Cattive notizie per gli italiani. A partire dal prossimo anno arriveranno nuove tasse. Ecco chi dovrà sborsare più solidi e quanti.
La situazione economica più difficile del previsto per l’Italia potrebbe spingere l’esecutivo a fare cassa con nuovi tributi.
Gli ultimi dati economici sono stati poco confortanti per il Governo guidato da Giorgia Meloni. L’economia italiana ha rallentato, col PIL che ad aprile-giugno ha fatto registrare un calo dello 0,4% rispetto al precedente trimestre. E anche i dati sull’occupazione (in frenata dopo 7 mesi di crescita costante) preoccupano non poco l’esecutivo.
La flessione dell’economia renderà più complicato reperire le risorse indispensabili da mettere nella prossima manovra di Bilancio. Le cose si fanno dunque difficili per la compagine governativa. E proprio per questo motivo si profilano all’orizzonte nuove tasse. I nuovi balzelli verranno introdotti a partire dal prossimo anno, col 1° gennaio 2024.
Due di queste nuove tasse sono già state previste. A meno di eventuali e poco probabili rinvii, faranno dunque il loro esordio in concomitanza col nuovo anno. Sono la sugar tax e la plastic tax.
L’ultima Legge di Bilancio le aveva prorogate di un anno. Ma appare difficile che siano nuovamente differite, data la carenza di risorse disponibili per il finanziamento della legge finanziaria. Resta da chiedersi su chi si abbatterà la scure delle nuove tasse e quanto sarà pesante. Cerchiamo di capirlo.
Una volta approvato il Nadef (ossia la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza), e l’approvazione non dovrebbe tardare, l’esecutivo dovrà fare l’elenco delle reali risorse economiche a disposizione del Paese per la manovra di bilancio.
Il problema è che la strada, che già prima appariva ripida, rischia di rivelarsi ancor più in salita anche per via delle spese del Superbonus. A causa della penuria di risorse a disposizione, Meloni e compagni dovranno andare a definire in modo piuttosto specifico l’elenco delle misure da varare. Questo a partire dagli interventi da fare, definendo in maniera chiara le modalità con cui si andranno a reperire le coperture per le spese.
Insomma, il Governo è atteso da un compito arduo considerata la scarsità di risorse a cui attingere. Ragione per cui sembrano davvero ridotte al lumicino le possibilità di veder rimandare una volta ancora l’entrata in vigore della sugar e della plastic tax.
Sia una che l’altra tassa, allo stato attuale, dovrebbero entrare in vigore col nuovo anno. La data è già fissata al 1° gennaio 2024. Quale sarà la platea direttamente interessata dalle due nuove tasse? Sugar e plastic tax sono destinate alle imprese. Ma aspettate a tirare un sospiro di sollievo. C’è poco da rallegrarsi – sempre che ci sia motivo per farlo – perché indirettamente i nuovi balzelli andranno a colpire tutti.
C’è poco da esultare per una ragione molto semplice in verità: ossia che quando c’è un aumento dei costi per le aziende produttrici, questi rincari finiscono per ricadere a cascata sul consumatore finale, che si trova a pagare prodotti più cari.
Già, ma le due nuove tasse esattamente a quanto ammontano?
Ma il conto dei tributi non si ferma qui. Le cattive notizie per i contribuenti non sono finite. Sempre a partire dal 2024 dovrebbe fare il suo debutto anche quella che già è stata definita la ecotassa (o anche “green tax”, “tassa verde”).
In sostanza si tratta di una sorta di tassa ambientale, da applicare sui veicoli usati dai corrieri per le loro consegne a domicilio (motivo per cui è stata subito ribattezzata anche “Amazon tax”).
L’importo della tassa verde varierebbe a seconda delle emissioni di anidride carbonica. È il principio del cosiddetto «inquinatore pagatore» (anche detto «chi inquina paga»): chi emette più CO2 deve sborsare più soldi. Ma come detto, in questo caso i nuovi tributi andranno inesorabilmente a ricadere sulle tasche del consumatore finale attraverso il meccanismo del ricarico sul prezzo finale alla vendita.
Tutti sappiamo che la manovra di Bilancio si prefigge di adottare provvedimenti a sostegno delle famiglie più in difficoltà sul piano economico. Viene inevitabilmente da chiedersi se la maniera migliore di supportarle sia quella di andare a introdurre tasse che, per quanto pagate dalle imprese produttrici, finiranno indirettamente per alleggerire le tasche delle famiglie italiane. E lo faranno di riflesso, attraverso l’aumento dei prezzi provocato dalle nuove tasse. L’interrogativo, ahinoi, resta. E soprattutto pesa sui bilanci familiari.
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