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Economia

Pensioni, sicuri vi abbiano sempre pagato i contributi? C’è un modo per saperlo | Trattenete il fiato

Come facciamo a vedere se il datore di lavoro ci ha sempre versato i contributi previdenziali all’Inps? Scopriamolo subito.

Può succedere che dopo aver lavorato per qualche tempo in una ditta privata ci sorgano dubbi sulla serietà dell’azienda. Per cui potremmo avere il sospetto che i titolari non abbiano versato con regolarità i contributi previdenziali all’Inps. Inutile dire che, stando così le cose, potremmo trovarci una brutta sorpresa al momento di andare in pensione.

Contributi Inps: come facciamo a controllare che ce li abbiano versati? – grantennistoscana.it

Per evitare di rimanere scoperti in futuro non è dunque una domanda oziosa quella di chi si chiede come si fa a vedere se ci siano stati versati tutti i contributi. E, in caso, cosa fare se dovessimo scoprire che il datore di lavoro ci ha giocato un brutto scherzo.

Di norma i contributi previdenziali dei lavoratori dipendenti vanno versati all’Inps entro il 16 del mese successivo a quello della paga. Per fare un esempio pratico, entro il 16 giugno per lo stipendio del mese di aprile. Il versamento deve avvenire attraverso il modello F24: l’importo dei versamenti previdenziali viene calcolato in base al numero dei dipendenti assunti e alle loro remunerazioni.

Va detto che non sempre i termini sono rispettati e non mancano i casi in cui i versamenti risultano inferiori a quelli dovuti. Per non parlare dei casi peggiori, quelli in cui i contributi proprio non vengono versati.

Contributi previdenziali, la procedura da seguire per sapere se ce li hanno versati

Come scoprire se l’accredito contributivo è avvenuto in maniera corretta o se invece ci sono stati ritardi o omissioni? La procedura per scoprirlo, in realtà, è piuttosto semplice e accessibile a chiunque. Non dovremo fare altro che richiedere l’estratto contributivo Inps. È del tutto gratuito e si può facilmente ottenere anche online.

Fortunatamente la procedura per verificare la nostra situazione previdenziale e contributiva non è affatto complicata – grantennistoscana.it

All’interno dell’estratto contributivo Inps è contenuta tutta la nostra situazione sotto il profilo previdenziale e contributivo, come risulta dagli archivi dell’ente pensionistico. Nel documento sono elencati in maniera analitica tutti i contributi versati all’Inps per un determinato lavoratore. Potremo trovare non soltanto i versamenti relativi al lavoro dipendente, ma anche gli accrediti della contribuzione figurativa e i versamenti da riscatto.

Attraverso l’estratto contributivo avremo modo di accertarci che i contributi siano stati versati con regolare periodicità da parte del datore di lavoro. Potremo così renderci conto se ci sono discrepanze o vere e proprie omissioni.

Estratto contributivo: chi può consultarlo e come leggerlo

L’estratto contributivo può essere consultato da ogni lavoratore, che può visualizzare il proprio documento tramite il portale dell’Inps dopo essersi autenticato con Spid, Carta di Identità elettronica (Cie) oppure con la Carta Nazionale dei Servizi (Cns). Non è invece più utilizzabile il vecchio Pin Inps, definitivamente abolito a ottobre 2021.


Estratto contributivo Inps: può consultarlo ogni lavoratore – grantennistoscana.it

Per ottenere l’estratto contributivo, volendo ci si può rivolgere anche a degli intermediari abilitati (i patronati ad esempio) oppure, in alternativa, è possibile muoversi anche per via telefonica. Si potrà dunque chiamare un call center da rete fissa (al numero 803 164) o da rete mobile (contattando il numero 06 164 164).

