Nuove polemiche in vista per la piattaforma. Questa volta viene accusata di poca sensibilità verso alcuni recenti eventi tragici.
Netflix è uno degli attori principali del mondo dell’intrattenimento. Ogni sua mossa è costantemente sotto i riflettori. Nelle ultime settimane, ad esempio, ha ricevuto critiche per la scelta di impedire agli utenti di condividere le password, se non conviventi nella stessa casa. Negli scorsi anni hanno generato polemiche anche le scelte di aumentare i prezzi o di trattenere e condividere i dati degli utenti.
Ma le notizie che più influiscono sulla sua reputazione sono, senza dubbio, quelle relative alle scelte dei contenuti proposti al pubblico. Negli ultimi giorni, le polemiche nei confronti dell’azienda si sono accese di nuovo proprio a causa della scelta di proporre agli utenti un particolare film: “Titanic“, il kolossal di James Cameron del 1997.
Molte persone hanno notato una strana coincidenza in questa scelta. Proprio la settimana scorsa, il mondo è stato scosso dalla notizia della tragica implosione del sommergibile Titan, che veniva usato proprio per esplorare il relitto del Titanic. L’evento ha causato la morte di 5 persone e diversi commentatori online hanno definito la scelta di Netflix di mandare in onda il film proprio in questi giorni “insensibile“.
Ironia della sorte o scelta mirata? Netflix ha rifiutato di commentare la polemica
Quando la notizia dell’arrivo del film su Netflix è emersa nel weekend, molti utenti dei social media sono stati rapidi nel condannare la “cattiva tempistica” del servizio di streaming e la “mancanza di compassione“. Altri hanno scherzato sulla sinistra coincidenza, seguendo l’atteggiamento manifestato dall’intero Internet nei confronti della tragedia.
“E il premio per la tempistica incredibilmente insensibile va a @netflix“, ha twittato una persona. “C’è chi piange la perdita di una persona cara. Ma a loro interessa solo fare più visualizzazioni. Capitalismo“, ha scritto un altro utente.
Da quando hanno cominciato a moltiplicarsi commenti polemici nei confronti di Netflix, l’azienda non ha ancora replicato. A scagliare una pietra nei suoi confronti ci ha pensato il Los Angeles Times, che ha confermato che l’accordo per portare “Titanic” su Netflix a luglio è stato concluso diversi mesi fa. In effetti, ogni mese l’azienda rilascia nuovi contenuti sulla propria piattaforma e li annuncia con un certo anticipo. Il titolo del film era presente da tempo nella lista dei nuovi rilasci di luglio.
Questa parziale giustificazione, però, di certo non basterà a scagionare Netflix agli occhi dell’opinione pubblica. Le due vicende sono così strettamente connesse che il rilascio del film sembra davvero un tentativo di capitalizzare l’attenzione sul tragico evento per aumentare le visualizzazione del film.
Lo stesso regista del Titanic, Cameron, ha sottolineato le analogie tra le due vicende. “Il capitano è stato ripetutamente avvertito del pericolo di fronte alla sua nave, ma ha scelto di proseguire a tutta velocità“. “Per di più, la tragedia è avvenuta nello stesso identico luogo. Penso che sia semplicemente sorprendente. È davvero surreale“, ha continuato Cameron.
Non solo “Titanic”: Netflix riceve critiche anche per il documentario “The Deepest Breath”
Il sommergibile Titan di OceanGate è stato al centro delle cronache fin dalla sua discesa di domenica. Il sottomarino, con a bordo un equipaggio di cinque persone, era andato in spedizione per vedere il relitto del Titanic.
Tuttavia, aveva interrotto le comunicazioni con la Polar Prince, la nave di supporto in superficie, dopo un’ora e quarantacinque minuti di immersione. La missione di salvataggio è iniziata quando il sottomarino non è riemerso all’ora prevista. Nel frattempo, sempre più persone si interessavano alla vicenda e l’attenzione mediatica è diventata molto alta in breve tempo.
In tutto questo, Netflix ha deciso di pubblicare il trailer di un documentario sull’apnea intitolato “The Deepest Breath” proprio nel mezzo delle ricerche, il 20 giugno 2023. Il documentario racconta la storia di Alessia Zecchini, che detiene l’attuale record mondiale di immersione in apnea. Anche in questo caso, Netflix ha ricevuto un’ondata di proteste sui social media.
Il video pubblicato mostra diversi casi in cui Alessia Zecchini si immerge in profondità nell’oceano o scene in cui un subacqueo viene rianimato dopo la gara. La clip contiene anche suoni di respiri pesanti e angoscianti, proprio quelli che le persone immaginavano di sentire quando pensavano ai passeggeri del Titan.
Netflix e le critiche per i suoi contenuti: non è la prima volta (e non sarà l’ultima)
Chiaramente, Netflix ha già dovuto affrontare critiche e polemiche a causa dei contenuti che pubblica. Di sicuro, in questa occasione non è tanto il contenuto a destare scandalo, quanto le tempistiche, che sembrano veramente insensibili.
Ma Netflix ha ricevuto accuse di insensibilità anche in altre situazioni. Ad esempio, nel 2017 ci fu una forte ondata di critiche a causa della rappresentazione del suicidio nella serie originale Netflix “Tredici“. In un periodo in cui il disagio giovanile cresceva e si faceva sentire sempre di più, la serie è stata criticata per idealizzare, sensazionalizzare e aumentare l’interesse per il suicidio.
Il prodotto ha ricevuto le critiche di molti professionisti della salute mentale. Secondo loro, la serie tendeva a glorificare e rendere affascinanti problemi come la depressione e il disturbo da stress post-traumatico.
Nei mesi successivi all’uscita dello show, vari studi hanno documentato che il tasso di suicidi tra i giovani è aumentato, anche se non era chiaro se ciò fosse causato dalla serie. Nel marzo 2018, Netflix ha aggiunto ulteriori avvertenze per gli spettatori e fornito link a risorse per la prevenzione del suicidio.
Il 16 luglio 2019, ha annunciato di aver modificato la scena finale della prima stagione della serie, rimuovendo la scena grafica che mostrava il suicidio del protagonista.
Altre polemiche sono nate intorno alla rappresentazione di contenuti che promuovono la pseudoscienza, rappresentazione di donne e persone LGBTQ+ in alcune culture, prodotti con contenuti politicamente sensibili e revisionismo storico.