Perché tutti si chiedono se il caffè faccia male o meno: lasciamo che risponda chi se ne intende | Lo studio autorevole

Caffè: fa bene o male alla salute? Risponde un autorevole studio scientifico sugli effetti di questa bevanda storica.

Sana o cattiva abitudine bere il caffè? E quanto bisognerebbe consumarne? E fa differenza se è dolce, amaro o con aggiunta di dolcificante? Un’ampia ricerca sulla salute dei consumatori di caffè ha cercato di capirlo.

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Caffè: un toccasana o meno per la salute? – grantennistoscana.it

In Italia il caffè è un rito, quasi una religione, un momento di aggregazione. Dunque non si scherza: il caffè è una cosa seria. Nella Penisola – dove si dice sia apparso per la prima volta in Europa: a Venezia nel 1570 – il caffè è soprattutto cultura e tradizione. Gli italiani ne sono buoni consumatori, anche se non esagerati (4,5 chili pro capite all’anno, poco più di un terzo dei 12 chilogrammi consumati dai finlandesi).

Di questa bevanda antica dove, oltre alla tostatura del chicco di caffè, è fondamentale anche la qualità dell’acqua (che rappresenta il 90% della bevanda), con una temperatura che deve rimanere tra i 93 e 96 gradi pena l’appiattimento dei sentori, gli abitanti del Belpaese sono soprattutto appassionati estimatori.

C’è anche chi – a Napoli ovviamente, una delle capitali italiane del caffè insieme a Torino, Treviso, Trieste, Venezia, Milano – ha proposto di fare del caffè un patrimonio dell’umanità.

Caffè: che effetti ha sulla salute

Come accade anche con altre bevande storiche – vedi il vino e la birra – anche il caffè è oggetto di numerosi studi scientifici che mirano a scoprire se faccia bene o male alla salute, se vada preso con o senza zucchero, quante tazzine ci si possa concedere ogni giorno, ecc. O ancora: è meglio berlo dolce o amaro? Meglio il decaffeinato?

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Quali sono le ricadute del consumo di caffè sulla salute umana? – grantennistoscana.it

In precedenza alcuni studi hanno scoperto che consumi moderati di caffè sono associati a una maggiore longevità e a un’aspettativa di vita più alta. Sono le conclusioni di un’indagine apparsa nel 2022 sull’European Journal of Preventive Cardiology e condotta dai ricercatori del Baker Heart and Diabetes Research Institute, a Melbourne (Australia).

Il team di scienziati ha studiato gli effetti sulla salute del caffè macinato, istantaneo e decaffeinato, cercando di capire come fossero associati i diversi tipi di caffè a aritmie, problemi cardiovascolari e morti. Servendosi dei dati della biobanca britannica, gli esperti hanno studiato un campione di adulti tra i 40 e i 69 anni, confrontando i dati raccolti relativi a 449.563 partecipanti in buona salute.

Cosa dice lo studio australiano sul consumo di caffè

Dopo aver compilato un questionario sui propri consumi di caffè, i volontari sono stati suddivisi e raggruppati a seconda della quantità e del tipo di caffè consumato. Dallo studio è emerso che chi beveva 2-3 tazzine di caffè decaffeinato aveva un rischio di morire per problemi di salute più basso del 14%. Una percentuale che si riduceva ulteriormente (fino al 27%) per i consumatori di caffè macinato. I benefici minori 8-11% di probabilità di morte) sono stati riscontrati tra i bevitori di caffè istantaneo.

Anche il rischio di malattie cardiovascolari è risultato minore nei consumatori di caffè macinato, deca o istantaneo (rispettivamente del 20%, 6% e 9%). Insomma, un consumo moderato di caffè secondo gli autori della ricerca ha un effetto positivo sulla salute. Resta ancora da capire quali tra gli oltre 100 componenti biologici attivi del caffè (il più conosciuto dei quali è la caffeina) siano le sostanze associate a questi benefici.

Un nuovo studio sul caffè amaro, zuccherato o con dolcificante

Altri studi più recenti hanno affinato la ricerca sulle ricadute positive del caffè sulla salute. Le indagini precedenti, come visto, hanno scoperto che consumare caffè è associato a un minor rischio di morte. Senza però distinguere tra caffè non zuccherato, caffè con zucchero o con l’aggiunta di dolcificanti naturali.

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Amaro, zuccherato o con dolcificanti naturali: come è meglio bere il caffè? – grantennistoscana.it

Un interrogativo a cui ha cercato di dare una risposta un vasto studio comparso su Annals of Internal Medicine. Da questa nuova ricerca è emerso che il consumo abituale di caffè riduce la mortalità per tutte le cause, anche se bevuto con zucchero.

Lo stesso effetto positivo sulla riduzione della mortalità è stato riscontrato per ogni tipologia di caffè, decaffeinato incluso. Molto meno netti i risultati nel caso dei consumatori abituali di dolcificanti naturali (peraltro sempre più nel mirino di chi li accusa di potenziali effetti collaterali sulla salute).

I sorprendenti risultati della ricerca cinese sui consumatori di caffè

A condurre lo studio è stato un gruppo di lavoro della Southern Medical University di Guangzhou (Cina). I ricercatori cinesi hanno esaminato le risposte ai questionari di oltre 171 mila persone del Regno Unito che non soffrivano di patologie cardiache o tumorali. I partecipanti erano stati chiamati a rispondere a domande sul proprio comportamento alimentare e sanitario, in modo da capire le loro abitudini sui consumi di caffè.

Per quasi sette anni i ricercatori hanno seguito i partecipanti dello studio e alla fine è risultato che in tutti i consumatori di caffè (amaro o zuccherato) il rischio di morte è di circa il 30% più basso rispetto a chi non consuma per nulla caffè.

Entrando più nel dettaglio, i dati dicono che i partecipanti alla ricerca che in quasi sette anni di osservazione avevano bevuto qualsiasi quantità di caffè amaro (dunque non zuccherato) avevano una minore probabilità di morire (dal 16 al 21%) rispetto ai partecipanti che non consumavano caffè. Mentre chi beveva ogni giorno dalle 1,5 alle 3,5 tazze di caffè zuccherato al giorno – circa 1 cucchiaino di zucchero a tazza – aveva un rischio di morte minore dal 29% al 31% rispetto ai non consumatori della bevanda. Inconcludenti invece i risultati relativi agli effetti sulla salute nei consumatori di caffè con dolcificanti artificiali.

Quando consumare caffè è una buona e sana abitudine

Per i ricercatori cinesi, quindi, consumare una media di 2-4 tazzine di caffè al giorno dovrebbe essere una di quelle buone abitudini per conservare la propria salute. Ad esclusione, come si sa, delle donne in gravidanza o in allattamento, che dovrebbero evitare di bere caffè. Stesso discorso per coloro che soffrono di particolari problemi di salute ai quali il consumo di caffè è stato sconsigliato dal medico o dallo specialista.

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Un moderato consumo di caffè una sana abitudine, dicono gli esperti – grantennistoscana.it

Insomma, casi particolari a parte, la scienza stessa sembra dare il via libera al consumo di caffè, confermando che anche per la salute questa bevanda è benefica. Le minacce, per il caffè, sembrano venire piuttosto dai cambiamenti climatici.

Un rapporto del Christian Aid prospetta infatti scenari preoccupanti per l’industria del caffè. C’è il rischio che entro il 2100 i mutamenti del clima riducano di oltre la metà la terra disponibile per le coltivazioni di caffè. Si parla di una perdita del 54,4% della terra adatta alla coltivazione del caffè, un problema che colpirà soprattutto l’Africa.

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