Un farmaco capace di sconfiggere tutti i tumori, senza più bisogno di lunghe e dolorose terapie: la novità sconvolge il campo medico!
Alzi la mano chi, anche “solo” indirettamente, non è stato toccato da un dramma come la diagnosi di un tumore. In ogni famiglia ci sono casi del genere, senza distinzioni di sesso, classe sociale ed età, e purtroppo spesso non sono storie a lieto fine. Non a caso si continua a parlare di “male del secolo“.
La scienza e la medicina hanno fatto molti passi avanti nel corso degli ultimi decenni, sia sul fronte della prevenzione che a livello di trattamenti, ma siamo ancora lontani dall’aver vinto la battaglia contro quel nemico oscuro e insidioso chiamato tumore. O forse no, dopo il recente annuncio di un’équipe di ricercatori americani. Vediamo insieme cosa hanno scoperto.
Come detto, la lotta a tutto campo contro i tumori è uno dei più grandi obiettivi che la scienza si è posta e ha perseguito in questi ultimi decenni. Non si contano le ricerche e gli studi, conclusi e in fieri, volti proprio a cercare una soluzione efficace a una malattia apparentemente invincibile. In effetti, le nuove tecniche e i nuovi farmaci frutto delle continue sperimentazioni hanno contribuito a ridurre drasticamente la mortalità in pazienti affetti da tumore e a migliorare nettamente le loro aspettative di vita. E ora potremmo riuscire a stroncare completamente questa patologia.
Un farmaco in grado di eliminare tutti i tumori. Non è più solo la pia illusione di chiunque abbia a che fare con il cancro, bensì è quanto hanno scoperto i ricercatori della City of Hope, una delle più prestigiose organizzazioni di ricerca e cura del cancro negli Stati Uniti. I quali starebbero sperimentando una pillola capace di sconfiggere tutti i tipi di cancro, senza distinzioni di sorta.
Il farmaco in questione, per il momento sperimentato solo sugli animali, permetterebbe di correggere “l’errore” che sta all’origine della formazione delle neoplasie. Scopriamo come.
L’incoraggiante ricerca, pubblicata sulla rivista Cell Chemical Biology, è il primo frutto di venti anni di serio e indefesso lavoro degli scienziati. E potrebbe aprire scenari davvero inediti nella lotta ai tumori. La prodigiosa pillola è stata testata in laboratorio su 70 diverse cellule tumorali, comprese quelle derivate dal cancro al seno, alla prostata, al cervello, alle ovaie, al collo dell’utero, alla pelle e ai polmoni. E la notizia straordinaria è che si è rivelata efficace contro tutte le neoplasie. Come funziona?
La pillola si basa su una molecola contrassegnata dal nome in codice AOH1996 che, in poche parole, prende di mira una proteina, l’antigene nucleare cellulare proliferante (PCNA), il quale favorirebbe la crescita e la moltiplicazione delle cellule maligne presenti in un organismo. La PCNA è sempre stata considerata una proteina non controllabile, e invece i ricercatori della City of Hope hanno scoperto che è vero il contrario. I primi test hanno dato loro ragione. La molecola ha effettivamente impedito alle cellule con DNA danneggiato di dividersi, bloccando in tal modo la replicazione del DNA difettoso. In sostanza, la molecola ha ucciso tutte le cellule tumorali bloccandone la replicazione.
I ricercatori protagonisti di questa fondamentale scoperta hanno paragonato il farmaco a «una tempesta di neve che chiude un hub aereoportuale chiave, bloccando tutti i voli in entrata e in uscita solo su aerei che trasportano cellule cancerogene». Lo studio è ancora nella Fase 1, per cui la sperimentazione è stata circoscritta agli animali. Proprio in questo momento si sta passando alla fase successiva, quella sugli esseri umani. La speranza di ricercatori e pazienti è naturalmente che i risultati siano confermati, a dimostrazione della validità del farmaco.
Nell’ipotesi migliore – quella di un esito in linea con le aspettative – si potrebbero ipotizzare diversi approcci terapeutici. «Ora che conosciamo l’area problematica e possiamo inibirla – hanno spiegato i ricercatori – indagheremo più a fondo per comprendere il processo per sviluppare farmaci antitumorali più personalizzati e mirati». Il farmaco si chiamerà proprio AOH1996, in memoria di Anna Olivia Healy, una bambina morta nel 2005 a soli nove anni per un tumore infantile. La dottoressa Linda Malkas, che ha coordinato la ricerca, aveva incontrato il suo papà poco prima che morisse ed è stata ispirata dalla storia della piccola paziente. Questa sì che sarebbe una storia a lieto fine.
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