Ogni tanto concedete ai figli piccoli di stare davanti agli schermi? Non fatela diventare un’abitudine, ci sono dei rischi reali per la crescita.
La scena l’avrete vista almeno un paio di volte nella vostra vita. Vi trovate fuori a cena e accanto a voi c’è una famiglia con dei figli piccoli. I bambini, come di consueto in un contesto sociale che impone del contegno, si trovano infastiditi e privi della libertà di esprimersi che avrebbero in un contesto casalingo e cominciano a perdere la pazienza e lamentarsi. I genitori cercano blandamente di richiamarli all’ordine, ma alla fine cedono alle loro richieste e li anestetizzano davanti allo schermo di uno smartphone, di un tablet o di una consolle portatile (in questo periodo probabilmente la Switch).
Facendo un raffronto con la vostra infanzia avrete sicuramente notato una dissonanza. Da piccoli noi dovevamo stare composti al tavolo e al massimo giocavamo con l’immaginazione in giro per il locale. Siamo portati quasi naturalmente a pensare che il comportamento odierno sia errato e che noi, al posto di quei genitori, non cercheremmo di lobotomizzare i nostri figli davanti ad uno schermo. Si tratta però solo di un problema educativo? Esporre i bambini, specialmente quelli molto piccoli, alla visione costante di contenuti è salutare?
Potrebbe sembrare un problema nuovo, degli ultimi anni, ma la questione è simile a quella che si poneva di fronte ai nostri genitori quando c’è stato il boom delle televisioni in casa e i figli venivano da molti “parcheggiati” davanti alla tv. Un’eccessiva esposizione a contenuti multimediali può avere degli effetti negativi sul bambino e sulla sua crescità? In qualche modo viene danneggiata la loro fantasia e la loro capacità di creare relazioni sociali?
Della questione si parla in un articolo pubblicato sul settimanale ‘Nuovo’, in cui si trovano delle statistiche relative all’esposizione dei più piccoli agli schermi stilate dall’Istituto Superiore di Sanità. Il primo dato che emerge riguarda le tempistiche di esposizione dei bimbi di età compresa tra gli 0 e i 2 anni. A quanto pare circa il 22% dei bimbi di quest’età passa almeno 2 ore al giorno davanti ad uno schermo.
Chiaramente il tempo di esposizione ai dispositivi elettronici e dunque ai contenuti multimediali cresce di pari passo con i bambini: più grandi si fanno, più necessità d’interazione sviluppano, più tempo passano davanti ad uno schermo. Si tratta di una normale evoluzione dovuta di fatto ad un’abitudine errata. Il piccolo trova distrazione e intrattenimento nello smartphone (o nel tablet) e con il passare del tempo ne ha un maggiore bisogno.
Sempre in base ai dati dell’ISS e delle Regioni, nei bimbi di età compresa tra gli 11 ed i 15 mesi, la percentuale di quelli che passa una o due ore al giorno davanti agli schermi è compresa tra il 6,5 ed il 39,6%. A quanto pare i bimbi maggiormente esposti ai dispositivi elettronici sono quelli nati al Sud Italia. Percentuale che arriva al 50% considerando tutti i bimbi di età inferiore ai 24 mesi.
Ma al di là della mera statistica, quali sono gli effetti di questa abitudine sempre più diffusa? Sapere quali possono essere i problemi derivanti da un simile comportamento è fondamentale al giorno d’oggi, visto che sempre più nuovi genitori appartiene all’epoca della rivoluzione digitale e si tratta dunque di ragazzi che sono cresciuti con uno smartphone in mano.
Un’idea di quelle che potrebbero essere le conseguenze sui piccoli, l’ha fornita al settimanale ‘Nuovo’, lo psicoterapeuta e docente di Psicologia del lavoro e delle Organizzazioni all’Università di Ancora, il dottor Giuseppe Lavenia: “Diverse ricerche confermano che il 50% dei bimbi di età inferiore ai 24 mesi lasciati un’ora davanti allo schermo può sviluppare difficoltà relazionali già a 5 anni“. L’esperto spiega che i piccoli vanno abituati al confronto con persone reali, soprattutto i coetanei, poiché queste hanno delle reazioni e loro possono imparare sin da piccolissimi a gestire le relazioni.
Sempre secondo il parere dell’esperto, l’esposizione agli schermi potrebbe acuire le frustrazioni durante la crescita. Questo perché i bambini, non avendo un legame stretto con la realtà non sono preparati alle conseguenze negative. Questo potrebbe spingerli in età scolare a cercare conforto nei dispositivi elettronici quando qualcosa va male a scuola e dunque a sviluppare un ulteriore dipendenza da quel mondo fittizio che vedono come un rifugio.
Il dottor Lavenia spiega poi che fare mangiare i bambini mentre guardano un cartone animato nello smartphone è un comportamento altrettanto errato. Questo perché i bambini vengono distratti da quella che è un’azione base e fondamentale della vita e saranno in futuro spinti a dare minore peso al pasto. Una scarsa attenzione al cibo e al pasto, potrebbe condurre ad una scarsa attenzione ai valori nutritivi nonché ad una propensione maggiore ai disturbi alimentari.
Per l’esperto è un errore esporre i bimbi agli schermi anche durante i viaggi in macchina, anche se questi dovessero essere brevi. Questo perché il bimbo è distratto dalle immagini sullo schermo e si perde tutte le emozioni tipiche del viaggio. Infine Lavenia sottolinea come un’eccessiva esposizione a contenuti multimediali possa generare per i bambini una difficoltà a collegare ciò che vede nello schermo ad uno stesso oggetto che vede nella vita reale.
I problemi non riguardano solo gli aspetti psicologici e cognitivi, ma anche la possibile insorgenza di problematiche fisiche. L’esposizione massiccia agli schermi porta il piccolo ad assumere delle posizioni sbagliate e dunque possibili problemi di scoliosi. C’è inoltre il rischio che la sovraesposizione possa portare ad una miopia in giovanissima età, al sovrappeso poiché rimanendo fermo non smaltisce sufficienti energie e a problemi a prendere sonno per via dell’eccessiva stimolazione neuronale.
Insomma limitare al minimo le interazioni dei bambini molto piccoli con la tecnologia attuale è un bene. Ma quali sono le attività nelle quali bisognerebbe coinvolgere i piccoli per stimolare la loro fantasia e la loro capacità relazionale? A dare un consiglio in tal senso è nuovamente il dottor Lavenia, il quale rivela che la lettura a voce alta di un libro accresce l’autostima del piccolo e la capacità di gestire i sentimenti negativi, inoltre stimola la comprensione, la concentrazione e lo sviluppo del linguaggio.
Un’altra abitudine sana è quella di coinvolgere i bimbi in giochi d’imitazione. Si possono fingere delle situazioni di vita reale, così come situazioni fantastiche, questo esercizio permetterà al piccolo di sviluppare la sua fantasia così come la capacità di calarsi nei panni di qualcun altro. Infine i piccoli vanno fatti socializzare con i loro coetanei. Nei primi anni di vita è fondamentale che passino molto tempo all’aria aperta e che giochino con altri bambini, un’abitudine che consente loro di sviluppare coordinazione e capacità di movimento.
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