Se in cucina sei solito usare la pellicola per coprire qualsiasi cosa, è ora che tu sappia tutta la verità: ecco come la puoi sostituire!
Comodissima per conservare qualche avanzo di cibo in frigorifero o per richiudere un barattolo che è stato aperto e di cui si è perso il coperchio, la pellicola è l’assoluta protagonista di ogni cucina e di ogni dispensa, soprattutto per le vecchie generazioni, è assolutamente insostituibile.
In realtà, però, più si va avanti con gli anni e più si è consci del pericolo che costituisce per l’ambiente: essendo di fatto un usa e getta, contribuisce all’accumulo di rifiuti e all’inquinamento. Ecco quindi perché non andrebbe più usata e con cosa la si può sostituire.
Innanzitutto, è bene distinguere due tipi di pellicole. Quella in PVC ( polivinilcloruro di vinile) è in assoluto la più diffusa ed è quella più flessibile ed aderente al cibo, mentre quella in PE (polietilene) è impermeabile e protettiva, seppur meno flessibile e più costosa.
Una volta chiara questa distinzione, scendiamo nel dettaglio dei due tipi di pellicola e, soprattutto, in relazione alla necessità di ridurre questa metodologia di conservazione dei cibi: sostituitela subito.
La pellicola in PVC: inquinamento e regolamentazione
Se la pellicola in PE sembra migliore sotto il profilo ambientale e anche sotto quello salutistico, quella in PVC invece risulta inquinante già nella fase di produzione industriale. Per realizzarla e per renderla così flessibile, infatti, si rilasciano nell’ambiente delle sostanze chimiche dannose; per di più, proprio le sue caratteristiche di aderenza e flessibilità la rendono un rifiuto di difficile smaltimento.
La legge Ue n.10/2011 ha consentito l’uso di polivinilcloruro di vinile nelle pellicole per uso alimentari e, nello specifico, ha determinato il limite massimo di migrazione di particelle in 10 ppb, cioè lo 0.01 mg di sostanza per ogni chilo di alimento. Il rischio principale è legato ai ftalati, usati nella realizzazione di questi materiali: la migrazione negli alimenti potrebbe causare alterazioni ormonali e il rischio è tanto maggiore quanto più si usa la pellicola con cibi grassi.
Ecco quindi i diversi motivi per cui non dovremmo più acquistare ed usare la pellicola: oltre all’inquinamento ambientale causato già nella fase produttiva, se non leggiamo bene la confezione e se non la usiamo nel modo corretto rischiamo anche di incorrere in problemi di salute non indifferenti.
Pellicola alimentare: dove si butta?
Uno dei dubbi amletici di chi usa spesso la pellicola alimentare riguarda le sue modalità di smaltimento. Pur sembrando un rifiuto che va smaltito nella plastica, il fatto che sia sporco di cibo e di unto spesso fa venire il dubbio che debba andare nell’indifferenziato. In realtà, è giusta la prima soluzione: sebbene spesso sia sporca, la pellicola va gettata con la plastica.
Chi ha inventato la pellicola alimentare?
A inventare per la prima volta un materiale che potesse rendere impermeabile il tessuto fu l’ingegnere Jacques E. Brandenberger. Nel 1908, infatti, all’interno di un ristorante vide un bicchiere di vino cadere sul tavolo e macchiare la tovaglia. Per risolvere il problema, l’ingegnere iniziò a pensare a un modo per rendere il tessuto impermeabile e quindi ci mise sopra della viscosa liquida.
A quel punto, però, notò che la viscosa era diventata una pellicola trasparente, il cellophane. La produzione di questa pellicola iniziò nel 1913 e, dal 1930 in poi, questo prodotto divenne famoso soprattutto per la sua capacità di avvolgere i cibi e renderli inattaccabili dai germi. Da quel momento in poi, anche le tecnologie migliorarono e la pellicola alimentare diventò sempre più performante, fino ad oggi.
Alternative alla pellicola: tutte le soluzioni
Proprio per ridurre l’uso di pellicola per alimenti, sul mercato sono arrivate valide alternative. La prima è quella biodegradabile compostabile e realizzata in Mater-Bi, sicura sia per l’ambiente che per la nostra salute.
Comodissimi, poi, anche gli imballaggi naturali Beeopak, realizzati in Italia con resina di pino, cera d’olio, cera d’api e olio di nocciole. Esistono molte varianti di questi prodotti e i consumatori ne sono molto soddisfatti: questi imballaggi hanno proprietà traspiranti ed antibatteriche e conservano gli alimenti perfettamente.
Un metodo ancora più sicuro è quello di conservare gli avanzi di cibo e tutti gli alimenti che lo necessitano in contenitori di vetro, da riporre poi in frigorifero in modo comodo e funzionale. In questo modo, non solo si riduce il consumo di pellicola alimentare ma anche di plastica in generale, che in alcuni casi può rilasciare tossine negli alimenti.
Infine, perfetti sono anche i coperchi di silicone, che si possono adattare ai diversi formati dei contenitori: in questo caso, ci si deve assicurare che sia un silicone atossico e che sia di qualità. Questi ultimi due possono essere comodamente lavati in lavastoviglie.