Con l’influenza de El Nino, la prossima stagione e il meteo autunno potrebbero regalarci una situazione particolarmente anomala.
Siamo nel clou dell’estate, con il Ferragosto alle porte, le stelle cadenti, le serate al mare o in montagna al fresco, eppure una parte del nostro pensiero è volto al rientro, e alla stagione che ci aspetta.
Il clima, negli ultimi anni, è davvero cambiato, anche se la polemica sulle colpe del fenomeno è ancora aperta. Sono davvero le attività umane che hanno fatto impazzire gli equilibri del Pianeta o siamo in una delle tante fasi che si ripetono fin dal passato?
I Governi annunciano “ere di ebollizione“, ma almeno per quest’anno, guardando fuori dalla finestra, abbiamo vissuto un’estate nella media. Un’ondata di calore, poi i temporali, poi di nuovo il bel tempo e il cielo blu. Certo non sono mancati i fenomeni “estremi“, tempeste di vento, grandine e alluvioni. Fenomeni però, che da molto accompagnano le varie stagioni.
Di diverso, dal 2023, c’è che è tornato El Nino, come nuovo ciclo, e gli esperti temono che questo fenomeno naturale possa riservarci qualche (amara) sorpresa.
Sia El Nino che La Nina sono due fenomeni climatici che si alternano periodicamente, con durata variabile di qualche anno ciascuno.
Solitamente, per sintetizzare, quando c’è La Nina siamo di fronte ad un periodo freddo mentre quando arriva El Nino si ha una situazione opposta.
El Nino fa la sua comparsa solitamente tra dicembre e gennaio, ogni circa 4-5 anni, e provoca un surriscaldamento dei mari. Questo fenomeno è in grado di influire molto sul clima, a livello globale.
In pratica, El Nino può stravolgere completamente gli equilibri climatici andando a causare siccità o al contrario piogge e alluvioni in zone normalmente non colpite da questi fenomeni.
Oltre al clima, El Nino ha effetti diretti anche sull’ecosistema degli oceani, andando a variare le risorse alimentari. Le acque più calde infatti diventano meno nutrienti alla base, manca il plancton e dunque tutta la catena alimentare ne risente. Come ultima conseguenza, l’economia basata sulla pesca viene danneggiata e le ripercussioni possono essere devastanti per i Paesi e per i consumatori finali.
Dopo le prime ipotesi, il ritorno di El Nino è riconfermato e dunque andiamo a capire come potrebbe influenzare il clima in Europa e quindi anche in Italia.
Sappiamo che le previsioni a lungo termine non sono mai completamente affidabili, ma negli ultimi anni i modelli di calcolo sono migliorati notevolmente.
Quando i centri meteo fanno e previsioni vanno a unire diversi tipi di dati, compresi quelli delle stagioni passate, in modo da produrre ipotesi sulle tendenze.
Secondo i calcoli della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) il 2024 potrebbe essere un anno all’insegna – di nuovo – di un caldo anomalo anche durante la stagione autunnale/invernale. La colpa, appunto, sarebbe proprio del fenomeno ENSO (El Nino-Southern Oscillation) e le preoccupazioni sono confermate da più di un esperto.
Anche eludendo dai fenomeni consueti, come la classica “ottobrata“, dobbiamo convenire che negli ultimi anni i mesi appunto di ottobre e novembre si sono distinti per la siccità e le temperature al di sopra della norma. L’anno scorso, in questo senso, sono stati battuti molti record. Il timore è che si vada incontro ad un inverno troppo caldo e troppo siccitoso.
Sempre seguendo le previsioni emerse dai calcoli, però, emerge un’altra interessante possibilità.
Alcuni esperti ipotizzano che già dal prossimo novembre potremmo assistere ad un autunno “come quelli di una volta“: ovvero caratterizzato da piogge, ma non da fenomeni estremi. Acqua, dunque, solamente “dolce” e benefica per la natura e l’ambiente.
Niente più fenomeni estremi – e danni economici e alle persone quindi – e addirittura temperature nella media. Il surriscaldamento globale, infatti, potrebbe innescare paradossalmente l’effetto opposto. In molti ipotizzano un inverno molto, molto freddo.
Potremmo assistere, dunque, a picchi di temperature glaciali, con nevicate abbondanti non solo in alta montagna ma anche in pianura e nelle città. Roma, Firenze, Torino e Napoli potrebbero essere avvolte da u manto morbido e ovattato, proprio come le nevicate eccezionali del 1985 e più recentemente del 2010 e 2012.
Dunque sembra proprio che, in un senso o nell’altro, il prossimo autunno e l’inverno ci riserveranno qualcosa che avevamo dimenticato: un clima senza eccessi e con qualche exploit che, in fondo, rende ancora più emozionante la stagione, notoriamente grigia e triste. Non ci resta che attendere, sperando che le previsioni catastrofiche sui cambiamenti climatici siano prodotte da calcoli errati.
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