Parcheggiare male l’auto può essere sintomo di una grave malattia

Un atto apparentemente banale come quello di parcheggiare l’automobile può rivelare molto sullo stato di salute di una persona. Parola di esperto.

Dimmi come parcheggi e ti dirò quanto sano sei. Chi lo avrebbe mai detto? Un’azione normalissima e scontata nella sua meccanicità è un utile indicatore dello stato di salute mentale di un individuo. A dirlo è la scienza, con tanto di dati alla statistiche alla mano. Se abbiamo difficoltà a posteggiare la nostra automobile, la situazione potrebbe essere piuttosto grave. In che senso?

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Un’azione normalissima e scontata nella sua meccanicità è un utile indicatore dello stato di salute mentale di un individuo. (Grantennitoscana.it)

Diciamo subito che ci troviamo nel campo della salute mentale. Il problema riguarda principalmente la perdita di memoria, ma non solo. Tra i segni che possono indicare che si soffre di Alzheimer c’è proprio la difficoltà a parcheggiare la propria automobile: un gesto che condensa in uno spazio e in un tempo limitato la nostra capacità di concentrazione e il nostro senso di orientamento e della misura.

Tutte le avvisaglie prima della diagnosi

Come sempre, è utile descrivere una determinata patologia partendo da un caso concreto che ha visto protagonista una persona in carne ed ossa. Alla giornalista britannica Fiona Phillips, 62 anni, è stata diagnosticato il morbo di Alzheimer: non è purtroppo la prima paziente né l’ultima a fare i conti con questa terribile malattia. Ad attirare l’attenzione dei media e degli specialisti è stato però il suo racconto di come ha scoperto quel nemico invisibile.

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Il sintomo principale dell’Alzheimer è la perdita di memoria, ma la malattia può anche lanciare campanelli d’allarme meno comuni. (Grantennistoscana.it)

Fiona Phillips aveva accusato per mesi spiacevoli episodi di perdita di memoria e problemi di ansia, ma pensava che i sintomi fossero dovuti alla menopausa. La situazione è andata così avanti fino a quando, esasperata, la giornalista non ha cercato l’aiuto di uno specialista. A quel punto, purtroppo, è arrivata la temuta diagnosi: soffriva di demenza.

Parlando con il quotidiano Metrópoles, il neurologo Carlos Enrique Uribe, del DF Star Hospital in Brasile, afferma che il sintomo principale dell’Alzheimer è la perdita di memoria, ma la malattia può anche lanciare campanelli d’allarme meno comuni, come ansia e depressione, a seconda della regione del cervello che viene colpita. Vediamoli uno per uno.

I campanelli d’allarme meno comuni dell’Alzheimer

Ecco cinque segni comportamenti sui generis che, a detta degli esperti, possono indicare l’Alzheimer:

1. Dare soldi agli estranei

Può accadere se la malattia colpisce la corteccia prefrontale ventromediale e orbitofrontale, regioni del cervello responsabili del processo decisionale. Il risultato è una perdita del controllo sulla gestione del denaro.

2. Sbalzi d’umore improvvisi

“Una persona classificabile come emotivamente stabile e non affetta problemi psichiatrici che inizia ad avere improvvisi sbalzi d’umore all’età di 60 anni dovrebbe prendere questo cambiamento come un segnale di avvertimento e cercare un aiuto medico”, raccomanda Carlos Enrique Uribe.

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che ci siano 47,5 milioni di persone affette da demenza in tutto il mondo. (Grantennistoscana.it)

3. Fare scelte di abbigliamento disastrose

La difficoltà nell’abbinare pezzi e l’uso di indumenti inadeguati per un certo ambiente possono essere indicatori di Alzheimer. L’ideale è cercare uno specialista per escludere problemi cognitivi.

4. Parcheggiare male l’auto

L’Alzheimer influisce sulla capacità motoria, che può riflettersi, ad esempio, nel modo in cui il paziente parcheggia l’auto. Qualcuno che in precedenza guidava bene, ma ha iniziato a parcheggiare l’auto storta senza un motivo apparente, dovrebbe prendere questo comportamento come un segnale di avvertimento.

5. Dire molte imprecazioni

“Una persona che non ha mai detto parolacce di fronte ai bambini, ma che all’età di 60 anni inizia a parlare di oscenità, dovrebbe indagare su questo improvviso cambiamento di comportamento”, raccomanda il dottor Uribe.

Ricordiamo che la demenza è un termine generico usato per designare un insieme di malattie come l’Alzheimer – che statisticamente rappresenta circa i due terzi di tutti i casi – caratterizzate da cambiamenti cognitivi che possono essere associati a perdita di memoria, mutamenti nel linguaggio e disorientamento nel tempo o nello spazio.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che ci siano 47,5 milioni di persone con demenza in tutto il mondo e prevede che questo numero potrebbe raggiungere i 75,6 milioni entro il 2030 e quasi triplicare entro il 2050 a 135,5 milioni.

Come si è visto, i sintomi della demenza possono variare notevolmente, ma la malattia è conclamata se almeno due delle seguenti funzioni mentali principali risultano compromesse in modo significativo:

  • la memoria
  • la comunicazione e il linguaggio
  • la capacità di concentrarsi e di prestare attenzione
  • il ragionamento e il giudizio
  • la percezione visiva.

Va pur detto che molte persone hanno problemi di perdita di memoria, ma ciò non significa che siano affette dal morbo di Alzheimer o da altro tipo di demenza.
Possono esservi molte diverse cause all’origine del fenomeno. Il consiglio è sempre quello di rivolgersi a un medico per un esame approfondito e una cura mirata.

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