Uno stile di vita molto stressante influisce direttamente sulla salute, ma con importanti differenze tra uomini e donne. Ecco cosa dice la scienza.
Se vi siete sentiti stressati e avete ignorato il problema (del resto, chi non lo è in questo momento?), è arrivato il momento di affrontarlo. Questo perché anche se godete fondamentalmente di buona salute, la tensione ve la rovinerà poco a poco. E non è una teoria come tante: lo dice la ricerca scientifica.
Di recente un’équipe di ricercatori ha individuato un nesso tra alti livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, il restringimento del cervello e deficit di memoria in soggetti adulti sani di mezza età. E con una ben marcata differenza di genere.
Quel nemico micidiale della salute chiamato stress
Le ultime ricerche in materia evidenziano un punto importante. Se è vero che lo stress colpisce tutto il tuo corpo, il “ground zero” è il nostro cervello. A parte gli effetti del cortisolo, i problemi personali, le preoccupazioni finanziarie e altri pensieri impattano direttamente sulla nostra materia grigia.
Alcune caratteristiche del cervello che per migliaia di anni ci hanno aiutato ad evolverci e progredire, ora ci rendono particolarmente suscettibili alle emozioni negative e all’affaticamento mentale, che aumentano entrambi il livelli di stress, spiega Amit Sood, docente di Medicina presso la Mayo Clinic. “La velocità della vita oggi è il principale fattore di stress: è molto più veloce della capacità di adattamento del nostro cervello”. Ciò significa che spesso ci ritroviamo con troppo poco tempo e insufficienti risorse per affrontare ciò che la vita ci riserva ogni giorno, il che si aggiunge a un senso di perdita di controllo sulle nostre esistente. Questa percezione di impotenza si è rivelata un’enorme fonte di stress.
Tutto ciò ci rende meno felici, e più siamo infelici, più la nostra attenzione vaga e i nostri pensieri si accumulano. È come avere un enorme set di file aperti sul tuo computer, osserva Sood, solo che sono nel nostro cervello, ci distraggono e reclamano attenzione. La nostra dipendenza dalla tecnologia, fonte di costante distrazione, si aggiunge alla nostra incapacità di concentrazione. La fatica e la paura – e alzi la mano chi ne è privo – fanno il resto.
Ma la vera notizia è che il fenomeno è molto più accentuato nella popolazione femminile che in quella maschile. In un sondaggio annuale dell’American Psychological Association, le donne hanno ripetutamente mostrato livelli di tensione più elevati rispetto agli uomini e talvolta anche più sintomi fisici ed emotivi legati allo stress, tra cui mal di testa, mal di stomaco, affaticamento, irritabilità e tristezza.
Inoltre, è stato riscontrato che le donne di mezza età sperimentano eventi più stressanti rispetto a uomini e donne di qualsiasi altra età, come si evince da uno studio in corso dell’Istituto sull’invecchiamento dell’Università del Wisconsin-Madison. Il sovraccarico di stress può persino portare a malattie croniche: le pressioni a lungo termine a casa e al lavoro più lo stress da eventi traumatici raddoppiano quasi il rischio di diabete di tipo 2 nelle donne anziane, secondo un recente studio dell’Università della California, a San Francisco. Le donne sono anche più inclini a problemi di salute mentale indotti dallo stress come depressione e disturbi d’ansia.
Il motivo? Un triplo smacco rende le donne particolarmente vulnerabili alla tensione e alla pressione, afferma ancora Sood. In primo luogo, il cervello delle donne le rende più sensibili degli uomini ai fattori di stress e a una percepita mancanza di controllo. Le aree del cervello che le aiutano a controllare emozioni e ricordi sono molto attive, mantenendo ben vive ferite e offese. Rimuginare su queste ultime senza riuscire a lasciarle andare rafforza i circuiti cerebrali di quelle emozioni negative che aumentano anche lo stress.
Inoltre, le molteplici esigenze legate alla genitorialità e alla responsabilità del benessere della famiglia fanno sì che l’attenzione delle donne tenda ad essere più diffusa. E un cervello sfocato, come notato in precedenza, è un’altra fonte di stress. Il radar protettivo di una mamma è sempre attivo anche per i suoi figli, il che fa loro percepire una minaccia più rapidamente rispetto ai padri. Soprattutto, le donne tendono a farsi prendere dall’elaborazione del loro stress, rimestandolo continuamente nella loro mente, fa notare Rajita Sinha, chen dirige lo Yale Interdisciplinary Stress Center. Prenderne atto è il primo passo verso la gestione del problema.
