Ormai non passa giorno senza che l’intelligenza artificiale compia un nuovo passo in avanti. Ma una delle menti più brillanti in circolazione lancia un monito da non sottovalutare.
Viviamo nel secolo dell’intelligenza artificiale e sempre più le nostre vite sono e saranno influenzate da software, algoritmi e robot. Non vale solo nell’ambito prettamente tecnico scientifico, dalla medicina all’ingegnere, ma anche per le scelte di investimento o l’assistenza alla clientela. E, strano ma vero, per il giornalismo, l’editoria, l’arte e la cultura in generale. Forse però non è tutto oro quel che luccica.
A insinuare il sospetto che qualcosa non torni è nientemeno che Steven Spielberg, genio assoluto del cinema con fior di capolavori e candidature all’Oscar in curriculum, oltre che acuto osservatore della realtà che ci circonda. Con tutte le sue straordinarie meraviglie, ma anche inquietanti pericoli in agguato.
Il canale YouTube del Late Show di Stephen Colbert ha pubblicato un interessantissimo estratto dell’intervista con il celebre regista statunitense. Che a domanda “Cosa ne pensi dell’intelligenza artificiale che crea arte?” ha risposto: “Amo qualsiasi cosa creata non da un computer, ma da un essere umano. Quando una persona usa delle strumentazioni digitali per dare forma a qualcosa, per esprimersi e fare qualcosa è fantastico”. Ma se è l’intelligenza artificiale a prendere il controllo della situazione, Spielberg storce il naso. La “creazione di qualcosa che viene poi fatta per sembrare qualcosa ideato da una persona, mentre invece è una imitazione generata da una IA”, è un trucchetto che al regista non va proprio giù.
L’errore secondo Spielberg sta nel prendere qualcosa che è stato creato da una macchina e nel fornire al computer un’autonomia che si pone sopra al nostro punto di vista e anche a noi stessi come esseri umani. “L’anima è qualcosa d’inimmaginabile e ineffabile. Non può essere creata da un algoritmo. È qualcosa che esiste in ognuno di noi. Dovremmo perdere tutto questo lasciando che i libri, i film e le musiche vengano realizzati da un’intelligenza artificiale? Questa cosa mi terrorizza”, ammette.
Significativo che a dire tutto ciò sia lo stesso artista che ha scritto e diretto A.I. – Intelligenza artificiale, un film del 2001 basato su un progetto di Stanley Kubrick. Il soggetto è tratto dal racconto del 1969 di Brian Aldiss Supertoys che durano tutta l’estate. Siamo nell’anno 2125, il pianeta Terra è stato devastato dall’effetto serra e dall’innalzamento degli oceani, che hanno sommerso molte delle più belle e importanti città del mondo. La tecnologia si è evoluta a tal punto da creare robot incredibilmente evoluti e simili agli esseri umani, i Mecha… Vi ricorda qualcosa?
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