Nell’intestazione dell’estratto contributivo sono presenti i dati anagrafici del singolo lavoratore e quelli relativi ai versamenti contributivi e previdenziali dal 2005 fino ad oggi. Ecco quali sono le informazioni contenute:

  • periodo di riferimento;
  • tipologia di contributi (contributi da lavoro dipendente, commerciante, artigiano, eccetera);
  • giorni, settimane o mesi di contributi pagati e che tornano utili al calcolo della pensione di anzianità;
  • importo della retribuzione (o del reddito) alla quale sono relativi i contributi;
  • informazioni sul datore di lavoro che ha versato i contributi;
  • eventuali note e osservazioni da parte dell’Inps (in caso, ad esempio, di contribuzioni ancora non verificate e validate).

Contributi previdenziali: come sono suddivisi

Dopo l’autenticazione online con le credenziali di accesso, l’utente si vedrà aprire davanti una pagina dove saranno elencate, raggruppate per anno, tutte le denunce contributive presentate dal datore di lavoro (oppure, quando previsto, dal lavoratore stesso). Con un semplice clic sulle singole voci potremo così consultare nel dettaglio la nostra situazione contributiva anno per anno.

Altra cosa da sapere è che nell’estratto contributivo dell’Inps i contributi sono suddivisi in base alle gestioni previdenziali del lavoratore (presenti o passate). Per esempio potremo vedere nel nostro estratto una sezione coi contributi degli iscritti all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) e un’altra riferita invece alla GS (Gestione Separata).

Ecocert: cosa significa e a cosa serve

Fin qui abbiamo parlato dell’estratto conto contributivo e previdenziale, che però è un documento che ha un valore unicamente informativo. Se invece dovesse servirci un documento dal valore certificativo dovremo chiedere l’Ecocert: l’estratto conto certificativo

Ecocert: ecco come ottenerlo – grantennistoscana.it

A cosa serve l’Ecocert? Quando stiamo per andare in pensione, ad esempio, per avere un attestato legale sulla nostra situazione previdenziale e contributiva come risulta dagli archivi Inps. Anche questo documento si può richiedere online, accedendo alla nostra area riservata del portale Inps.

A richiederlo può essere direttamente lo stesso lavoratore oppure la richiesta può passare per un patronato. Potrebbe volerci del tempo per ottenerlo: la risposta infatti non è immediata, i tempi per avere l’Ecocert dipendono infatti da eventuali operazioni di ricongiungimento dei contributi versati nel corso della carriera lavorativa.

Cosa fare se ci accorgiamo che il datore di lavoro non ha versato i contributi

Che fare se dalla consultazione del nostro estratto contributivo dovesse emergere che il datore di lavoro non ci ha versato – o non lo sta facendo – i contributi previdenziali?

Se ci accorgiamo che i contributi non sono in regola abbiamo almeno due soluzioni a disposizione – grantennistoscana.it

In questo caso potremo optare per due tipi di approccio. Un primo scenario è quello delineato da un approccio più duro, diciamo, che consiste nel coinvolgere direttamente l’Inps. Segnalando all’ente previdenziale il mancato – o parziale – versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. L’Inps così attiverà i controlli sui versamenti fatti o omessi dal datore di lavoro, chiamando in causa anche l’Agenzia delle Entrate.

Se dopo i controlli dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate dovesse emergere che il datore di lavoro non ha versato i contributi obbligatori per legge, quest’ultimo si vedrebbe raggiungere da una diffida accertativa, con tanto di sanzione pecuniaria in proporzione all’entità e alla durata dell’omissione nel versamento dei contributi previdenziali. E nel caso in cui il totale dei contributi non versati fosse superiore a 10 mila euro si finirebbe nel penale. Scatterebbero dunque il reato e l’apertura di un procedimento penale ai danni del datore di lavoro.

Se invece volessimo optare per un approccio più morbido, prima di segnalare la cosa all’Inps potremmo sollecitare il datore di lavoro – tramite raccomandata o Pec – a mettersi in regola coi versamenti contributivi. In questo caso sarà meglio però farsi assistere da un legale o dal sindacato. C’è anche la possibilità di seguire una via alternativa che passa attraverso l’attivazione dell’Ispettorato del Lavoro.

Emiliano Fumaneri

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