Carrello della spesa sempre più caro. Alcuni prodotti alimentari saranno difficili da acquistare. Ecco quali sono e perché.
Fare la spesa nel 2023 non è affatto semplice. I beni di prima necessità, anche se supportati da sconti e agevolazioni, costano sempre di più. Alcuni prodotti alimentari, per quanto cari, si fanno fatica a comprare. Lo scoppio della guerra in Ucraina ha, nel corso di un anno, fatto crescere l’inflazione e quindi il costo della vita, pesando sui portafogli delle famiglie anche fino a 400 euro in più all’anno per la sola spesa alimentare. La situazione non va migliorando neanche tra aprile e maggio, infatti secondo l’Osservatorio di Italmercati – la rete nazionale dei mercati all’ingrosso – in tutta la penisola sono stati registrati aumenti di prezzi.
A essere maggiormente colpiti in questi mesi sono i prodotti alimentari quali frutta e verdura. Migliore la situazione nelle Regioni e nelle città del centro e del sud Italia, ma non è detto che il mancato aumento non subisca presto un’inversione. Il motivo dietro il fenomeno inflazionistico dei prodotti alimentari è il caro energia, che costa ai supermercati in primis e di conseguenza pesa anche sulle tasche dei clienti.
Quali prodotti alimentari si fa fatica a comprare? Frutta e verdura le più care
Ci sono dei prodotti alimentari che, più di altri, hanno visto il loro prezzo crescere. Si tratta in particolare del settore agroalimentare, con frutta e verdure alle prime posizioni. È bastato confrontare il prezzo di peperoni e melanzane del 2022 con quelli registrati nei primi mesi del 2023 per riconoscere un aumento del +10%. Anche il prezzo di zucchine e pomodori hanno visto un aumento del +35%.
Ci sono invece dei prodotti alimentari che, dopo un’impennata del costo per colpa di gelate e coltivazioni danneggiate – rispettivamente +175% per i finocchi e +32% per i carciofi – hanno visto il prezzo diminuire in maniera considerevole. Anche i prodotti ittici sono arrivati a costare in media 10-20% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Proprio per questo le associazioni di categoria si sono convinte che è sui prodotti alimentari come frutta e verdura che è necessario agire. Soprattutto perché sono questi i prodotti alla base di un’alimentazione sana ed equilibrata. Vedremo se nelle prossime settimane e mesi la situazione tornerà a normalizzarsi o se gli squilibri portati dai vari fattori sopra menzionati continueranno ad influire in maniera negativa sulle tasche degli italiani.