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Economia

Pensione anticipata e finestra di 3 mesi: si può continuare a lavorare per non restare senza stipendio?

Tra le varie opzioni per il congedo dal lavoro c’è la pensione anticipata. Ecco tutto quel che c’è da sapere al riguardo. 

Mai sentito parlare della pensione anticipata? È la possibilità di uscire dal lavoro con un requisito di età inferiore a quello previsto per il pensionamento di vecchiaia, attualmente pari a 67 anni. Ma non tutti possono beneficiarne. Ne hanno diritto gli iscritti presso la generalità delle gestioni previdenziali amministrate dall’Inps, con un minimo di 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne. Vediamo nel dettaglio tutti i requisiti, le opzioni e i paletti.

Hanno diritto alla pensione anticipata gli iscritti presso la generalità delle gestioni previdenziali amministrate dall’Inps, con un minimo di 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne. (Grantennistoscana.it)

Si può anche ottenere la pensione anticipata con un requisito ridotto, pari a 41 anni di contribuzione, più 3 mesi di finestra, ma a due condizioni.

  1. Il beneficiario è un lavoratore precoce, cioè in possesso di almeno 12 mesi di contributi da effettivo lavoro prima del 19° anno di età.
  2. Appartenenza a una serie categorie tutelate: disoccupazione a seguito di licenziamento, anche collettivo, o di dimissioni per giusta causa, o per effetto di risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di conciliazione obbligatoria; caregiver; invalidità civile almeno al 74%; svolgimento di lavori gravosi per almeno 6 anni negli ultimi 7 prima del pensionamento, o per almeno 7 anni nell’ultimo decennio; svolgimento di lavori usuranti o a turni notturni.

Il nodo dei contributi e i criteri di calcolo

Ai fini del raggiungimento del requisito pensionistico sono validi tutti gli accrediti contributivi: obbligatori, volontari, da riscatto, figurativi. L’importante è che risultino almeno 35 anni di contribuzione al netto degli accrediti figurativi per disoccupazione indennizzata, malattia e infortunio non integrati dal datore di lavoro. Si può ottenere il requisito contributivo anche in regime di cumulo, cioè sommando i versamenti accreditati presso gestioni previdenziali diverse, casse professionali comprese.

I lavoratori che non possiedono accrediti contributivi al 31 dicembre 1995 possono ottenere, oltre alla pensione anticipata ordinaria, la pensione anticipata contributiva. (Grantennistoscana.it)

C’è anche un’ulteriore possibilità di pensione anticipata. I lavoratori che non possiedono accrediti contributivi al 31 dicembre 1995 possono ottenere la pensione anticipata contributiva. Si tratta di un trattamento pensionistico che può essere fruito solo se si soddisfa una serie di requisiti. E in particolare: età minima di 64 anni, almeno 20 anni di contributi versati, un importo minimo della pensione pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Per soddisfare il requisito di 20 anni di versamenti è possibile utilizzare anche il cumulo contributivo. Ma sono ammesse le sole casse di previdenza – comprese quelle professionali – i cui trattamenti siano da calcolare con sistema integralmente contributivo.

Quanto alle modalità di calcolo, sono le stesse di tutti gli altri trattamenti previdenziali INPS. Si utilizza il sistema retributivo fino al 31 dicembre 2011, e poi quello contributivo, per chi possiede almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995; quello retributivo fino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995. Solo il contributivo, invece, per chi non possiede accrediti al 31 dicembre 1995 e per chi sceglie di avvalersi dell’opzione al contributivo e per agli accrediti presso la gestione Separata. La pensione anticipata può anche essere integrata al trattamento minimo o beneficiare delle maggiorazioni sociali, tra cui il cosiddetto incremento al milione, nonché della quattordicesima.

Il chiarimento sulla “finestra” di tre mesi

La data chiave da tenere in considerazione, per chi aspira alla pensione anticipata, è il 31 dicembre 2026. Fino a quel giorno, infatti, per effetto del Dl n. 4/2019, al requisito contributivo non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita come stabiliti dall’Istat. Una volta maturato il requisito contributivo, per la liquidazione della pensione è necessaria l’attesa di un periodo di “finestra” pari a 3 mesi. Durante quel periodo è possibile continuare a lavorare, mentre non è previsto il raggiungimento di un requisito anagrafico minimo.

Il D.L. n. 112/2008 prevede la piena cumulabilità del trattamento pensionistico anticipato e di anzianità con i redditi di lavoro. (Grantennistoscana.it)

Il diritto alla liquidazione del trattamento pensionistico è subordinato alla cessazione di ogni attività di lavoro dipendente. Mentre non è necessaria alcuna interruzione per i rapporti di lavoro autonomo o parasubordinato. In seguito è tuttavia possibile iniziare un nuovo rapporto di lavoro dipendente: il D.L. n. 112/2008 prevede la piena cumulabilità del trattamento pensionistico anticipato e di anzianità con i redditi di lavoro.

Come presentare la domanda di pensione anticipata

Per elaborare e trasmettere la richiesta di pensione anticipata, occorre effettuare l’accesso al portale web dell’INPS tramite credenziali SPID oppure attraverso CNS o Carta d’identità elettronica. Una volta entrati, è necessario accedere al servizio “Domanda di prestazioni pensionistiche: Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci. E poi seguire le istruzioni. Data la complessità della procedura di presentazione della domanda, è consigliabile avvalersi del contact center Inps integrato, disponibile al numero 803.164 (06.164.164 per utenze mobili) o dell’assistenza di un patronato.

Enrico DS

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