Perché il tempo sembra passare molto più velocemente man mano che invecchi

Più andiamo avanti con gli anni, più il tempo sembra andare a mille. Come spiegare questa progressiva accelerazione?

Gli scienziati hanno avanzato diverse teorie per dare ragione di questo strano fenomeno che tutti abbiamo certamente sperimentato nel corso della nostra vita.

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Perché andando più avanti con gli anni il tempo ci sembra accelerare sempre di più? – grantennistoscana.it

«Tempo, tempo: comunque vadano le cose lui passa», cantava Jovanotti. Il tempo è uno dei misteri più profondi che nel corso dei secoli hanno tenuto occupate le menti più acute dell’umanità, da Sant’Agostino a Bergson. Il problema è che il tempo non si limita a passare: anche il suo ritmo cambia.

Per dirla sempre con Jovanotti: «Tempo, quando stai bene lui va via come un lampo». Come spiegare ad esempio che da bambini i giorni sembrano durare settimane mentre adesso, da adulti, accade esattamente il contrario?

Quando eravamo piccoli le settimane che precedevano il compleanno parevano durare mesi. E che dire dell’attesa del Natale? Era interminabile. Per non parlare delle vacanze che ci sembravano infinite. Adesso, all’inverso, le giornate ci sfuggono di mano senza che quasi ce ne accorgiamo.

Se prima le giornate sembravano non passare mai, adesso il tempo sembra volare, come se si fosse trasformato in Flash. In età adulta il ritmo del tempo è decisamente più rapido. E più gli anni passano, più la loro velocità sembra aumentare.

Accelerazione del tempo: cosa dice la scienza

Sempre più veloce, il tempo sembra accelerare con l’età. E lo stesso accade, dice tra gli altri il sociologo Hartmut Rosa, anche per il tempo collettivo: è quella che lui chiama l’accelerazione sociale.

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La scienza ha fornito diverse spiegazioni all’accelerazione del tempo durante il corso della vita – grantennistoscana.it

Insomma, perché tutto sembra andare più di fretta con l’avanzare inesorabile dell’età? Aveva forse ragione il vecchio proverbio latino che ci avvertiva che motus in fine velocior («il moto è più veloce verso la fine»)? Il tempo, man mano che si avvicina la fine, corre più veloce?

Alcuni scienziati hanno cercato di indagare questo misterioso fenomeno. Perché la nostra percezione del tempo è così condizionata – qualcuno si spinge a dire distorta – da una sorta di invisibile pedale dell’acceleratore? Sono state avanzate diverse teorie per trovare una spiegazione a questo fenomeno: c’è chi si è concentrato sul cervello, chi sull’orologio biologico, chi sulla routine quotidiana, chi sulla relatività del tempo in rapporto alle età della vita.

Tempo che vola? È il cervello che invecchia

La nostra strana percezione del tempo ha incuriosito ad esempio Adrian Bejan, professore di ingegneria meccanica presso la Duke University, negli Stati Uniti. Il quale ha cercato di capire meglio, da un punto di vista scientifico, questa curiosa proprietà del tempo. Nel 2019 Bejan ha pubblicato sulla rivista European Review uno studio su questo argomento.

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Una prima teoria tira in causa l’invecchiamento del cervello – grantennistoscana.it

Per l’ingegner Bejan la sensazione del passaggio accelerato del tempo è legata all‘invecchiamento del nostro cervello. Anche lui, come Bergson, distingue tra tempo e durata. C’è il tempo dell’orologio, un tempo esteriore e quantitativo fatto di istanti che si succedono, e c’è il tempo della mente: un tempo interiore che percepiamo in maniera qualitativamente diversa.

Un conto è la cronologia, oggettivamente misurabile; un altro è come percepiamo noi, soggettivamente, la durata del tempo. Il tempo dell’orologio non è la stessa cosa del tempo percepito dalla mente umana.

Ecco perché invecchiando la mente percepisce il tempo in maniera diversa

Questa prima spiegazione è dunque di ordine cerebrale: con l’avanzare dell’età, le reti nervose e neurali del cervello crescono e si fanno più complesse. E con l’aumentare della complessità si produce, in un certo senso, un rallentamento della circolazione delle informazioni che procedono a velocità sempre più lenta. Per semplificare, è come se i segnali elettrici dovessero fare percorsi più lunghi che, con l’invecchiamento, cominciano anche a opporre più resistenza al flusso dei segnali elettrici.

cambia la percezione del tempo con l'età
Invecchiando cambia la percezione del tempo – grantennistoscana.it

Col tempo infatti queste reti vanno incontro al decadimento e degenerando la circolazione delle informazioni rallenta ancor di più. Un po’ come una strada sempre più dissestata che ci fa procedere più lentamente. Ne risulta che col passare degli anni il cervello è sempre meno in grado di elaborare e registrare «immagini mentali», afferma Bejan in un articolo pubblicato sul sito dell’Università di Duke.

