La vitamina D viene sintetizzata dalla pelle durante l’esposizione al sole. Ecco però quanto tempo è necessario, per farne il pieno
Sebbene la maggior parte delle vitamine essenziali per il corpo siano assunte mediante l’alimentazione e la dieta, ad esempio con il giusto quantitativo di frutta e verdura, la vitamina D invece fa eccezione. Questa viene sintetizzata principalmente mediante l’esposizione ai raggi del sole: si tratta di una molecola presente nel fegato che è essenziale per la crescita, per il tessuto osseo e anche per il sistema immunitario. Ecco però quanta ce ne serve e, soprattutto, per quanto tempo dobbiamo stare al sole.
La vitamina D è una molecola liposolubile molto importante non solo per le funzioni appena citate, ma anche perché favorisce l’assorbimento di calcio, ferro, magnesio, fosfati e zinco nell’intestino, quindi sostiene il benessere denti denti e dello scheletro. Inoltre, contribuisce a una buona salute cardiovascolare e riduce la crescita delle cellule tumorali, riducendo le infiammazioni e sostenendo il buon funzionamento della tiroide.
Insomma, la vitamina D è del tutto essenziale e la sua quantità nel nostro corpo viene misurata attraverso gli esami del sangue. Ecco però per quanto tempo dobbiamo stare al sole per averne una concentrazione sufficiente.
Di tutto il fabbisogno giornaliero di questa importante vitamina, solo una percentuale che oscitta tra il 10% e il 20% deriva dall’alimentazione: principalmente la troviamo nel fegato, nel tuorlo d’uovo e nei pesci grassi come l’aringa, lo sgombro e il salmone.
La maggior parte, infatti, viene formata a livello cutaneo grazie alla presenza di un grasso che, per effetto dell’esposizione ai raggi UVB, viene trasformato. Una volta prodotta passa nel sangue e, mediante una proteina specifica, viene trasportata fino al fegato e quindi ai reni.
Di fatto, quindi, la sola dieta varia ed equilibrata non è sufficiente per avere un quantitativo adeguato di vitamina D e, sebbene in alcuni paesi come gli USA alcuni alimenti ne siano rinforzati, di fatto è necessario esporsi al sole.
La carenza di vitamina D è una condizione piuttosto comune, soprattutto nelle popolazioni dei paesi che hanno poche ore di sole al giorno. I sintomi sono piuttosto silenziosi e si palesano solo quando la carenza è molto grave: dolore alle articolazioni e alle ossa, debolezza e fragilità scheletrica sono i più tipici.
Il deficit, però, può causare anche stati confusionali, difficoltà a concentrarsi, stanchezza ricorrente ed ansia, nonché disturbi del sonno. Di fatto, però, per rendersi conto di esserne carenti molto spesso si devono fare gli esami del sangue: una volta appurata la necessità di integrarla, il medico può suggerire l’assunzione di un farmaco specifico o il cambiamento di alcune abitudini di vita.
Di fatto, non serve trascorrere ore ed ore al sole per consentire alla nostra pelle di sintetizzare un’adeguata quantità di vitamina D. Secondo gli esperti, possono bastare una ventina di minuti per un paio di volte a settimana. Bisogna ovviamente evitare le ore più calde ma, soprattutto, proteggersi sempre con la crema solare: applicarla, infatti, diversamente da molte dicerie comuni non impedisce alla pelle di sintetizzare vitamina D, ma protegge solo dai rischi legati all’esposizione.
Inoltre, non serve per forza mettersi fermi su una sdraio per “prendere il sole” ma è sufficiente passeggiare con una maglietta a maniche corte, oppure fare qualche lavoro di giardinaggio con la pelle esposta.
Eventuali bassi livelli di vitamina D sono stati associati da alcune ricerche scientifiche a diversi tipi di malattie tra cui l’Alzheimer, la sclerosi multipla, il diabete e il cancro e, recentemente, è stata segnalata una possibile correlazione tra la carenza di Vitamina D e le forme gravi di Covid-19. Sintetizzarne una buona quantità è quindi del tutto fondamentale poiché bassi livelli sono dannosi per la salute, fisica e mentale.
Se vivete in zone dove il sole è troppo scarso o se per qualsiasi motivo non vi esponete ai suoi raggi, poiché avete la pelle troppo chiara o per un’altra ragione, parlatene con il vostro medico di fiducia e trovate una soluzione per integrare un’eventuale carenza. Per qualsiasi dubbio o domanda poi chiedete al vostro medico curante
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