Molto chiacchierata e grande obiettivo della società moderna, la parità di genere auspica a pari diritti per uomini e donne. Ecco a che punto siamo
Non si può di certo dire che, nelle ultime decine di anni, non ci siano stati miglioramenti nella lotta per l’ottenimento di pari diritti ed opportunità per uomini e donne. Se pensiamo alle nostre nonne, la nostra quotidianità gode sicuramente di benefici che loro non si potevano neanche immaginare. A partire dal diritto di voto, in Italia conquistato dalle donne solo nel 1946, sono molte le battaglie quotidiane che sono state vinte, come l’accesso alla scolarizzazione e alla formazione anche universitaria. Di fatto, però, se molto si è già fatto, molto si deve ancora fare: ecco come siamo messi.
A riferire l’attuale situazione in merito alle lotte per la parità di genere è il Global Gender Gap Report 2022, il quale riferisce qual è ad oggi, in termini pratici, la differenza che sussiste a livello globale tra uomini e donne. I numeri non sono incoraggianti, nonostante quanto abbiamo detto in apertura di questo articolo: secondo questo report, ci vogliono ancora 132 anni per raggiungere l’effettiva parità di genere a livello mondiale. Questo, però, non toglie e non annulla tutti gli sforzi compiuti dagli uomini e dalle donne per ottenere quanto oggi esiste: ecco a che punto siamo e cosa dobbiamo ancora conquistare.
Quando si parla di parità di genere, molti fanno rifermento al concetto di uguaglianza tra uomini e donne. Di fatto, però, questo sembra prescindere dalle naturali diversità che sussistono tra i due sessi, in termini biologici e non solo. Di conseguenza, è meglio definirla come la necessità che uomini e donne abbiano, in qualsiasi settore della vita, pari opportunità.
Questo indica la necessità che entrambi possano accedere a qualsiasi posizione di vita e di lavoro, senza forme di discriminazione alcuna. Obiettivo è quindi l’abbattimento di tutti quegli stereotipi, ancora fortemente radicati nella società moderna, secondo i quali la donna sia più portata alle attività di cura della famiglia e l’uomo, invece, meno: questa credenza rafforza il pregiudizio e, di conseguenza, sostiene la discriminazione riferita all’accesso delle donne a determinate posizioni professionali.
Il dibattito della parità di genere riguarda però non solo l’ambito professionale, ma anche qualsiasi altra situazione della vita di tutti i giorni: la vita casalinga e famigliare, l’attività sportiva e le passioni personali, l’ambito economico e finanziario e così via. Nell’ambito sportivo, ad esempio, è innegabile che negli ultimi anni le donne abbiano effettuato grandi conquiste, ad esempio per quanto riguarda il calcio: oggi, infatti, tutti sappiamo che in Italia esiste una nazionale di calcio femminile.
Di fatto, però, la situazione degli stipendi è un esempio di come ci sia da fare ancora molto: se nell’ambito maschile le cifre sono esorbitanti, in quello femminile non solo sono nettamente più basse ma, in alcuni sport, non consentono alle atlete di scegliere quello come unica fonte di reddito, costringendole a svolgere anche un altro lavoro per mantenersi.
Se quindi il vedere scendere in campo la nazionale femminile, sentire i programmi di sport che ne parlano, vedere i primi arbitri donna arbitrare partite di serie A sono segni di progresso, dall’altro lato non si deve credere che bastano queste conquiste per l’effettiva parità. Molto si è fatto, ma molto si deve ancora fare.
Un’altra tematica molto importante riguarda l’effettiva parità di genere nello svolgimento di hobby ed attività ricreative. In ambito famigliare, se ci si pensa, sono molti gli uomini che una o più sere a settimana si concedono la partita di calcio o di tennis con gli amici, come svago. Di fatto, sono molte meno le donne che, una volta avuti i figli, riescono a mantenere intatte le proprie occasioni di socialità e di svago: questo è dovuto a un antico retaggio culturale secondo il quale i figli abbiano bisogno più delle mamme, che dei papà.
Questo, però, è un altro dei prossimi obiettivi della lotta verso la parità di genere: consentire a mamme e papà di organizzare al meglio la propria vita famigliare, senza pregiudizi o preconcetti, consente ad entrambi di ritagliarsi del tempo per sé, così da essere più sereni quando si è in famiglia.
A livello artistico e musicale, si può dire che oggi questi settori stiano vivendo un’importante rivoluzione in senso inclusivo e paritario. Se pensiamo al Festival di Sanremo, l’evento artistico più importante d’Italia nel suo genere, quello del 2023 ha visto Francesca Michielin dirigere l’orchestra in occasione dell’esibizione di Emma Marrone: si tratta di una presenza che, solo vent’anni fa, era del tutto impensabile. Se quindi molto è stato fatto, molto si deve fare: è importante continuare a lottare anche per abbattere gli stereotipi riferiti a tutti i lavori dell’ambito artistico e musicale, come tecnici, produttori e talent scout, ruoli molto spesso esclusivamente maschili.
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