Busta paga più alta per alcuni lavoratori se usufruiranno di un nuovo bonus. Ecco di cosa si tratta e come ottenerlo.
Lasciare il proprio lavoro e prendersi la meritata pensione è il desiderio di molti italiani. Soprattutto di quelli che svolgono mansioni usuranti o gravose. Quindi, appena è possibile presentano la domanda di pensionamento anticipato e lasciano senza pensieri il mondo del lavoro.
La legge di Bilancio 2023 ha prorogato le pensioni anticipate APE Sociale e Opzione Donna. Quest’ultima, in realtà, nel passaggio ha subito diverse modifiche tanto da diventare in una nuova misura di pensione anticipata. Inoltre, ma solo per il 2023 i lavoratori potranno ottenere la pensione anche con Quota 103, ovvero con almeno 62 anni di età e 41 anni di contribuiti. Eppure, un nuovo bonus potrebbe cambiare le carte in tavola.
Busta paga più alta con il bonus Maroni: ecco chi potrà accedere
Il 2023 doveva essere l’anno della riforma delle pensioni bloccata più volte: prima a causa della pandemia da Covid-19, poi del conflitto tra Russia e Ucraina. Però, dopo pochi mesi dall’inizio delle trattative con i sindacati, il governo ha comunicato che la riforma, seppur un tema importante, è rimandata al prossimo anno. La causa sembra essere legata ai conti pubblici e alle casse dell’INPS non pienissime di risorse. Insomma, si tratta di una questione economica.
Per questo motivo il governo ha proposto ai lavoratori dipendenti, che abbiano maturato i requisiti per chiedere l’anticipo della pensione con Quota 103, di continuare a lavorare. In cambio ha promesso un nuovo bonus, ovvero un incentivo (ma in realtà si tratta di una specie di premio) che sarà erogato nella busta paga, aumentandola.
Ma di quale bonus si parla? Di quello denominato “bonus Maroni” che, introdotto con la legge di Bilancio 2023, diventa operativo dal 12 maggio dopo la pubblicazione del decreto attuativo nella Gazzetta Ufficiale numero 110. Il nome deriva da Roberto Maroni che tra il 2004 e il 2007, come ministro del Lavoro, aveva introdotto un simile incentivo.
Il bonus, legato alla già citata Quota 103, consiste in un esonero dal pagamento dei contributi pensionistici pari al 9,19%, calcolato sulla retribuzione imponibile. Questi non sono altro che i cosiddetti contributi IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) a carico del lavoratore dipendente. A questa aliquota si aggiunge un 23,81% che grava sul datore di lavoro.
Lo scopo dell’incentivo è ritardare l’accesso alla pensione e garantire al lavoratore un aumento dello stipendio azzerando completamente il 9,19%. Per fare un esempio, un dipendente con uno stipendio di 2.000 euro lordi risparmia di contributi 183,60 euro al mese. Invece, su una busta paga di 3.000 euro lordi il risparmio è di 275,40 euro al mese.