Il futuro che si prospetta riguardo all’igiene intima è abbastanza inquietante: presto dovremo scordarci l’uso della carta igienica.
La transizione green ci sta lentamente portando verso nuovi comportamenti e modi di vivere. Ormai tutti hanno imparato a risparmiare energia, a fare le lavatrici di notte, e persino a farsi una doccia più corta. In arrivo però ci sono altre novità, e una di queste riguarda la pulizia intima dopo la “puntatina in bagno“.
L’inquinamento di tutto il Pianeta è arrivato ormai a livelli insostenibili, ed è impellente fare qualcosa per invertire la rotta. Tra le tante cose che inquinano c’è anche l’amatissima carta igienica, qualcosa che tutti noi diamo per scontata e senza la quale ci troviamo in difficoltà.
In effetti questo strumento di pulizia è altamente inquinante, e per realizzare i morbidi rotoli si spreca una quantità insostenibile di alberi. Per capire la portata dell’impatto ambientale della toilette paper basta fare una breve ricerca in rete: in media ogni persona ne usa 4 chili all’anno, un qualcosa come 170 rotoli. L’emissione di anidride carbonica è pari a 2,5 chili – sempre a persona – e lo spreco di acqua è pari a quasi 6 mila litri.
Le aziende che producono la carta igienica poi, utilizzano energia e soprattutto elementi chimici e inquinanti. Alcuni di essi sono classificati come “eterni“, ovvero non verranno mai smaltiti dall’ambiente. Dunque dovremmo davvero smettere di usare questo strumento di pulizia, anche se al momento le alternative non sono affatto allettanti, anzi.
Negli ultimi tempi il problema dell’uso della carta igienica è stato sollevato anche per quanto riguarda la salute umana.
Come detto poco sopra, i morbidi strappi non sono propriamente puri come vorremmo; si è scoperto che la carta igienica è contaminata da PFAS, sostanze sulle quali solamente da poco si sta studiando l’effetto nocivo sulla salute. Possono causare vari tipi di cancro se il contatto è prolungato nel tempo. Consideriamo che gli PFAS sono praticamente ovunque, persino nell’acqua che esce dal rubinetto e possiamo comprendere quanto rischiamo.
I rotoli di carta igienica profumata, poi, andrebbero evitati “come la peste”; anche in questo caso esponiamo la delicata pelle delle parti intime a sostanze chimiche irritanti e potenzialmente dannose per la salute.
Un noto medico che pubblica interessanti post informativi sui Social ha poi aperto una vera e propria campagna contro la carta igienica. Secondo lui, l’uso continuativo, ovvero lo strusciamento quotidiano, causa danni alla pelle e in molti soggetti può innescare ragadi, emorroidi e altri tipi di infiammazioni/infezioni.
A maggior ragione, poi, se usiamo la carta igienica di bassa qualità/riciclata. Chi l’ha provata, fosse anche solo per risparmiare, si è ben presto reso conto di quanto i fogli “grattino” le parti delicate.
In teoria, difficile non concordare con quanto affermato poco sopra: dovremmo fare a meno della carta igienica per più di un valido motivo.
E poi basta rifletterci un attimo: in fondo, prima che la inventassero come facevano le persone? Il pensiero che scaturisce cercando di rispondere non è dei più invitanti, e dobbiamo ammetterlo. Una volta abituati al comfort difficilmente riusciremo a usare… foglie di fico o simili.
Ovviamente c’è chi ha già pensato a delle alternative: un’invenzione recente ha avuto un successo enorme durante la pandemia, quando le persone – chissà poi perché – oltre a fare scorta di pasta riempivano i carrelli con gli amati rotoli. Anche se il fenomeno si è verificato per lo più negli States, c’è da rifletterci su.
In Italia siamo fortunati perché abbiamo il bidet nei nostri bagni; in America, dove notoriamente questo sanitario esiste solo nei bagni di lusso, nel 2020 andarono a ruba i water con doccino. Immaginando come potrebbe essere utilizzare questo accessorio forse in molti storceranno il naso.
Attualmente alcune aziende stanno cercando di inventare della carta igienica idrosolubile, proprio come per gli assorbenti igienici per il ciclo mestruale, ma l’idea più disgustosa arriva da alcuni “influencer“.
La proposta è quella di usare dei rotoli fatti di “pezze” in tessuto lavabile, invece che di carta usa e getta. Una volta usata la pezza, la si ripone in un contenitore e quando se ne accumulano un numero sufficiente si lavano in lavatrice.
Questa soluzione è considerata molto “green” ma forse andrebbe detto che a livello igienico non è proprio il massimo. Lo stoccaggio delle pezze inevitabilmente produrrà triliardi di batteri e odori nauseabondi, sebbene chiuse in un contenitore. Poi per lavarle e disinfettarle dovremmo usare cicli di lavaggio a 90 gradi, con uno spreco immenso di energia.
Dunque forse la soluzione ottimale è quella di usare il caro, vecchio bidet, quell’accessorio che abbiamo in bagno e che probabilmente abbiamo sottovalutato da troppo tempo.
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