Sul fronte di mutui e prestiti le notizie sono altalenanti: anche se la situazione va peggiorando vi sono infatti spiragli positivi sull’importo della rata. Ecco come procedere
Chi si trova oggi a dover scegliere l’istituto bancario con il quale accendere un mutuo non potrà far altro che notare la situazione drasticamente peggiore rispetto a quella di un anno fa. Il progressivo e inarrestabile aumento dei tassi da parte della Bce (solo pochi giorni fa è stato dato il via libera al decimo rialzo in un anno) ha, del resto, avuto ripercussioni praticamente immediate sui mutui a tasso variabile.
E se solo 12-15 mesi fa esso si attestava ampiamente al di sotto dell’1% oggi è ampiamente superiore al 4% avvicinandosi pericolosamente al 5%. Tradotto in soldoni, c’è chi sta pagando le rate per l’acquisto della prima casa anche 300-500 euro in più al mese e questo sta avendo pesantissime ripercussioni sul budget di decine di migliaia di famiglie.
C’è chi ha tentato di agire mediante surroga o rinegoziazione del mutuo ma è praticamente impossibile, dato lo scenario europeo, poter scendere sotto ad una certa soglia. E a chi ha qualche risparmio da parte non è rimasto altro da fare che ammortizzare gli impressionanti aumenti con piccoli investimenti in Btp o in buoni fruttiferi postali.
Il bollettino mensile pubblicato dalla Banca D’Italia ha però evidenziato anche alcuni spiragli positivi: secondo le informazioni in esso presenti è stata registrata, ed è la prima volta che accade in un anno, una diminuzione dei tassi di interesse per i mutui ipotecari. Entrando nel merito, il tasso di interesse medio applicato a luglio sui prestiti erogati dalle banche ai nuclei familiari per acquistare immobili e comprendente anche gli oneri accessori, ha fatto segnare un ribasso interessante passando dal 4,65% del mese di giugno al 4,58%. Cosa, dunque, potrebbe accadere nei prossimi mesi e come potrebbe evolvere la situazione?
Ma da cosa dipende questa diminuzione inaspettata dei tassi dei mutui nonostante una situazione che sembrerebbe far propendere per ulteriori aumenti? Effettivamente le ragioni concrete non sono ancora del tutto chiare. Si ipotizza però che alla base di questa inversione di tendenza potrebbe esserci l’aumento delle surroghe e, soprattutto, l’incremento di mutui a tasso fisso.
Sono migliaia infatti gli italiani che, appena si presenta l’occasione, stanno abbandonando il variabile per la preoccupazione di dover pagare rate mensili elevatissime o, anche riducendone l’importo, un ingente quantitativo di interessi, spostandosi verso soluzioni a lungo termine più sicure.
Stando al report della Banca d’Italia, la percentuale dei mutui a tasso fisso (e di altre forme di prestito con tasso fisso e per un periodo superiore ad un anno) ha raggiunto quota 73%. Si tratta del valore più alto dell’intero anno mentre, di contro, è passata al 27% la quota dei mutui a tasso variabile. Se ne deduce che dopo un periodo estremamente instabile sul fronte economico e non vedendo nel breve periodo spiragli positivi, gli italiani hanno deciso di preferire al nebuloso e potenzialmente rischioso andamento dei mutui a tasso variabile i pagamenti fissi.
Nel corso del mese di agosto anche i mutui a tasso fisso hanno fatto registrare un seppur lieve miglioramento passando, ad agosto, al 3,50% contro il 3,56% del mese precedente. Il tasso di interesse effettivo per quanto riguarda il variabile è invece passato al 3,47% contro il 3,29%. Altri elementi che sono emersi dalle ultime statistiche della Banca d’Italia riguardano l’incremento dei tassi di interesse legati ai prestiti rivolti alle imprese: si tratta di una conseguenza diretta degli aumenti disposti dalla Bce; l’ultimo valore registrato sui nuovi finanziamenti è pari al 5,09%.
Ma se si guarda ai tassi legati a finanziamenti per importi inferiori ad un milione di euro, si sale addirittura al 5,50%, mentre si scende al 4,85% per prestiti superiori a questa cifra. Inevitabilmente ne sta risentendo la domanda di credito da parte delle imprese da un lato, e la volontà di concedere un prestito da parte degli istituti bancari dall’altro. I dati parlano chiaro: si registra un calo del 4% (che fa seguito al -3,2% di giugno) dei prestiti alle società non finanziarie, e questa situazione che non pare voler migliorare potrebbe entro breve avere delle pesanti ripercussioni sull’economia italiana.
Ancora, Banca d’Italia segnala che a luglio non si è registrata una crescita dei tassi di interesse applicati ai conti correnti, e questo nonostante l’aumento dei tassi sui prestiti. Infatti è rimasto pressoché stabile allo 0,38& (a giugno era lo 0,36%) il tasso medio sui depositi bancari in conto corrente. Siamo quindi molto distanti rispetto ai tassi applicati ai finanziamenti. Ne deriva che, facendo sempre un confronto su base mensile, si è registrata una diminuzione del 6,5% dei depositi nel settore privato.
Se questa è la situazione attuale, come andrà evolvendosi nei prossimi mesi? Purtroppo le prospettive in tal senso sono tutt’altro che incoraggianti. Sembra infatti, e sono gli analisti di settore a evidenziarlo, che le previsioni stiano assumendo una connotazione pessimistica; del resto l’ulteriore aumento dello 0,25% da parte della Bce non apre a spiragli positivi, almeno per ora. Ci si aspetta però che, trattandosi probabilmente dell’ultimo aumento dei tassi, nel 2024 si possa raggiungere una sorta di stabilizzazione con conseguente primo abbassamento dei tassi di interesse.
La previsione attuale è quella di una variazione, nell’area euro, in una forbice compresa tra il 2,4 ed il 2,8%. Andando a prendere in considerazione l’evoluzione delle varie dinamiche in ambito finanziario e come queste influenzino direttamente o indirettamente l’andamento del mercato dei mutui. È difficile, al momento, fare previsioni chiare e certe: è molto probabile che poco possa cambiare nel corso del prossimo anno almeno per quello che riguarda i tassi applicati sui mutui a tasso variabile; certamente potrebbero tornare a calare ma prima di tornare ad una situazione pre-conflitto bellico e pre-aumento dell’inflazione si potrebbe dover attendere ancora a lungo.
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