I nei blu sono un fenomeno della pelle molto più frequente di quanto si possa immaginare; i consigli degli esperti per prevenire gravi danni.
Negli ultimi anni è aumentata molto l’attenzione verso i problemi della pelle e soprattutto alle forme più gravi dei disturbi che possono portare ai tumori.
I raggi UV sono notoriamente un fattore di rischio per i nei e per le pelli delicate in genere, ecco perché una protezione adeguata è fondamentale. Chi è soggetto deve controllare più spesso la “mappa dei nei” poiché esistono alcune tipologie di questi e alcuni cambiamenti che sono spie d’allarme.
Probabilmente la maggior parte della popolazione mondiale ha almeno qualche neo sulla pelle, che tecnicamente non è altro che un accumulo di melanociti. Possono svilupparsi in varie forme, spessore e colore, e ne esistono anche di “blu”.
Cosa sono i nei blu e perché compaiono sulla pelle del corpo
Come si evince dal nome, i nei blu sono caratterizzati dalla colorazione bluastra, e dunque sono differenti dai classici nei – o nevi – marroni o rossi.
Non esistono cause particolari per le quali a una persona si formino i nei blu; sicuramente entrano in gioco fattori ereditari e genetici, così come quelli ambientali e talvolta l’assunzione di determinati farmaci. L’esposizione al sole può favorire l’insorgere di tutti i tipi di nei, quelli blu compresi, e solitamente le zone interessate sono le braccia, la schiena, ma anche il volto e la testa. I nei possono nascere a qualunque età, cambiare di forma e colore e aumentare di numero nel corso del tempo.
Andando ad approfondire sui nei blu, però, si evidenzia che sono di questo colore perché si formano a strati più profondi della pelle, e sono molto comuni in età pediatrica e frequenti nei soggetti giovani femminili.
I nei blu sono più pericolosi degli altri? Ecco cosa consiglia l’esperto
Solitamente i nei blu hanno una forma rotondeggiante e sono piuttosto piccoli, intorno ai 5 millimetri. Ma esiste anche una forma di neo blu più grande, definita “cellulare”, più grande e sporgente, e che tende a crescere col tempo. Per quanto riguarda l’aspetto superficiale, i nei blu possono presentarsi sia lisci che rugosi, piatto o protuberanti.
Specifichiamo subito che in linea generale i nei blu non sono di origine cancerosa e non presentano maggiori fattori di rischio rispetto ai nevi marroni o rossi. Ciò però non deve far abbassare la guardia, poiché chi ha i nei deve controllare periodicamente il loro evolversi. Il colore blu dei nei potrebbe far pensare a qualcosa di “maligno” ma in realtà, come accennato poco sopra, si tratta solamente di una differenza di profondità dello strato della pelle.
Quelli realmente pericolosi, da tenere sotto costante monitoraggio, sono in realtà i nei blu che nascono in età avanzata e che hanno una forma diversa. Si presentano infatti più come dei noduli o delle piaghe invece che come ovali. Per età avanzata si intende anche sopra i 30 anni; se è a questa età che si manifestano dei nei blu è sempre meglio andare a fare un controllo dal dermatologo. Infatti potrebbe essere la spia di qualcosa che non va o l’inizio di un melanoma, il tumore della pelle.
Sappiamo che per qualsiasi malattia, ma in particolare per i tumori, è meglio intervenire in tempo: solamente così si aumentano le aspettative e la qualità della vita.
Quando è opportuno fare la mappatura dei nei?
Gli esperti consigliano di eseguire dei controlli periodici sia nel caso dei nei blu che di quelli classici. La mappatura consiste in un monitoraggio che permette con facilità di individuare tempestivamente qualche tipo di trasformazione del nevo.
Chiunque abbia maggior predisposizione ai nei dovrebbe consultare uno specialista e controllare la propria mappa almeno ogni 6 mesi. In particolare, i soggetti più a rischio sono quelli che presentano nuovi nei dopo i 40 anni.
Per capire se c’è bisogno di approfondire sullo stato di salute dei nei blu e di tutti gli altri, possiamo anche controllare noi stessi. Se c’è anche un minimo cambiamento nella forma, nello spessore o nel colore è meglio andare a fare una visita dermatologica.
I campanelli d’allarme sono i seguenti:
- crescita anomala del neo che supera i 5 millimetri;
- prurito o eccessivo fastidio;
- sanguinamento o perdita di altri liquidi;
Qualsiasi alterazione di un neo, comunque, non va sottovalutato, e merita un approfondimento.
Sempre valide, invece, le misure preventive. Gli esperti consigliano, a prescindere dalla quantità di nei sulla pelle, di proteggersi dai raggi UV con adeguate protezioni solari, ma anche indossando cappelli a tesa larga ed evitare di stare sotto al sole nelle ore più calde. Infine, anche se il soggetto non è predisposto geneticamente o familiarmente a qualche forma di tumore, ad effettuare una visita dermatologica almeno ogni due anni.