Con l’arrivo dell’estate, si apre una questione cruciale: quali comportamenti sono ammissibili in spiaggia e quali dovrebbero essere evitati?
Quando si pensa alle vacanze estive, molte persone sognano di rilassarsi su una spiaggia appartata, ad abbandonarsi al piacere del relax e della quiete. Molte volte, però, la realtà è ben diversa: bambini che giocano rumorosamente, palloni che arrivano all’improvviso mentre si cerca un attimo di pace e musica ad alto volume rischiano di compromettere seriamente le nostre vacanze.
Queste considerazioni spesso portano a riflettere su cosa si può e non si può fare in spiaggia. In questo contesto, può capitare che alcuni divieti appaiano eccessivi e vengano spesso ignorati, sia perché mancano controlli adeguati, sia perché le persone stesse non li denunciano.
Di conseguenza, alcune abitudini scorrette si sono radicate nel tempo e ora riportarle come comportamenti non ammissibili in spiaggia può sembrare decisamente esagerato. Tuttavia, essere a conoscenza di tali norme può evitare situazioni imbarazzanti, soprattutto quando si è richiamati da un’autorità competente o da un vicino di sdraio esasperato.
Da quando le spiagge sono state trasferite dalla gestione statale a quella regionale, sono essenzialmente aperte a tutti, a meno che non si tratti di una spiaggia privata legata a una proprietà o a un hotel. Rientrano nel patrimonio marittimo, sono beni che non possono essere venduti né espropriati, e devono essere disponibili per l’uso pubblico. I gestori delle spiagge devono assicurare un accesso gratuito e aperto, incluso per raggiungere la battigia, come sancito dalla legge.
È essenziale definire che per “battigia” si intende quella striscia di spiaggia che è bagnata dalle onde e che si estende per circa 5 metri dal limite del mare. Di conseguenza, chiunque è libero di passeggiare o riposare sulla battigia senza che nessuno possa impedirglielo. Solo in certi casi, potrebbe essere richiesto un pagamento per l’utilizzo di servizi come cabine, lettini, ombrelloni, ecc., forniti dai gestori.
Infine, è cruciale ricordare ciò che non è consentito fare in spiaggia e, in particolare, sulla battigia. Non è permesso mettere oggetti personali che potrebbero intralciare o rendere difficile il transito, la passeggiata o l’accesso al mare. Questo include ombrelloni o lettini, ma anche tende o sdraio. La spiaggia deve rimanere un luogo di condivisione e rispetto reciproco, assicurando a tutti una vacanza veramente serena e rilassante.
Parliamo ora di alcune pratiche specifiche che, nonostante siano abitudini diffuse sulle nostre spiagge, sono in teoria vietate. Prendiamo ad esempio i giochi come il calcio o le racchette. Queste attività sarebbero vietate perché possono potenzialmente arrecare disturbo agli altri bagnanti.
Spesso, coloro che stanno semplicemente facendo una passeggiata in riva al mare si ritrovano a dover evitare una racchetta volante o un pallone tirato in aria da un giocatore poco attento. È qualcosa che nessuno si sognerebbe mai di criticare, perché tutti lo fanno ed è considerato più che accettabile.
Queste attività vanno però svolte facendo uso del buon senso e cercando di limitare il disturbo per gli altri bagnanti. Se qualcuno volesse mai lamentarsi, l’autorità portuale può proibire tali giochi per garantire la tranquillità di tutti.
Un altro tema, fonte di grande dibattito, è quello degli animali in spiaggia. La maggior parte delle spiagge non permette l’accesso agli animali, quindi è sempre fondamentale leggere (e rispettare) eventuali cartelli informativi posti all’ingresso della spiaggia.
Anche i rumori molesti sono un fattore di disturbo da non sottovalutare quando ci si trova in spiaggia. C’è chi fa risuonare musica a tutto volume dalle proprie casse stereo, o chi ascolta il commento della partita di calcio a volume elevato proprio nelle ore in cui vorreste concedervi un pisolino. È bene ricordare che tra i comportamenti non consentiti in spiaggia c’è proprio l’uso di dispositivi audio ad alto volume che possono disturbare la tranquillità altrui.
Lo stesso vale per le persone che, anche senza l’uso di stereo o radio, riescono a creare un livello di rumore che disturba seriamente i vicini di ombrellone. Mantenere un tono di voce moderato e cercare di limitare il rumore è un comportamento rispettoso da adottare, non solo nei confronti degli altri bagnanti, ma anche per preservare l’atmosfera rilassante che dovrebbe caratterizzare una giornata in spiaggia.
Un’altra regola da non dimenticare riguarda il rispetto delle bandiere poste dal bagnino. Ogni anno, purtroppo, si verificano episodi tragici dovuti all’imprudenza di alcuni bagnanti che ignorano il significato delle bandiere. In particolare, è proibito fare il bagno quando sventola la bandiera rossa, segno di condizioni marine pericolose.
Le bandiere che potete trovare in spiaggia sono tre:
Tra le norme che regolano la nostra permanenza in spiaggia, c’è una in particolare che dovrebbe essere una questione di buon senso più che di regolamento: quella che vieta l’abbandono dei rifiuti.
Eppure, per quanto possa sembrare incredibile, questo divieto risulta necessario nella maggior parte dei casi. E, sempre nella maggior parte dei casi, risulta inosservato. Portare con sé un sacchetto per raccogliere i rifiuti e poi depositarli negli appositi contenitori non richiede sforzi sovrumani. Anche se il Comune si occupa della pulizia delle spiagge, il contributo di tutti rende il compito meno arduo e preserva la bellezza e la pulizia del nostro litorale.
La stessa regola dovrebbe valere per i fumatori. Seppellire il mozzicone di sigaretta nella sabbia è una pratica che purtroppo si vede spesso, ma è altrettanto proibita. La ragione è semplice: smaltire un mozzicone di sigaretta senza filtro impiega da 6 a 12 mesi, a causa della sua composizione di carta e foglie di tabacco. Considerate il numero di fumatori che frequentano le spiagge, il potenziale danno ambientale è enorme.
Un altro argomento delicato riguarda il topless in spiaggia. Nonostante i progressi fatti in ambito di accettazione delle differenze e uguaglianza di diritti tra generi, c’è ancora chi sostiene che potrebbe esserci qualcosa di scandaloso in una donna che non indossa il reggiseno. Anzi, in alcune aree, farlo potrebbe essere considerato inopportuno o addirittura offensivo per alcuni. Pertanto, è importante essere consapevoli di eventuali restrizioni locali.
In Italia, non esiste una legge specifica che proibisca il topless al mare, in quanto non è più considerato un’offesa alla pubblica decenza. Tuttavia, potrebbe esserci una restrizione sull’andare in topless lungo le strade di una località balneare, a discrezione del sindaco attraverso un’ordinanza specifica. In caso di dubbio, per chi non vuole perdere neanche un centimetro di abbronzatura, una spiaggia naturista potrebbe essere la soluzione ideale.
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