Parlano male di te al lavoro: la legge ti difende in modo facile | Procedura da conoscere assolutamente

Se i colleghi parlano male di altri colleghi, potrebbe essere necessario ricorrere alla Legge, per tutelare diritti personali e di lavoro.

Tutti probabilmente abbiamo svolto dei lavori in ambienti in cui non eravamo sereni. Purtroppo spesso pur di portare uno stipendio a casa siamo costretti a subire situazioni stressanti. Tra i vari problemi potremmo incorrere nelle “chiacchiere da ufficio”, che però potrebbero andare oltre e diventare una questione legale.

cosa fare se i colleghi parlano male
La legge può tutelarti se scopri pettegolezzo al lavoro su di te – grantennistoscana.it

Oggi poi, con le chat WhatsApp, il rischio di “spie” e di comportamenti scorretti è ancora più alto. Sono davvero tanti i casi in cui un dipendente è stato licenziato per aver “parlato male del capo” in un gruppo di messaggistica aziendale. La Legge, tra l’altro, concede a un collaboratore di “fare la spia”; ovvero se un dipendente denuncia un altro per comportamento scorretto, a livello giuridico la testimonianza sarà ritenuta valida.

Il problema sorge, piuttosto, quando un dipendente calunnia un altro lavoratore, innescando così una compromissione del benessere di quest’ultimo e mettendolo anche a rischio licenziamento. In questi casi è sempre la Legge che norma i comportamenti e dunque i diritti e i doveri di tutti.

Se i colleghi parlano male di me, come posso difendermi dalle calunnie?

In un ambiente di lavoro possono purtroppo verificarsi molte situazioni disagevoli. Per potersi difendere a livello legale, però, bisogna che gli atteggiamenti effettuati siano precisi.

Ad esempio, non si può denunciare un collega solo perché ha parlato male di qualcuno al proprio capo. In pratica la denuncia per calunnia può scattare solamente se il calunniatore ha detto qualcosa di non vero alle Autorità, ovvero Polizia, Carabinieri eccetera. Il datore di lavoro non è un’Autorità, e quindi non si può avviare una denuncia.

come sconfiggere pettegolezzo
Le calunnie al lavoro possono essere sconfitte così – grantennistoscana.it

Se però qualcuno ha dato informazioni menzognere al capo, è anche vero che questi ha il dovere di confutarle prima di licenziare o emettere provvedimenti contro la “vittima”. Dunque servono prove concrete per arrecare un danno concreto. Il datore di lavoro ha però il dovere di informare il lavoratore “calunniato” e di dargli la possibilità di difendersi, verbalmente o per iscritto. Trascorso qualche giorno il datore di lavoro potrà sanzionare il soggetto interessato, ma anche in questo caso si potrà impugnare la sanzione entro 2 mesi, rivolgendosi a un avvocato per la propria difesa.

Prendiamo poi il caso che un collega parli male di un altro dipendente non solo al capo, ma di fronte a tutti gli altri colleghi. In questo caso si parla di “diffamazione” e il soggetto interessato può sporgere denuncia. Si parla di “diffamazione” quando ovviamente si riferiscono cose non vere sul soggetto, e soprattutto dicerie che possono compromettere la sua reputazione e il posto di lavoro. In questo caso servono però delle prove concrete.

Come si ottengono le prove per denunciare i colleghi e/o difendersi da calunnie e diffamazione

Abbiamo detto che per certi versi le “chiacchiere in ufficio” lasciano il tempo che trovano, come recita un vecchio detto. In caso di violazioni gravi, però, è opportuno difendersi ma al tempo stesso dobbiamo provare che sia stato perpetrato un danno reale e concreto.

A livello legislativo, possiamo e anzi dobbiamo produrre delle prove, se vogliamo sporgere denuncia. Ma come fare? Secondo la Legge possiamo usare un registratore vocale, in modo da tutelare i nostri diritti. La registrazione però è valida solamente se durante “la calunnia” il soggetto interessato è presente.

posso registrare i colleghi col cellulare
Esistono svariati modi per ‘incastrare’ i colleghi che parlano male di te – grantennistoscana.it

In pratica, non possiamo lasciare un registratore nel cassetto del collega, per “pizzicarlo” mentre parla male di noi a nostra insaputa. Inoltre le registrazioni ottenute non vanno poi conservate dopo che il procedimento legale è terminato e non si possono ovviamente cedere a terzi. Lo stesso discorso vale per le registrazioni video.

Riguardo invece alle chat dei gruppi di colleghi, bisogna prestare molta attenzione: spesso i Giudici non hanno considerato validi gli screenshot; questo perché comunque le conversazioni nei gruppi sono “private” e dunque non possono essere divulgate/considerate come prove.

Come difendersi dal mobbing o dallo stalking nel luogo di lavoro

Anche il mobbing è un fenomeno che capita molto spesso: i colleghi possono attuare vari tipi di comportamenti per bullizzare o isolare un altro lavoratore.

Se ciò accade, è il datore di lavoro che deve rispondere e gestire la situazione; in pratica, deve accogliere la segnalazione del dipendente che sta subendo le ingiustizie e decidere quali provvedimenti attuare. Tra l’altro se il soggetto vittima di mobbing riesce a dimostrarlo, può ottenere il risarcimento dei danni psicologici subiti. Anche in questo caso, però, servono cospicue prove, accumulate tramite registrazioni, messaggi, mail e quant’altro previsto dalla Legge.

Mobbing e stalking sono due tipi di violenza molto simili. Se un lavoratore le subisce può agire come suggerito poco sopra per tentare di ottenere giustizia. Il datore di lavoro, dal canto suo, può anche decidere di trasferire in altre sedi uno o più dipendenti che, in modo attivo o passivo, abbiano compromesso la produttività del team. Ciò può accadere anche senza far intervenire le Forze dell’Ordine o avviare una denuncia.

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