Allarme climatico, è ormai troppo tardi per cambiare le cose? I preoccupanti dati sull’estate appena trascorsa e cosa si può ancora fare
I segnali, negli ultimi anni, sono stati più che evidenti. Da quelli estrapolabili dai dati raccolti stagione dopo stagione all’aumento esponenziale di fenomeni estremi laddove, in passato, le fasi di maltempo erano tutto sommato equilibrate. La situazione, dal punto di vista climatico, sta anno dopo anno sfuggendo di mano senza che vengano intraprese azioni concrete realmente impattanti sul breve periodo.
E questo rischia di avere conseguenze per certi versi irreversibili tanto che gli esperti stanno iniziando a parlare di avvio del tracollo climatico. Questo soprattutto alla luce dei dati raccolti nel corso dell’estate 2023, numeri estremamente allarmanti che certificano come il periodo tra giugno e agosto di quest’anno sia stato il più caldo di sempre.
‘Tracollo climatico’. L’allarme degli esperti dopo l’estate più calda di sempre
Per averne la certezza è stata calcolata, con l’aiuto del servizio europeo Copernicus, la temperatura media globale nell’arco di questi tre mesi confermando che quella del 2023 è stata l’estate più calda in assoluto da quando si raccolgono questi dati.
Gli esperti che lavorano all’analisi dei dati raccolti dal servizio di monitoraggio climatico europeo hanno peraltro messo le mani avanti: oltre ad aver annunciato il triste superamento del record di temperature medie estive, un fatto questo legato a doppio filo al riscaldamento globale, hanno messo le mani avanti spiegando che con tutta probabilità anche l’intero anno 2023 risulterà, a conti fatti, il più caldo di sempre.
Di certo c’è che la temperatura media sulla superficie terrestre da inizio giugno a fine agosto non è mai stata cosi elevata come quest’anno: e gli effetti visibili li hanno toccati tutti con mano, Italia compresa, tra spaventosi downburst in aree nelle quali negli anni scorsi non si andava oltre semplici temporali, incendi che hanno reso necessaria l’evacuazione di intere isole e roghi che hanno letteralmente distrutto intere città o paesi.
Le ‘bombe d’acqua‘, come vengono chiamate in gergo semplicistico, rappresentano la concreta conseguenza del continuo incremento delle temperature del suolo ma anche di mari e oceani in quanto si tratta degli effetti dello scontro tra masse d’aria calda e correnti più fresche provenienti da nord. Il continuo incremento del ‘gap‘ produce effetti spaventosi ed i danni provocati da tempeste ormai più simili a ‘brevi uragani’ o tempeste tropicali estreme con venti talmente intensi da sradicare alberi e scoperchiare tetti ammontano, su scala globale, a decine di miliardi di euro.
Guterres, “il tracollo climatico è iniziato”
In tale contesto preoccupano e non poco le parole del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres il quale, senza troppi giri di parole ha dichiarato, dopo l’estate da record, che “il tracollo climatico è cominciato”. Un’affermazione che lascia intendere come il tempo per mettere in atto misure che contrastino l’innalzamento delle temperature potrebbe essere terminato e che quanto verrà attuato da oggi in poi sarà più una sorta di palliativo che un intervento strutturale in grado di invertire la rotta.
“Gli scienziati – ha aggiunto Guterres – hanno da molto tempo avvertito sulle conseguenze della nostra dipendenza dai combustibili fossili. Il nostro clima sta implodendo più velocemente rispetto a quanto l’umanità sia in grado di rispondere, con fenomeni meteorologici estremi che colpiscono in ogni angolo del Pianeta”.
I dati raccolti da Copernicus
Del resto i dati raccolti da Copernicus parlano chiaro: la temperatura media globale è stata, in estate, di 16,77 gradi con un incremento di ben 0,66 gradi rispetto alla passata rilevazione. Nel mese di luglio sono stati toccati i 16,95 gradi, una temperatura superiore di 1,5 gradi rispetto a quella dell’epoca pre-industriale. La speranza è che nei prossimi mesi alcune oscillazioni termiche possano far ridurre questa media ma questi numeri rappresentano la conferma del fatto che le misure ad oggi messe in atto per mitigare il riscaldamento globale andando ad abbattere l’emissioni di gas serra sono state insufficienti.
Del resto gli investimenti nel settore dei combustibili fossili proseguono spediti da parte delle grandi industrie del settore e non sembra, da questo punto di vista, esserci alcuna intenzione di cambiare la rotta. Anche perché i governi di molteplici paesi concedono ancora oggi sussidi miliardari per l’estrazione di petrolio, gas e carbone. Basti pensare che nel solo 2022 l’importo totale è stato di 1.400 miliardi.