Una bevanda degli anni ottanta ormai scomparsa, le nuove generazioni probabilmente non l’hanno neanche mai assaggiata ma di che si tratta?
Ad oggi le bibite gassate per eccellenza, bevute da tutte le generazioni, grandi e piccoli, sono Coca, Fanta e Sprite. Principalmente i Fast food hanno una specie di monopolio su bevande del genere perché è quasi d’obbligo bere la Coca Cola dopo aver mangiato l’hamburger.
Tanto che in America l’abuso di Coca è stato segnalato da tantissimi nutrizionisti, il Mc Donald’s distribuisce addirittura una Coca Cola XXL, formati che in Italia ad esempio non esistono. Nel nostro paese invece abbiamo una bevanda storica che purtroppo ad oggi non si vende più se non in qualche piccola bottega in alcune zone. Non si parla della gassosa, neanche del Crodino, che invece ancora sono molto in voga anche nell’aperitivo.
La spuma, l’aperitivo italiano che si beveva fino agli anni ‘80
Parliamo invece della Spuma. Chi negli anni ’80 era già adolescente l’ha sicuramente provata almeno una volta, si tratta di una bevanda dalla storia tutta italiana, venduta soprattutto in alcune regioni. Ma vediamo qualche dettaglio in più per i nostalgici e per chi invece non l’ha mai conosciuta.
Ivan Graziani negli anni ’80 cantava così: “Come va? Sei ancora addormentata città da sempre amata, perduta e mai riconquistata. E il ricordo è così lontano di un bicchiere di spuma freddo nella mano”. Il testo è tratto dalla canzone “Signora bionda dei ciliegi”. Chi la ricorda probabilmente conosce anche il suo sapore, chi invece non l’ha mai sentita nominare neanche immagina che bevanda sia.
Si tratta di una bevanda fredda nata nei primi anni degli anni ’20 nelle Marche e poi pian piano diffusasi in tante regioni, in particolare in Toscana.
Che cos’è la spuma e dove è nata
La spuma è una bibita analcolica, composta da acqua gassata, zucchero, caramello e aromi vari e così come il caffè, rappresenta una vera e propria tradizione italiana, o meglio, rappresentava. Il termine “spuma” è l’equivalente anglosassone di “soda” che indica una qualunque bibita analcolica “con bollicine”, da sempre stata considerata una bevanda povera in quanto economica e consumata da tutti: adulti e bambini.
Un tempo si poteva acquistare ovunque: dal droghiere, nei bar e nelle vecchie trattorie. In Toscana, gli adulti erano soliti chiedere il “mezzo e mezzo”, cioè un bicchiere di spuma con l’aggiunto di vino. Anche gli americani quando arrivano in Italia, non essendo abituati al sapore intenso preferiscono berlo così il vino, con acqua frizzante.
Oggi in molte zone d’Italia se chiedete al bar un bicchiere di spuma, probabilmente non sanno neanche a che cosa ci si riferisca, ancora poi potrebbero farsi una risata. Tra le spume bionde ancora in commercio vi segnaliamo la Spuma Polara e la Spuma Tomarchio, fornite da aziende siciliane e la Spuma Bionda della Val d’Orcia prodotta dalla ditta Papini di San Quirico d’Orcia, in provincia di Siena. In queste regioni probabilmente potreste ancora trovarla, ma non tutti i locali l’avranno.