«La mente umana – spiega lo scienziato – sente il passare del tempo quando percepisce delle nuove immagini». Ma le persone più anziane ne percepiscono di meno durante la stessa giornata. E dunque «hanno l’impressione che il tempo passi più velocemente». L’esatto contrario di quanto accade nella giovinezza dove i giorni sembravano durare più a lungo perché la nostra mente «riceveve più immagini in una giornata rispetto a un cervello più anziano», conclude Bejan.

E se invece fosse l’orologio biologico a perdere colpi?

Una seconda spiegazione è legata invece al nostro metabolismo. Ad avanzarla è stato Brian Yates, che insegna biologia matematica all’Università di Bath, nel Regno Unito. In un articolo pubblicato sul sito specialistico The Conversation lo scienziato ha sviluppato la sua teoria di un «progressivo deterioramento del nostro orologio biologico, dovuto al naturale rallentamento del nostro metabolismo nel corso degli anni».

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Tempo sempre più veloce: potrebbe essere il metabolismo che rallenta – grantennistoscana.it

Il fatto è, spiega Yates, che «quando invecchiamo, rallentano respirazione e battito cardiaco». Al contrario invece, nei bambini, il cuore batte più veloce e i polmoni sono più attivi. «È questa maggiore intensità dell’attività biologica che dà loro l’illusione di un tempo dilatato». Un tempo che così scorre con maggiore lentezza.

Tempo che si velocizza: colpa della routine?

Altre spiegazioni non sono né di ordine cerebrale né di ordine fisiologico. È sempre Brian Yates a ipotizzare che la dilatazione del tempo in età matura possa essere legata alla routine.

Più cresciamo, più tendiamo a dare un po’ tutto per scontato. Il nostro ambiente diventa un luogo comune, ordinario, già visto. Pensiamo all’ufficio dove lavoriamo tutti i giorni, per anni. Dopo un po’, sottolinea Yates, «non notate nemmeno più i dettagli dei vostri interni o del vostro ufficio». Per un bambino invece «tutto è nuovo e sconosciuto: il mondo è pieno di nuove esperienze da vivere».

Il giovane cervello di un bimbo non smette di riconfigurare le percezioni del mondo esterno. Ed è proprio questa intensa attività della sua psiche, prosegue il biologo, «a dargli l’impressione che il tempo scorra lentamente, mentre per un adulto invischiato nel tran tran quotidiano è il contrario».

La pista della matematica. Della serie: il tempo è relativo

Infine Yates propone un’ultima teoria, basata semplicemente sulla pista matematica o, meglio, sulla relatività. Secondo questa teoria il nostro rapporto col tempo è relativo all’età che abbiamo. Per spiegarla Yates la riassume in questo modo: «Per un bimbo di 2 anni un anno rappresenta metà della sua vita, un fatto che spiega perché la distanza tra due compleanni sembra così lunga a un bambino».

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La nostra percezione del tempo è legata anche alla nostra età biologica – grantennistoscana.it

Più si va in là con gli anni, più questa distanza diminuisce sul piano percentuale: per un bambino di 10 anni l’anno che intercorre tra un compleanno e l’altro è solo il 10% della sua vita totale, una percentuale che per un ventenne scende al 5% e così via. «Ecco perché il tempo sembra accelerare con l’età», afferma lo scienziato. Per parafrasare Andreotti, il tempo logora chi non ce l’ha. O, meglio, chi ne ha sempre meno.

Il tempo è un fuggitivo: meglio non farselo scappare

Che sia colpa del cervello o dell’orologio biologico che perdono colpi, del tran tran quotidiano o degli anni che inevitabilmente si accumulano, una cosa appare certa: il tempo passa in fretta e le cose non migliorano di certo col trascorrere degli anni.

Anche questo lo avevano già capito i latini, col vecchio intramontabile Virgilio: fugit irreparabile tempus, «fugge irreparabilmente il tempo». Ragione in più per non sprecare quello, poco o tanto, che ci rimane. Come dice Gandalf nel Signore degli Anelli. «Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato».

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