Il mistero del mostro di Loch Ness è più vicino che mai a essere svelato, le prossime settimane secondo molti potrebbero essere decisive.
È forse una delle leggende più affascinanti che si tramandano da secoli quella del mostro di Loch Ness. I fondali del lago da cui prende il nome sono stati esplorati dai sonar a lungo senza risultati, ma ancora oggi appassionati col binocolo in mano sostano sulle sponde con la speranza di avvistarlo. Quest’estate potrebbe portare a nuovi risvolti, sarebbe quella decisiva secondo i più.
C’è già chi sta prenotando biglietti aerei e sistemazioni, chi un posto in treno o in autobus. Il passaparola è partito, ci si organizza perché potrebbe essere l’anno giusto per incontrare Nessie. Tantissimi gli appassionati che ne sono convinti, il consenso è unanime: le probabilità sono più alte che mai.
Che sia l’occasione buona per scorgere finalmente l’inconfondibile profilo? Le condizioni pare ci siano tutte. Servirà fiducia, certo, e poco sole perché pare che il mostro non lo ami particolarmente.
Già dall’aspetto il lago di Loch Ness sembra nascondere un segreto, la superficie scura e le rovine sulle sponde ne fanno l’habitat perfetto per un mostro leggendario. Ci troviamo tra le valli del Great Glen, nelle Highlands a sud-ovest di Inverness. Il bacino raggiunge i 240 metri di profondità, poco più della metà del Lago di Como per intenderci, e la sua lunghezza è di quasi 37 km, ricoprendo un’area totale di 56,4 km quadri. È una delle mete turistiche più ricercate che ogni anno porta migliaia di persone a viaggiare in Scozia.
Il popolo scozzese di certo non è stato mai avaro di storie fantastiche, ma questa probabilmente è la più conosciuta. Il racconto nasce tantissimi anni fa, nel Medioevo, ed è arrivato a noi tramite diverse testimonianze, principalmente orali. Ad avvistare per la prima volta il mostro sarebbe stato un monaco irlandese nel lontano 564, poi fatto santo.
Il suo nome era Colombo e pare che sia riuscito a respingere Nessie grazie alle sue preghiere dopo che aveva già aggredito un altro religioso. La fiamma della leggenda si accende e si affievolisce, ad anni alterni, ma l’interesse non è mai svanito del tutto, anzi il mito si è arricchito col passare degli anni. A inizio 900 tanti ne parlano, dicono di averlo visto, confermando la potenza della vicenda.
Impossibile non essersi imbattuti nella famosa foto in bianco e nero che ritrarrebbe Nessie mentre spunta dall’acqua e nuota in mezzo alle onde. Scetticismo non è mancato all’epoca e a più riprese è stata definita una bufala. C’è da dire che le descrizioni che sono state fornite nel corso del tempo spesso si somigliano.
Si tratterebbe di un grossa creatura acquatica, simile a un brontosauro, provvisto di collo periscopico e coda allungata; la linea dorsale sarebbe ricoperta di gobbe e la luce del sole non l’aggraderebbe, è per questo la rifugge e preferisce sostare nelle profondità degli abissi. Difficilissimo da osservare, ma pare ci sia qualcuno che l’abbia fatto e il numero delle testimonianze è sicuramente destinato a crescere nei prossimi mesi.
Gli appassionati sono in fermento perché poche volte come quest’anno potrebbe esserci la svolta decisiva nella risoluzione del mistero. E se i cultori si rallegrano, un po’ meno rilassati sono gli esperti. Sì perché il lago di Loch Ness è ai minimi dal 1989, anno in cui si è registrato un livello simile a quello attuale.
A lanciare l’allarme è stata l’Agenzia scozzese di protezione dell’ambiente perché l’acqua nelle zone circostanti comincia a scarseggiare. “Siamo messi così e l’estate è appena iniziata. Non oso pensare a cosa succederà dopo. Chi ha un’attività dovrà pensare a delle soluzioni alternative perché sarà molto dura”, ha dichiarato Nathan Critchlow-Watton, responsabile dell’acqua e della pianificazione di Sepa.
“Non ricordo livelli così bassi da tempo, forse l’ultima volta è stata nel 1989. È impressionante”, sono invece le parole di Adrian Shine rilasciate alla BBC, naturalista che il lago lo segue e lo studia da anni, pochi come lui ne conoscono ogni angolo – tra le altre cose ha anche progettato e curato la Loch Ness Exhibition. “È già la seconda volta in un anno che il lago va in sofferenza, non è normale per questo periodo”, ha sottolineato ai microfoni del Guardian Brian Shaw, che dirige il Ness District Salmon Fishing Council.
La siccità e altri fattori stanno mettendo a rischio attività come la pesca, da cui parte della popolazione trae profitto. Non solo, anche l’approvvigionamento per i mesi a venire è a rischio. Alcune zone già lamentano mancanza d’acqua, situazione che probabilmente è destinata a peggiorare.
L’ennesima vittima dei cambiamenti climatici? Difficile da dire con certezza. È chiaro che il clima di questi anni sta rendendo tutto estremamente complicato. Tuttavia, il caldo potrebbe non essere l’unico responsabile. Secondo lo stesso Shaw, potrebbe trattarsi di una concatenazione di cause, tra cui anche lo sfruttamento operato dal vicino impianto idroelettrico di Foyers.
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