L’OMS lancia l’allarme: il primo caso umano di influenza suina fa preoccupare

Dopo l’incubo Covid, tra l’altro ancora non superato, il mondo fronteggia una nuova concreta minaccia: quella dell’influenza suina.

L’estate è ormai agli sgoccioli, ma almeno sul fronte della salute pubblica si preannunciano un autunno e un inverno ancor più caldi della stagione che ci stiamo lasciando alle spalle. Il Covid, che molti credevano ormai un problema superato, sta rialzando la testa, con i contagi di nuovo in aumento e la prospettiva sempre più concreta del ripristino dell’obbligo di mascherine nelle scuole e non solo. Nelle scorse ore, poi, un nuovo allarme sta facendo il giro del mondo: quello lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per il rischio di influenza suina.

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L’Oms ha acceso i riflettori sulla prima infezione umana causata dal virus dell’influenza A(H1N1)v segnalata nei Paesi Bassi nel 2023. (Ansafoto – Grantennistoscana.it)

L’allerta è massima dopo il primo caso di virus umano registrato in Olanda. In un comunicato ufficiale l’Oms ha riferito che “il 2 settembre il ministero della Salute, del Welfare e dello Sport dei Paesi Bassi ha notificato all’Organizzazione mondiale della sanità un caso umano, confermato in laboratorio, di infezione da virus dell’influenza A(H1N1), variante (v) di origine suina, nella provincia del Brabante Settentrionale, Paesi Bassi“. L’organizzazione spiega che si tratta della prima infezione umana causata dal virus dell’influenza A(H1N1)v segnalata nei Paesi Bassi nel 2023. Cosa significa tutto ciò per il resto del mondo, Italia compresa?

Il nuovo caso di influenza suina sotto i riflettori

Come ricorda l’agenzia ginevrina, in precedenza erano già stati segnalati casi umani sporadici di influenza A(H1N1)v in tutto il mondo, compresi i Paesi Bassi. Il Regolamento sanitario internazionale di riferimento, datato 2005, prevede che un’infezione umana causata da un nuovo sottotipo di virus dell’influenza “sia considerata un evento che ha un potenziale impatto elevato sulla salute pubblica“, e per tale motivo deve essere notificato all’Oms.

Il caso olandese, in particolare, è stato rilevato nell’ambito dell’attività routinaria di sorveglianza delle malattie respiratorie. In base alle informazioni finora disponibili, non ci sono indicazioni chiare sulla fonte dell’infezione e non è stato segnalato alcun contatto diretto con i suini. Va da sé che l’attenzione degli addetti ai lavori è massima, per il rischio di un’esplosione dei contagi.

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L’Oms chiarisce che non c’è stata alcuna prova di trasmissione da persona a persona. L’episodio in questione è considerato un caso umano sporadico di influenza A(H1N1)v. (Ansafoto – Grantennistoscana.it)

L’agenzia delle Nazioni Unite per la salute precisa che al 7 settembre non si erano registrati contatti sintomatici di questo caso, né sono stati segnalati ulteriori rilevamenti durante la sorveglianza di routine. Inoltre, l’Om puntualizza che tutti e 5 i “contatti stretti” del paziente con virus suino confermato “sono stati seguiti per 10 giorni, il periodo massimo di incubazione, e nessuno ha sviluppato sintomi“.

Insomma, per il momento la situazione resta sotto controllo. Anche se naturalmente ciò non significa che si possa abbassare la guardia. L’organizzazione chiarisce infine che non c’è stata alcuna prova di trasmissione da persona a persona. E che l’episodio in questione è considerato un caso umano sporadico di influenza A(H1N1)v. La probabilità di diffusione a livello comunitario tra gli esseri umani, e/o di diffusione internazionale dell’influenza attraverso gli esseri umani è dunque considerata bassa, almeno per il momento.

L’influenza suina dalla A alla Z

L’influenza suina, swine flu per gli addetti ai lavori, è causata da un virus tipico dei suini, relativo in particolare al ceppo H1N1. Come accennato il virus si trasmette difficilmente dal suino all’uomo, ma nel 2009 si è verificata una pandemia che ha interessato circa 80 paesi su scala globale. L’Oms aveva classificato il rischio come “moderato“, in virtù di una serie di fattori:

  • La maggior parte delle persone colpite guarisce senza necessità di ospedalizzazione.
  • La gravità degli episodi registrati nei vari Paesi combacia con quelli registrati annualmente a causa dell’influenza stagionale.
  • Ospedali e strutture sanitarie riescono a gestire senza difficoltà le richieste di assistenza.
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Tra gli esseri umani, il contagio può essere facilitato dagli stessi fattori di rischio dell’influenza tradizionale. Per infettarsi bastano una stretta di mano, uno starnuto, la frequentazione di luoghi chiusi e affollati. (Ansafoto – Grantennistoscana.it)

Il vero, potenziale pericolo nel caso dell’influenza suina è legato al rischio di una mutazione che possa causare un aumento della mortalità e della severità dei sintomi. Fino al 2009 la casistica contemplava solo sporadici episodi di contagio suino-uomo. I sintomi si presentavano nell’uomo simili alla classica influenza, ma si sono registrati anche pazienti asintomatici e decessi dovuti a complicazioni insorte a causa dell’influenza, come la polmonite.

Per quanto riguarda la trasmissione, per l’influenza suina valgono le stesse “regole” della tradizionale influenza. Il contagio avviene attraverso il passaggio di minuscole gocce di saliva mentre si starnutisce, si tossisce o si parla. Tra gli esseri umani, il contagio può essere facilitato dagli stessi fattori di rischio dell’influenza tradizionale. Bastano una stretta di mano, uno starnuto, la frequentazione di luoghi chiusi e affollati per infettarsi. La difesa? Di solito, mantenere una distanza di circa 1 metro nei contatti interpersonali è sufficiente per scongiurare la trasmissione dell’influenza. La prevenzione come sempre è la prima regola.

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