Nella vita bisogna anche saper perdere: ecco perché è importante secondo la psicologia

Se non sai perdere crei condizioni tremende per il tuo futuro. Ecco cosa devi sapere per costruire una vita migliore.

Non c’è nulla di bello nella sconfitta e ad essere onesti, la sensazione di dolore che ci provoca è davvero pesante. Quando si viene sconfitti si può riconoscere che la colpa è la propria oppure ce la si può prendere con le regole, con l’avversario o con l’arbitro che si è venduto. Si possono trovare mille scuse e si può incolpare magari anche il mondo intero senza rendersi conto che la colpa è la propria.

Nella vita bisogna saper perdere
La psicologia spiega perché saper perdere è importante e conveniente – grantennistoscana.it

Comportarsi in questo modo è infantile e irrazionale ma la scienza ha individuato le ragioni per le quali alcune persone non riescono proprio a perdere. Chiariamo subito una cosa: saper perdere è importante e conviene anche. Innanzitutto dal punto di vista neurologico secondo alcune ricerche perdere è come sbattere la testa contro lo stipite di una porta a tutta velocità. Non è un’immagine metaforica o poetica ma deriva da uno studio con scanner per la risonanza magnetica ad elettrodi per encefalogramma che ha monitorato il cervello di chi ha perso ad un gioco ed i risultati sono sostanzialmente identici alla risposta neurologica di chi prova un dolore intenso.

Tanto dolore che si vuol negare

Dunque quello che percepiamo quando veniamo sconfitti è il dolore di chi ha preso una bella botta in testa. A livello psicofisiologico la reazione di stress è davvero pesante ed è come se il cervello ci urlasse senza tregua che d’ora in poi dobbiamo evitare di trovarci in una situazione simile. In sostanza il cervello ci “urla” contro che un dolore del genere non lo vuole provare mai più e che d’ora in poi dobbiamo per forza vincere. Responsabile di questa risposta psicologica è la cosiddetta corteccia cingolata anteriore che è il vero e proprio sistema di allarme del cervello.

Saper perdere è utile e vantaggioso
Chi perde prova un forte dolore e bruciante sofferenza – grantennistoscana.it

Crea delle sensazioni negative che spronano a rimetterci in riga imparando dai propri errori. Gli psicologi dicono che in sostanza noi siamo geneticamente e soprattutto neurologicamente programmati per aspirare alla vittoria. Venire sconfitti e soccombere nelle competizioni è qualche cosa che per i nostri antenati che erano poco più che scimmie evolute equivaleva alla sopravvivenza. Dunque noi sentiamo ancora dentro quell’impulso arcaico per il quale se non riusciamo a battere il nostro competitor che punta allo stesso cibo rischiamo di morire.

Gli esperimenti dimostrano la nostra irrazionalità

Dunque la nostra mente è programmata per vivere le sfide come una questione di vita o di morte anche se ad essere onesti in ballo non c’è la nostra sopravvivenza ma di norma soltanto lo status sociale. Mantenere la propria posizione sociale o comunque non essere svantaggiati rispetto ad altri può scatenare in alcune persone delle risposte spropositate che generano una sofferenza tremenda. Ma c’è un esperimento che dice tanto di come ragioniamo o sragioniamo (fate voi). Se perdiamo 10 euro per la strada soffriamo molto meno che se le perdiamo in una scommessa.

Alcuni quando perdono diventano irrazionali
Se quando perdiamo diventiamo irrazionali possiamo prendere decisioni sbagliate – grantennistoscana.it

Questo esperimento dimostra che non è la perdita economica che ci fa male ma il fatto di aver perso relativamente ad un’altra persona. In altri esperimenti addirittura soggetti che alla fine ricevevano tutti la stessa cifra risultavano arrabbiati e frustrati per il solo fatto di aver perso ad una competizione. Tra l’altro un’altra ricerca chiarisce ancor meglio quanto la nostra mente possa essere perversa da questo punto di vista.

In alcuni casi è stato visto che se il vincitore con galanteria decide di dividere il premio con lo sconfitto, questo può arrivare a soffrire ancora di più. Infatti se il vincitore divide il premio con lo sconfitto, il boccone risulta ancora più amaro per quest’ultimo e viene rimarcata ancora con più forza la sua soccombenza.

Perché alcuni non sanno perdere?

Ma perché alcuni sono buoni perdenti mentre altri non lo sono? I buoni perdenti di norma hanno un’elevata stima di sé, accettano i propri limiti e hanno anche una notevole etica personale. Se si ha un forte rispetto per l’altro ci si potrà permettere di perdere senza sentirsi un fallito. Invece chi divide mentalmente gli esseri umani in vincenti e perdenti starà fisicamente male se sente di appartenere al gruppo dei perdenti.

Alcune persone arrivano a negare addirittura la sconfitta. Secondo gli psicologi alcune persone hanno un tratto chiamato narcisismo grandioso. Le persone affette da questo tratto psicologico non solo non tollerano di non aver vinto ma, a volte, hanno proprio difficoltà a comprendere di non aver vinto.

Il narcisista grandioso vuole conservare la sua immagine gonfiata

Può sembrare assurdo ma i narcisisti grandiosi sono competitivi, dominanti e sopravalutano clamorosamente le proprie qualità. In sostanza sono assolutamente certi di essere speciali e meritevoli di un’ammirazione incondizionata. La sconfitta per loro è un danno talmente forte alla propria immagine gonfiata che per evitare il disagio dell’ammettere di aver perso arrivano a convincersi della disonestà di chi ha vinto oppure dell’incompetenza o disonestà di chi faceva le regole o addirittura costruiscono delle vere e proprie storie fantasiose nelle quali loro non hanno perso davvero.

Chi non sa perdere prende decisioni sbagliate
Il narcisista grandioso vuole conservare la propria immagine anche negando la realtà – grantennistoscana.it

Queste reazioni possono scattare nel lavoro, negli affari, nello studio e nello sport ma sono un vero boomerang. Le ricerche dimostrano che chi attribuisce all’esterno la colpa della propria perdita ha un primo effetto positivo sull’umore e sull’autostima ma nel tempo a svilupparsi sono rabbia e depressione, tensione e comportamenti sbagliati. Se ci si crede dei vincenti nati e non si accetta la sconfitta si potrebbero sviluppare addirittura delle patologie mentali e si sarà naturalmente portati a fare scelte sbagliate per il futuro e magari anche ad imboccare strade pericolose.

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