Anche se appare strano, proprio questo è il momento migliore per rifornirsi di pellet. Controllare i codici ci evita di essere truffati.
Ci avviciniamo al cuore dell’estate ma è già tempo di pensare a come riscaldarsi per il prossimo inverno.
Il caldo da qualche giorno ha cominciato a mordere – anche se, grazie al cielo, non ai ritmi forsennati dall’estate 2022 – ma già si comincia a parlare della stagione invernale.
Malgrado i prezzi altalenanti al primo posto tra i combustibili più gettonati c’è sempre il pellet, soprattutto adesso che l’andamento del prezzo sembra essere entrato in una fase nettamente calante. Già nei primi mesi del 2023 il costo del pellet si è drasticamente abbassato. Merito anche dei numerosi correttivi messi in campo dal governo guidato da Giorgia Meloni, tra i quali anche la riduzione dell’Iva.
Comunque sia, nessuno è riuscito a scalzare il pellet dalla vetta del biocombustibile preferito dagli italiani che lo hanno scelto – e presumibilmente continueranno a farlo – come opzione numero uno per alimentare i propri impianti di riscaldamento.
Anche il prezzo del pellet è stato pesantemente condizionato dai rincari stellari del prezzo del gas naturale, arrivato nel 2022 a costare 25 volte il prezzo del 2020. Se infatti nel 2020 il prezzo del gas si attestava a 8,219 euro al megawattora, ad agosto 2022 abbiamo toccato la quota monstre di 231,736 euro al megawattora.
Un’impennata che ha avuto pesanti ricadute anche sul prezzo del pellet, che nei mesi finali del 2022 ha toccato i 15 euro a sacchetto. Per fare un paragone basti pensare che negli anni precedenti il prezzo si aggirava sui 4 euro a sacchetto. I conti sono presto fatti: rispetto ai dati del 2021 il prezzo del pellet risultava quasi quadruplicato.
Ciononostante, stando ai dati di ARERA, il pellet è rimasto ancora la biomassa più amata dagli italiani e anche quella più conveniente. Il risparmio si è materializzato grazie alle politiche al ribasso dei prezzi portate avanti dall’esecutivo, in particolare attraverso il taglio dell’Iva (più che dimezzata) scesa al 10% dal precedente 22%.
Per realizzare un altro bel risparmio è però necessario individuare quale sia il momento migliore per comprare e fare grande attenzione ai codici. Vediamo come si può fare e gli accorgimenti da attuare per risparmiare ancora sull’acquisto di pellet.
È facile prevedere che in un ipotetico sondaggio sul biocombustibile preferito dagli italiani il pellet riscuoterebbe molto probabilmente i maggiori consensi. Lo scorso inverno sono state numerose le famiglie che hanno optato per la stufa a pellet per riscaldare i propri appartamenti. Per quale motivo?
È presto detto: si tratta di impianti capaci di abbinare una grande sicurezza a un ottimo rendimento anche in locali molto ampi da riscaldare. Questo spiega perché malgrado i pesanti rincari il pellet sia rimasto l’opzione più gettonata dagli italiani.
Come detto nei mesi scorsi il prezzo del pellet è schizzato alle stelle per via dell’impennata del prezzo del gas naturale e della penuria di materia prima. Il nostro Paese non è certo tra i più grandi produttori di pellet ma rientra sicuramente nel novero dei maggiori utilizzatori.
Secondo le stime, in un anno in Italia ne vengono consumate circa 3.35 milioni di tonnellate a fronte di una produzione di appena 450 mila tonnellate. Il fabbisogno italiano di pellet viene dunque coperto in grandissima parte grazie alle importazioni. La gran parte del biocombustibile (circa l’85%) è frutto dell’importazione da Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria e Croazia.
L’Associazione Italiana per le energie agroforestali (AIEL) ha diffuso dei prezzi che paiono indicare una discesa di prezzo rispetto all’ultimo mese di dicembre. La diminuzione pare attestarsi al 17% a sacchetto con un risparmio medio pari a circa 1,70 euro. Allo stato attuale il costo medio si aggira intorno ai 9,21 euro e tutto sembra indicare che il calo si protrarrà nel corso del tempo.
L’abbassamento del prezzo è legato sicuramente al taglio dell’Iva, passata come detto al 10% dal precedente 22% grazie alla manovra di bilancio 2023.
Il momento più propizio per acquistare pellet sembra proprio quello attuale, in previsione dell’inverno. Il prezzo del pellet è influenzato da fattori come domanda e offerta, luogo di produzione e qualità del legno.
Forse però non tutti sono al corrente che c’è la possibilità di realizzare un ulteriore risparmio sull’acquisto di pellet e rifornirsi di biocombustibile per la prossima stagione invernale.
Acquistando in alcuni periodi dell’anno il risparmio è praticamente garantito. In questo senso l’estate è un momento particolarmente propizio. Infatti per ovvi motivi la domanda di pellet durante la stagione estiva è parecchio bassa e perciò le prospettive di risparmio si innalzano notevolmente.
Occhio però alle truffe, sempre possibili e in agguato. Per non cadere in raggiri e rischiare anche danni alla salute bisogna che il pellet sia di qualità. Ragione per cui converrà sempre mettersi nelle mani di fornitori certificati e affidabili.
Ci sono infatti alcuni standard internazionali che il pellet deve rispettare. Come ENplus A1 o A2. Si tratta dei codici che ne certificano:
Bisogna prestare attenzione anche all’imballaggio, perché va a influire sul prezzo del pellet fino a 26-30 euro a tonnellata.
La riduzione del prezzo del pellet è dovuta in buona parte allo “sconto” sull’Iva, più che dimezzata passando dal 22% al 10%. Ma non è l’unica ragione dei prezzi più bassi. A monte c’è anche il timore dei produttori di non vendere i loro prodotti e anche il calo del prezzo del gas naturale.
Tanto grossisti infatti, trovandosi i depositi pieni, hanno deciso di svendere il prodotto preoccupati di non riuscire a recuperare gli investimenti fatti. Infine un contributo decisivo alla discesa del prezzo è venuto dal calo del prezzo del legno, a sua volta in discesa dopo i rincari degli scorsi mesi.
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