Pappataci, un incubo peggiore delle zanzare: rischi delle punture e come curarle

Insetti molto diffusi durante l’estate, il morso dei pappataci può rivelarsi estremamente pericoloso: ecco tutto quello che c’è da sapere.

I pappataci, chiamati anche flebotomi, sono insetti dell’ordine dei ditteri e fanno parte del gruppo degli ectoparassiti, cioè di quei parassiti che vivono sulla superficie esterna dell’ospite o nelle cavità di naso, bocca e orecchie. In Italia ne sono presenti alcune specie e, proprio queste presenti sul nostro territorio, sono possibili vettori di virus, batteri e parassiti di vario tipo.

Pappataci: i rischi
Pappataci: i rischi della puntura (grantennistoscana.it)

Il nome pappataci deriva dal fatto che, diversamente dalle zanzare, quando si avvicinano all’ospite e lo pungono non emettono alcun suono, “pappa” e “taci” indicano proprio che si nutrono in completo silenzio. Ecco però cosa fare se si viene morsi.

Per alcune loro caratteristiche, i pappataci sono molto simili alle zanzare. Come per le prime, infatti, ad essere ematofaghe sono le femmine, le quali per il ciclo riproduttivo si nutrono del sangue di esseri umani ed animali. A differenza loro, però, sono animali prevalentemente notturni e non riescono a volare controvento, per cui non si allontanano di molto dal luogo in cui nascono.

In Italia, ne sono colpite soprattutto le zone costiere, sebbene se ne distingua un buon numero anche nelle zone collinari e in generale dove d’estate c’è un caldo umido, clima amato da questi insetti. Ecco però cosa succede se si viene morsi dai pappataci e cosa si deve fare.

Pappataci: ciclo di vita e comportamento

Essendo animali prevalentemente notturni, i pappataci di giorno amano annidarsi in luoghi bui e umidi: perfetti sono i buchi all’interno delle cortecce degli alberi, i sottovasi dove ristagna un po’ di acqua o le crepe dentro ai muri. Di notte, escono per nutrirsi di linfa delle piante, sostanze zuccherine e nel caso delle femmine per succhiare un po’ di sangue, fondamentale per la riproduzione e la deposizione delle uova.

Pappataci e zanzare: differenze
Pappataci e zanzare: differenze e similitudini tra i due insetti (grantennistoscana.it)

Una delle pochissime caratteristiche che vi consentono di distinguere un pappatacio da una zanzara è l’assenza di ronzio: poiché i primi non sono abili volatori, le loro ali non si muovono velocemente come quelle delle zanzare e di conseguenza non creano quel suono così identificativo. I pappataci volano così male che, in alcuni casi, il loro stile di movimento sembra più simile a un saltello che a un volo vero e proprio.

Puntura di pappatacio: cosa fare e cosa si rischia

Come già anticipato, dei pappataci sono solo le femmine a pungere. Quando questi animali riescono a trovare una vittima, quest’ultima difficilmente si rende conto della puntura nel momento in cui avviene. Dopo qualche minuto, però, può scatenarsi sulla pelle una lesione maculo-papulosa spesso pruriginosa e dolorosa, scatenata dalla saliva dell’insetto. In alcuni casi, può apparire anche un vero e proprio eritema, segno di una reazione allergica alla puntura: in questo caso è meglio chiamare il medico.

Morsi di pappataci: cosa fare
Morsi di pappataci: cosa fare e come intervenire (grantennistoscana.it)

Il morso dei pappataci è però correlato a un rischio di malattie, poiché questi insetti sono portatori di virus, batteri e patogeni di vario tipo. Una delle più diffuse e più spaventose è la Leishmaniosi, pericolosa soprattutto per i cani: scatenata dai parassiti del genere Leishmania, si può concretizzare in una forma cutanea, in una muco-cutanea con lesioni alle mucose della bocca o del naso o nella sua forma viscerale che, se non curata, può portare alla morte.

Pericolosa anche la febbre da pappataci, nota anche come febbre dei tre giorni: si tratta di una patologia infettiva trasmessa proprio dal morso di questo insetto, che si concretizza in una sorta di stato influenzale e febbrile dalla durata esatta di tre giorni. Tipica dell’estate, è nota anche come febbre estiva.

Nei casi più pericolosi, i pappataci sono veicolo del virus Toscana, responsabile di encefaliti, meningiti e meningoencefaliti. Chiamato così per il luogo in cui venne isolato per la prima volta, questo virus causa problemi al sistema nervoso centrale: per quanto la meningite da esso scatenata sia meno severa rispetto alle altre forme, è sempre meglio recarsi dal medico nel caso in cui si noti mal di testa e rigidità al collo.

Come curare le punture di pappataci

Se un pappatacio vi ha morso, in attesa di far controllare al vostro medico di fiducia la puntura per escludere qualsiasi problematica più grave potete curare la lesione con sostanza naturali.

rimedio punture di pappataci
Gel di Aloe vera contro le punture: come curarle in modo naturale -(grantennistoscana.it)

La prima è la camomilla, che possiede proprietà lenitive e disinfettanti: prendetene una bustina, imbevetela d’acqua e posizionatela sulle punture, lasciando agire per qualche minuto. Allo stesso modo è ottimo anche il Tea Tree Oil, antibatterico naturale in grado di togliere il prurito e seccare le pustole, ove presenti.

Ottimo in caso di punture di pappataci anche il gel di Aloe vera, in grado di rinfrescare la cute danneggiata e perfetto soprattutto in presenza di rush eritematoso. La sua azione antinfiammatoria e antibatterica consente di attenuare il dolore e il prurito: tenetene sempre un po’ in casa, poiché è davvero utilissimo.

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