il sistema di inserimento nel mondo del lavoro pensato da FdI sia più funzionale e rapido di quello che c’era con il Reddito di Cittadinanza e che dunque questa situazione non pesi troppo a lungo per chi andrà a perdere la metà di quanto riceveva fino a questo momento.
Inoltre, facendo un rapido raffronto, la situazione potrebbe convenire nel caso in cui il nucleo familiare fosse composto da tre persone tutte occupabili. Con il Reddito, infatti, erano previsti 500 per il singolo a cui andavano aggiunti 200 euro per ogni componente maggiorenne a carico. Nel caso dunque di tre persone si arrivava a 900 euro. Con il Supporto, tutti e tre potrebbero fare richiesta singolarmente per la misura e ottenere 350 euro cumulabili, dunque 1050 euro.
Non tutto oro è ciò che luccica, però, perché i 350 euro vengono concessi solo in caso di Isee inferiore ai 6000 euro. Dunque a guadagnarci sarebbero esclusivamente le famiglie con reddito annuo pari a zero o poco superiore e quelle composte da più membri occupabili che decidono di aderire al programma di inserimento nel mondo del lavoro. Inoltre tale “guadagno” si esaurirebbe nel corso di un anno nel caso in cui non venisse trovato un lavoro agli iscritti al programma.
Chi ci guadagna con l’Assegno Unico unito all’Assegno d’inclusione
Preso singolarmente l’Assegno d’inclusione fa perdere qualcosa in termini di rata mensile quando si hanno figli minori a carico. Se infatti il RdC prevede un coefficente di 0.2 per ciascun figlio e dunque un aggiunta fino a 100 euro al mese per ciascun minore, la nuova misura è più parca in questi casi. Il coefficente è di 0.15 nel caso di figli con età inferiore ai 2 anni e di 0.10 qualora abbiano superato la soglia dei due anni. Dunque da gennaio il surplus per ciascun figlio è al massimo di 75 euro.
Va però considerato che tra le misure a disposizione delle famiglie c’è anche l’Assegno unico universale. Nel caso di un nucleo che necessita l’Assegno d’inclusione e dunque che non percepisce reddito o ha un reddito molto basso, l’AUU sarà all’incirca di 190 euro al mese. Se prima la somma ricevuta veniva decurtata dell’importo già corrisposto con il Reddito di Cittadinanza, adesso sarà interamente cumulabile.
Facendo un rapido calcolo, con il RdC la famiglia aveva 100 per il figlio a cui avrebbe sommato 90 euro di AUU per un totale di 190 euro. Con l’Assegno d’inclusione, invece, riceverà dai 50 ai 75 euro per ciascun figlio a cui sommare l’intero importo dell’Assegno Unico: parliamo dunque di una cifra mensile che va dai 240 ai 265 euro circa.