I telespettatori si dividono: c’è chi in TV vorrebbe vedere più Mario Tozzi che Alberto Angela, chi il contrario. È guerra aperta tra i fan
Due facce della stessa medaglia, poli opposti ispirati dalla stessa sete di curiosità e cultura. Sono i conduttori più amati dal pubblico eppure uno rimane più in vista dell’altro. Alberto Angela e Mario Tozzi hanno in comune uno stile divulgativo peculiare, seppur con le dovute differenze.
Uno paleontologo, l’altro geologo specializzato in Scienze della Terra. Hanno saputo trasmettere negli anni la propria passione per il sapere, ognuno sviluppando tecniche di narrazione adeguate alla propria personalità. È forse per questo che si sono venute a creare vere e proprie fazioni.
È soprattutto quella affezionata a Tozzi che si sta facendo sentire, inviando lettere e attestati di stima a rotocalchi e quotidiani. “Serve più spazio per uno come lui”, dicono e sottolineano come non gli venga riconosciuta una bravura se non pari almeno paragonabile a quella di Angela.
Angela contro Tozzi, chi è il migliore? Il pubblico si divide
Alberto Angela è uno dei divulgatori più conosciuti nel panorama televisivo nazionale. I suoi programmi sono seguitissimi da Ulisse a Passaggio a nord-ovest e il più recente Stanotte a… . È tornato nelle ultime settimane sul piccolo schermo nel solco tracciato dal papà Piero Angela, a un anno dalla sua morte, con una trasmissione tutta nuova intitolata Noos – che prende il posto del celeberrimo Superquark.
Ciononostante, tra i tanti appassionati del genere c’è chi vede meriti e complimenti non proporzionati. Sì perché per molti troppa poca luce sarebbe riservata a un altro conduttore di livello come Mario Tozzi, spesso considerato quasi di serie B. Il sessantatreenne è in onda su Rai 3 con Sapiens, il programma che tratta di tematiche ambientali e del rapporto tra l’uomo e la natura.
Tozzi, come riporta Nuovo TV, ha alle spalle una formazione da ricercatore e ormai da tempo è una delle presenze fisse nel palinsesto Rai. Con Angela condivide l’amore per la conoscenza, nonostante i due presentino stili completamente diversi. Se vogliamo il primo è più diretto e meno narrativo, gioca sul sicuro, mentre il secondo sa costruire trame del discorso più ricercate e sfrutta con maestria le pause.
Negli ultimi giorni tra l’altro il conduttore è finito nell’occhio del ciclone per alcune sue dichiarazioni che hanno fatto infuriare più di qualche addetto ai lavori. Fa parte della sua natura, un po’ di provocazione l’ha sempre caratterizzato. In particolare quando c’è da far notare aspetti del nostro Paese che in altre nazioni sarebbe impossibile ritrovare.
Bufera su Mario Tozzi dopo le critiche ai balneari italiani
Ai microfoni del Corriere della Sera, Mario Tozzi si è sfogato per una situazione che in Italia va avanti da anni ed è solamente destinata a peggiorare. Il suo post ha fatto il giro del web: nella nota racconta di un mare cristallino e le spiagge finissimo, senza specificare quale sia il luogo. C’è pochissima folla intorno a lui e a sua detta i prezzi per i servizi non sono nemmeno vicini a quelli nostrani.
Se la prende con i balneari italiani, colpevoli secondo lui di approfittarsi della bellezza dei luoghi al solo fine di arricchirsi: “Qui ombrellone e lettini non si pagano. Al chiosco ho domandato se dovessi consumare per forza e mi hanno risposto di no, solo se uno vuole. E poi le distanze tra gli ombrelloni, la doccia calda e i bagni intonsi. Per non parlare dei chilometri di spiaggia senza nessuno. L’acqua è quella che vedete, siamo in pieno agosto e il costo è pressoché zero. Viene la voglia di mandare a quel paese i nostri balneari”.
La precisazione sulle coordinate geografiche è arrivata successivamente quando al quotidiano ha deciso di aggiungere un ulteriore commento: “Mi trovavo a Rodi, in Grecia e nonostante non ci sia l’attrezzatura della Romagna il mare è gestito in modo diverso. Ricordo che si tratta di un patrimonio di tutti. Da noi, a Polignano per esempio, ti chiedono 60 euro per un lettino e un ombrellone in mezzo al cemento. Non solo, perché poi devi sgomitare tra centinaia di persone”.
Le amare conclusioni riguardano la cattiva gestione dei litorali da parte delle amministrazioni locali, ree di aver lasciato tutto in mano agli imprenditori privati. La chiosa finale fa riflettere: “Sento che si continua a parlare di caro prezzi ma è soltanto uno specchietto per le allodole. Non dobbiamo dimenticare che in Italia i privati si sono appropriati delle spiagge grazie a canoni irrisori, si arricchiscono sulla pelle dei bagnanti. Sono i Comuni che non hanno saputo gestirle. In Grecia anche i sorrisi sono gratis: le persone vengono accolte, non munte come mucche”.