C’è una profezia che riguarda Papa Francesco che desta preoccupazione. Scopriamo insieme di che cosa si tratta
Negli ultimi tempi si è tornati a discutere su una antica profezia del XII secolo riportata da San Malachia O’ Morgair, arcivescovo irlandese. Dopo la lunga emergenza causata dal Coronavirus e il successivo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, si è scatenato il panico tra i credenti che sono a conoscenza di una serie di profezie antiche, che di solito hanno a che fare con la fine dei tempi.
Nello specifico, una profezia di Malachia è formata da 112 motti, e ognuno di loro ha a che fare con un Papa, a cominciare da Celestino II, la cui elezioni si tenne nel 1143. Nel tempo, a rendere questo testo noto è stata una presunta concordanza di alcuni dei suddetti motti con quella che effettivamente fu la storia dei pontefici che si susseguirono. In particolare, sul papa Celestino V, l’unico prima di Papa Ratzinger a rinunciare al proprio pontificato. Malachia, infatti, lo descriveva come “innalzato dall’eremo” e infatti lui fu un papa eremita.
Una di queste profezie asseriva che il penultimo papa avrebbe portato il nome Francesco, proprio come Bergoglio. Il fatto che tempo fa Francesco avesse avuto dei problemi al ginocchio per cui si vedeva frequentemente in sedia a rotelle, avrebbe alimentato le preoccupazioni legate poi anche a questa profezia.
Papa Francesco e la profezia di San Malachia: che cosa è scritto nel testo
La profezia di San Malachia asserirebbe che dopo Papa Bergoglio dovrebbe arrivare solo un altro Papa, quindi, per l’appunto, Francesco sarebbe il penultimo pontefice. Quest’ultimo papa si dovrebbe chiamare Pietro Romano.
E su quest’ultimo pontefice c’è un presagio ancora più preoccupante, in quanto, secondo tale profezia, costui andrebbe ad assistere alla fine di Roma, che nella profezia è definita la città dai 7 colli. La fine di Roma, però, non sarebbe intesa come fine della Capitale in sé, ma proprio come fine del mondo e conseguente giudizio universale.
Tuttavia, per gli storici, le precedenti profezie di Malachia che si sono realizzate non rappresenterebbero una prova e che tutto il testo corrisponderebbe a un falso storico. Ergo, il santo potrebbe aver realmente scritto i motti, ma poi sarebbero stati nuovamente elaborati e quindi adattati in base alle circostanze.
Per gli storici questa profezia potrebbe aver funto da arma psicologica da parte della Chiesa. L’utilizzo di testi profetici sarebbe stato usato spesso in passato, in particolare in contesti in cui la politica non era solida. Tuttavia, non ci sono neppure prove che questo sia il caso delle profezie di Malachia.