Liquido misterioso esce dal fondale marino: potrebbe essere un indicatore di un futuro terremoto imminente

C’è un foro sul fondo dell’oceano Pacifico, da cui zampilla un fluido che proviene dalle viscere della Terra. Di che cosa si tratta?

Chi ha visto il film catastrofista San Andreas, del 2015, non ha più dimenticato i mostruosi effetti di un terremoto 9.0. Quella faglia, davvero, è inquieta e molto temuta. I geologi la tengono sotto osservazione, e ancor di più da quando, durante una crociera, un team di scienziati ha osservato un fenomeno del tutto inatteso. Dei pennacchi di bolle salivano infatti dal fondo dell’oceano, avvistati a un chilometro sotto la superficie.

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Questo liquido che fuoriesce dal fondale marino potrebbe indicare un terremoto imminente – grantennistoscana.it

La scoperta è stata del tutto casuale, dovuta a un ritardo di un’imbarcazione. Gli scienziati, che erano a bordo della nave da ricerca oceanografica Thomas G. Thompson, sulle prime sono rimasti senza parole. Si trattava del gruppo di studiosi dell’università di Washington, guidato da Evan Solomon, che per saperne di più ha mandato in ricognizione un robot subacqueo. Ed è risultato che quel fluido in ascesa era chimicamente diverso dall’acqua e proveniva dal fondo marino.

Faglie inquiete in continuo assestamento

La nave si trovava a circa 80 chilometri al largo dalla costa di Newport, in Oregon. L’intera area prende il nome di Cascadia, per indicare il Pacifico nord-occidentale, da tempo sotto esame a causa della pericolosità dei movimenti sotterranei delle faglie, che entrano in frizione sotto la costa americana.

Nell’anno 1700 fece storia, infatti, un immenso terremoto di magnitudo 9.0. La tettonica a placche è certo un modello di dinamica del pianeta Terra che mette d’accordo la maggior parte dei geologi. Le conoscenze che derivano da questi studi, tuttavia, sono poco consolidate. Troppi sono ancora gli enigmi, per cui l’interpretazione dei segnali del sottosuolo richiede cautela.

imbarcazione ha notato il liquido fuoriuscire
Un’imbarcazione si è accorta di quanto usciva dal mare – grantennistoscana.it

Grande comunque è stato l’entusiasmo degli scienziati, che hanno avuto la sensazione di poter decifrare il linguaggio del sottosuolo. Ne è derivato un articolo uscito in gennaio sulla rivista Sciences Advances, dove si sostiene l’esistenza nientemeno che di una sorgente sottomarina, alla quale è stato dato significativamente il nome di Oasi Pizia. E’ un omaggio alla sacerdotessa che, in stato di alterazione mentale, pronunciava i responsi di Apollo nel tempio di Delfi. Un oracolo geologico, che potrebbe aiutare a prevedere i terremoti futuri.

Una sorgente sul fondale marino, dalle viscere della Terra

La sorgente si trova 2,5 miglia sotto il fondale marino e a quanto risulta ha un ruolo importante nella regolazione dello stress della faglia tettonica. Considerando che la faglia è una struttura geologica che si forma in seguito a movimenti tellurici che durano milioni di anni, oppure per un accomodamento di masse di rocce, quei pennacchi di bolle indicano un evento nelle viscere della Terra.

Come ha dichiarato il professore di oceanografia Evan Solomon, il robot subacqueo nell’esplorazione ha rilevato “non solo bolle di metano, ma anche acqua che usciva dal fondo marino come un idrante. È qualcosa che non ho mai visto e che, a mia conoscenza, non è mai stato osservato prima”.

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Il liquido ha lasciato senza parole gli esperti – grantennistoscana.it

C’è, quindi, una sorta di geyser sotterraneo, che emana fluidi di 9 gradi più caldi dell’acqua marina circostante. La loro origine sarebbe proprio quella del megathrust Cascadia, cioè del terremoto di grandi dimensioni scatenatosi cinque secoli fa, a quattro chilometri di profondità. In quella zona, la placca oceanica urta la placca continentale e scende sotto di essa. Laggiù la temperatura oscilla tra i 150 e i 200 gradi.

Non si era mai riusciti a disporre di cognizioni oggettive in una zona così profonda e così pericolosa. Il professor Solomon ha comunque dato una spiegazione ragionevolmente accettabile, per le conoscenze oggi possibili. Siamo in presenza, come ha affermato, di un movimento di scorrimento laterale di sezioni di crosta oceanica che sommuovono la crosta terrestre. Accade perché la placca oceanica colpisce ad angolo la placca continentale soprastante, producendo un forte stress.

Questo processo abbassa la pressione del fluido, aumentando così l’attrito tra le due placche. Di conseguenza le due placche si frizionano con maggiore forza, appunto perché vien meno il lubrificante, cioè il fluido che fuoriesce verso la superficie dell’oceano. Aumenta così il rischio di terremoti. E’ un liquido del tutto particolare, dato che contiene quantità molto elevate di boro e litio. Al contrario le percentuali di cloruro, potassio e magnesio sono basse. Gli scienziati sono convinti che sia necessario continuare a monitorare l’oasi Pizia, il cui fluido è strettamente collegato all’attività sismica.

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