Si tratta di una delle problematiche dell’auto più temuta dagli automobilisti: stiamo parlando della cinghia di distribuzione. Dopo quanto va sostituita? E quanto bisogna spendere per l’intervento? Facciamo chiarezza
Tra i problemi dell’auto maggiormente temuti dai loro proprietari, uno in particolare rappresenta un vero e proprio incubo. Tutti sanno infatti che prima o poi questa problematica si manifesterà e che non si potrà far altro che recarsi dal meccanico per l’intervento di sostituzione.
Di cosa stiamo parlando? Ovviamente della cinghia di distribuzione che, pur essendo realizzata con materiale plastico e pensata per resistere, grazie alla sua elasticità, alle molteplici sollecitazioni durante un viaggio, è soggetta ad usura e con il tempo finirà per rompersi. Del resto è sempre in tensione l’escursione termica tra le varie stagioni ma talvolta anche nell’arco di una medesima settimana, ne andrà a compromettere la durata. Cosa fare dunque in caso di rottura e soprattutto dopo quanti chilometri potrebbe succedere?
Dobbiamo anzitutto sottolineare che in caso di rottura ne vanno a risentire altre componenti dell’automobile a cominciare da pistoni, valvole e bielle: questo a causa del disallineamento dei due alberi connessi alla cinghia. Si tratta dunque di una parte del veicolo da controllare periodicamente e che deve essere oggetto di manutenzione per evitare di compromettere il funzionamento del mezzo.
La cinghia di distribuzione è collocata all’interno del motore e solitamente è posta sul lato destro ed in testa ad esso ma è la Casa di produzione del veicolo a stabilire con precisione dove installarla. Va da sé che in base alla posizione andrà a variare anche il relativo intervento di manutenzione, un processo diviso in vari passaggi da seguire scrupolosamente ed in sequenza per non commettere errori e ottenere risultati soddisfacenti.
Esiste inoltre, è bene ricordarlo, una regola generale che aiuta gli automobilisti a capire quando è il momento di sostituirla. Ovvero dopo aver percorso una distanza compresa tra 100mila e 180mila chilometri o, in alternativa, dopo circa sei anni di utilizzo dell’auto, nel caso di alimentazione a benzina.
Per quanto riguarda il diesel invece si possono attendere i dieci anni di utilizzo o i 180mila km percorsi. Questa, lo ribadiamo, è però una regola generale: sul libretto di manutenzione di ogni auto troverete ulteriori specifiche in merito alle tempistiche da seguire, tenendo conto anche delle condizioni ambientali della località nella quale vivete. Inoltre è consigliabile, ogni 30mila chilometri circa, recarsi presso un’officina specializzata per sottoporre il proprio mezzo ai controlli periodici, un modo per prevenire eventuali danni gravi.
Infine alcuni dettagli sui costi da sostenere per questo intervento: si tratta di cifre variabili in base al modello dell’auto, alla cilindrata e all’eventuale sostituzione di altri accessori danneggiati, con un range che può andare dai 400 euro circa fino anche ad oltre 1000 euro.
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