I futuri genitori non conoscono i nomi che non sono possibili dare al bambino secondo la legge italiana: ecco cosa è consentito e cosa no.
Il momento che precede la nascita di un figlio è denso di emozioni per i futuri genitori, non solo per la futura mamma, che vive la gravidanza in prima persona, ma anche per il papà. È più che normale in quella fase sognare, cercando di capire come potrà essere il bimbo/a fisicamente e non solo, ma anche provare a immaginare come possa essere il rapporto che può nascere con lui/lei. Allo stesso tempo, è altrettanto naturale possa esserci il timore di non essere all’altezza, specialmente se si è alla prima esperienza. Non ci si deve sentire sbagliati per questo, anzi.
Sono in tanti a poter avere tante idee anche sui possibili nomi da dargli/le, anzi questo può essere spesso motivo di discussione in coppia se uno dei due può avere idee differenti. È bene però sapere che ci sono anche dei vincoli ben precisi da rispettare secondo quanto stabilito dalla legge italiana se non si vuole andare incontro a inconvenienti.
Nomi da dare a un bambino: attenzione ai concetti di “ridicolo” e “vergogna”
È più che naturale da parte di due futuri genitori prendere in esame alcuni nomi da dare al figlio che possano essere originali, in modo tale da evitare di puntare su quelli che possono essere stati scelti da amici e parenti. La legge parla però chiaro: non è possibile scegliere qualcosa che sia considerato ridicolo o vergognoso, concetti che è però bene specificare per non incorrere in fraintendimenti.
Il parere finale spetta all’Ufficiale dell’Anagrafe a cui ci si rivolge per denunciare la nascita, che dovrà stabilire se possa esserci qualcosa non ritenuto idoneo. Questa idea non è stata comunque specificata nel dettaglio, ma non consentito qualcosa che possa essere considerato dispregiativo sul piano fisico, no quindi a “Gobbo” o “Guercio”, ma anche ad appellativi che possono rimandare a personaggi famosi discutibili, quali Bin Laden, Adolf Hitler, Yack the Ripper o Ponzio Pilato.
Alcuni decidono di ereditare un nome che è già di un parente, ma anche qui è bene precisare. La situazione può essere diversa se tra i nomi scelti ci sono quelli di mamma e papà: non è possibile dare lo stesso se sono viventi, nemmeno se seguiti da una caratteristica tipica di film e telefilm americani, ovvero “Junior” o Jr. È possibile comunque supplire a questo inconveniente mettendo un secondo nome. Non è inoltre consentito nemmeno dare un nome di donna a un uomo e viceversa. L’unica eccezione è data dal nome “Maria” a un maschio, ma solo come secondo nome.
Andrea e non solo: altri dubbi comuni
Non sono pochi i genitori che vorrebbero chiamare Andrea una bambina, come accade spesso all’estero, anche se da noi rientra tra i nomi tipicamente maschili. A riguardo nel 2012 si è espressa la Cassazione dando parere favorevole. Questo, infatti, non è ritenuto un nome eccentrico, né ridicolo, né ormai lede la dignità della persona. È quindi consentito anche a una coppia italiana dare un nome straniero, scritto scritto con i caratteri del nostro alfabeto, comprese le lettere J, K, X, Y, W.
Oggi è inoltre permesso anche scegliere tra i nomi quelli di una località geografica, nonostante in passato fosse vietato. È il caso di Asia, Europa, America, ma anche dei nomi di derivazione geografica, quali Romano, Germano o Italia.
È inoltre stato stabilito un limite che è importante rispettare: un bambino non può avere più di tre nomi, che possono essere separati da virgola o meno. Nel primo caso nei documenti ufficiali è possibile inserire solo il primo, altrimenti ci si deve firmare con tutti e tre.