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Sport

Netflix e la serie sul tennis che tutti aspettavano, ecco perché il pubblico si divide

C’è chi l’ha amata e chi l’ha odiata, Break Point è sicuramente un prodotto valido ma pecca di superficialità

È l’ennesima scommessa di Netflix, dopo la serie dedicata alla Formula 1, ecco quella sul tennis. Break Point aveva tutti gli elementi per diventare un prodotto di successo ma per gli appassionati del mondo della racchetta le aspettative altissime si sono solamente tramutate in una grossa delusione. Ciononostante, la piattaforma di streaming ha deciso di rinnovarla per una seconda stagione.

La serie Break Point è uscita su Netflix in due parti, una a gennaio l’altra a giugno – grantennistoscana.it (fonte foto Instagram @breakpointbr)

Due parti, una uscita a gennaio e l’altra a giugno; tante le stelle che appaiono nei dieci episodi complessivi ma non aspettatevi di vedere Nadal o Djokovic perché i creatori hanno volutamente deciso di concentrarsi sui tennisti del futuro. E allora spazio a Ruud, Kyrgios, Fritz, Auger-Aliassime, Berrettini, Swiatek, Jabeur e tanti altri. Le telecamere seguono costantemente gli atleti durante la vita nel circuito mostrandone forse soltanto una delle tante facce.

Ed è forse per questo che arrivati alla fine, all’ultimo atto, si rimane un po’ sconcertati. Per molti Breaking Point è una serie rimasta incompleta, buona solo per metà, che avrebbe avuto tante potenzialità da sfruttare ma non l’ha fatto. Non ha trovato gli strumenti giusti per scavare nelle profondità di uno sport complesso come il tennis.

Netflix scommette sul tennis: cos’è Break Point

A fine giugno è arrivata la seconda parte della serie sportiva tra le più chiacchierate dell’anno, stiamo parlando di Break Point. Gli ultimi cinque episodi del prodotto che per molti appassionati di tennis è stata un insuccesso – in misura minore per i tifosi meno hardcore. La prima parte era uscita a gennaio scorso, l’intento è quello di fornire un punto di vista inedito della vita nel circuito. Diversi atleti sono stati seguiti per un intero anno in giro per il mondo, rincorrendo i tornei del Grande Slam.

Tra i protagonisti di Break Point c’è anche Matteo Berrettini – grantennistoscana.it (fonte foto Instagram @matberrettini)

Parte tutto dagli Australian Open di gennaio 2022, quelli che hanno visto l’esclusione di Novak Djokovic e la vittoria di Rafa Nadal in finale contro Medvedev. I creatori di Break Point hanno però pensato bene di mettere da parte per un attimo dei mostri sacri per occuparsi degli astri nascenti. Per questo che i ritratti che vediamo nelle puntate riguardano gente come Matteo Berrettini (e l’allora compagna Ajla Tomlijanovic), Nick Kyrgios ma anche la tunisina Ons Jabeur, Iga Swiatek, Frances Tiafoe e Stefanos Tsitsipas.

L’obiettivo della serie è comprendere come si possa arrivare a competere a livelli altissimi anche quando le basi da cui si parte non sono le migliori, fisiche o caratteriali che siano. Vedasi per l’appunto la storia di Kyrgios che è riuscito ad andare avanti in carriera soprattutto grazie alla propria caparbietà e a un sostegno incrollabile delle persone a lui vicine – come per esempio Thanasi Kokkinakis, si conoscono da quando hanno 9 anni e giocavano in doppio insieme.

Inoltre, la vicenda dell’australiano fa riflettere sul peso delle aspettative, per lui ad esempio è stato quasi deleterio trionfare contro Nadal a soli 19 anni sul green di Wimbledon. E non viene dipinta solo la pressione asfissiante che ma anche la follia della vita in tour, esempio lampante è il caos totale nella stanza d’albergo del nostro Berrettini – si scherza, Matteo (ma neanche troppo). Tanti buoni propositi per un prodotto che ha però lasciato con l’amaro in bocca gli spettatori.

Break Point, perché non è piaciuta?

La produzione è la stessa di Formula 1: Drive to Survive, che già metteva le cose in chiaro sin dal titolo ovvero il fatto che sarebbe stato un prodotto adrenalinico. Impossibile riproporre la stessa formula con il tennis, uno sport molto più cerebrale e meno ‘d’azione’. Partendo da questa premessa dentro ci si trova poi tanto gossip e tanto romance, per non parlare dell’onnipresente ‘filtro Netflix’ che alla lunga tende a stancare. Il pubblico di riferimento però non erano di certo i tifosi più sfegatati.

La seconda stagione di Break Point è stata confermata, arriverà nel 2024 – grantennistoscana.it (fonte foto Instagram @breakpointnetflix)

La serie sembra diretta piuttosto a chi di tennis non sa molto. Un piccolo indizio è dato ad esempio dal fatto che i meccanismi del gioco vengano spiegati più volte nel primo episodio, nonostante poi non vengano tirati in ballo elementi tecnici o tattici nel corso delle puntate seguenti. Il materiale proveniente dalle partite, ad esempio, sembra solamente una cornice per le storie personali che vengono raccontate – i risultati infatti sono solamente numeri che servono a poco all’interno dell’economia generale.

Insomma, Break Point cade nella trappola della superficialità nonostante la buona volontà che ha mosso i suoi creatori. Si è sorvolato volutamente sui temi più scottanti (l’affaire Djokovic-vaccini) e il mondo del tennis sembra sì complicato ma forse non quanto lo è davvero. E poi quella nomea di serie ‘sfigata’ non è proprio riuscita a togliersela di dosso.

Quasi tutti i protagonisti sono infatti incappati in infortuni e, tra le altre cose, la maggior parte si è fatta eliminare nei primi turni dell’Australian Open. Che sia stata la data d’uscita a essere funesta? Il venerdì 13 non è mai un buon giorno e gli scaramantici lo sanno benissimo. La seconda stagione nel frattempo, tra critiche e dicerie, è in arrivo nel 2024.

Leonardo Pasquali

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