Prodotti preconfezionati, può essere modificata la data di confezionamento?

Leggere le etichette alimentari ci permette di essere più consapevoli di quello che mettiamo sulla tavola per noi e le nostre famiglie.

Le etichette, presenti su ogni prodotto alimentare confezionato, forniscono dettagli preziosi sulla composizione, i nutrienti e gli ingredienti presenti nel cibo che consumiamo. Alcune volte, però, non tutte le informazioni che forniscono sono chiare. Le date presenti sulle confezioni, ad esempio, sono tra i fattori che causano maggiore confusione.

cosa significano la data di scadenza e di confezionamento
Quando i prodotti presentano due date, spesso una è quella di scadenza e una è quella di confezionamento (Foto Ansa) – grantennistoscana.it

L’etichettatura dei prodotti alimentari in Italia rispetta le norme europee attualmente in vigore. Queste norme sono parte di un sistema rigoroso volto a proteggere i consumatori e a consentire loro di effettuare acquisti consapevoli. Ogni etichetta deve fornire informazioni complete sul prodotto che si sta acquistando. In Italia, l’etichettatura dei prodotti è regolamentata dal D.Lgs. n. 109 del 27 gennaio 1992, che si basa sulle Direttive CEE n. 89/395/CEE e 89/396.

Tra le altre cose, la normativa italiana vieta pratiche ingannevoli o fuorvianti nell’etichettatura degli alimenti. È vietato fornire informazioni false o ambigue, creare un’illusione di qualità superiore o nascondere la vera natura del prodotto. Vediamo meglio come sono fatte le etichette e i dettagli a cui prestare più attenzione per non essere tratti in inganno.

Cosa deve contenere un’etichetta alimentare?

Prima di tutto, è necessario indicare la denominazione di vendita, ovvero il nome con cui il prodotto viene commercializzato. Inoltre, l’etichetta deve riportare l’elenco degli ingredienti, in modo da informare chiaramente il consumatore su ciò che contiene il prodotto. È un dettaglio particolarmente importante per coloro che hanno allergie o intolleranze alimentari.

Deve essere indicata anche la quantità netta del prodotto. Nel caso di prodotti preconfezionati in quantità costanti, viene specificata la quantità nominale. Per le bevande con un contenuto alcolico superiore al 1,2% in volume, l’etichetta deve indicare il livello alcolometrico effettivo.

Le modalità di conservazione e utilizzo devono essere indicate qualora siano necessari accorgimenti particolari a causa della natura del prodotto. Se necessario, anche le istruzioni per l’uso devono essere incluse sull’etichetta.

cosa c'è scritto sulle etichette dei prodotti
È importante imparare a leggere le etichette dei prodotti per fare acquisti più consapevoli (Foto Ansa) – grantennistoscana.it

Anche il lotto di appartenenza del prodotto deve essere specificato sull’etichetta. Questo consente di identificare il prodotto in caso di necessità, ad esempio per richiami o reclami.

Infine, uno degli aspetti più importanti: la data di scadenza, che deve essere chiaramente indicata per i prodotti deperibili dal punto di vista microbiologico. Questo aiuta i consumatori a valutare la freschezza e la durata del prodotto. È inoltre necessario fornire la sede dello stabilimento di produzione o confezionamento. Vediamo meglio questi ultimi due aspetti, che dal punto di vista della salute del consumatore sono indubbiamente i più importanti.

Data di scadenza: come interpretare le scritte sull’etichetta

Quando si parla di data di scadenza, i consumatori hanno sempre molti dubbi. Non è raro trovarsi nella condizione di aprire lo scaffale, tirare fuori un alimento e leggere che è scaduto da poco. A quel punto, la domanda è sempre la stessa: “posso mangiarlo comunque?“. La risposta, però, dipende dalle situazioni.

Prima di tutto, è necessario sottolineare che sulle confezioni degli alimenti possono esserci due diciture apparentemente simili, ma che in realtà hanno significati profondamente diversi: alcuni prodotti presentano la definizione “da consumarsi preferibilmente entro il…“, mentre altri recitano “da consumarsi entro il…“. L’aggiunta del proverbio “preferibilmente” implica due condizioni molto diverse:

  • Se un prodotto va “consumato preferibilmente entro una certa data“, significa che entro quel termine le sue proprietà nutritive e la sua qualità saranno ai massimi livelli. Dopo quella data, il prodotto sarà comunque commestibile e, al massimo, si potrà notare un calo della qualità e del gusto. In ogni caso, non sarà nocivo per la nostra salute. È il caso della pasta, delle spezie e, in generale, dei prodotti poco deperibili.
  • Se invece un prodotto “va consumato entro una certa data“, significa che trascorso il termine indicato si rischia di mangiare un alimento potenzialmente dannoso per la salute umana. È il caso dei formaggi, della carne e di tutti gli altri prodotti deperibili.
quando un prodotto scaduto è pericoloso
È importante interpretare bene quello che c’è scritto sull’etichetta per capire se un prodotto è nocivo per la nostra salute (Foto Ansa) – grantennistoscana.it

Va specificato che alcuni prodotti non sono sottoposti all’obbligo di riportare la data di scadenza sulla propria etichetta. Ad esempio, frutta e verdura (che il consumatore può capire da solo quando non è più il caso di mangiarli), prodotti da forno o pasticceria (che sono destinati ad essere mangiati in giornata o nei giorni immediatamente successivi), caramelle, sale e zucchero.

Su alcune confezioni, tuttavia, quella di scadenza non è l’unica data a comparire: è presente anche la data di confezionamento. Vediamo di cosa si tratta.

Cosa è la data di confezionamento?

La data di confezionamento non è una delle indicazioni obbligatorie previste dalla legge. I rivenditori possono scegliere di inserirla come informazioni aggiuntiva, ma si tratta, appunto, di una scelta.

Questo secondo tipo di data è spesso riportata sulle confezioni di prodotti a base di carne. Questi alimenti, infatti, vengono spesso preparati al banco del supermercato e viene aggiunta la data del giorno in cui sono stati confezionati per rendere più consapevole il consumatore di quello che sta comprando. Tuttavia, questa informazione non ha nulla a che fare con la sicurezza del prodotto. La valutazione sulla qualità e sulla commestibilità del prodotto deve essere valutata basandosi esclusivamente sulla data di scadenza, che deve sempre essere presente.

cosa significa la data di confezionamento sui prodotti
Le confezioni di carne sono quelle che più frequentemente riportano la data di confezionamento (Foto Ansa) – grantennistoscana.it

Recentemente, il quotidiano “Il Fatto Alimentare”, che da anni si occupa giornalmente di informare i consumatori su tematiche relative all’alimentazione e alla sua sicurezza, si è occupato di un caso molto particolare: il cambio della data di confezionamento su un prodotto già confezionato.

Come spiegato dagli esperti, cambiare la data di confezionamento di un prodotto non rappresenta una pratica illegale, semplicemente perché non è un requisito di legge indicare questo tipo di data. Questo però non toglie che è una pratica commerciale scorretta, perché inganna il consumatore e gli fa pensare di avere in mano un prodotto diverso da quello che effettivamente compra.

Nel caso della carne, la pratica commerciale scorretta può influenzare l’acquisto perché i consumatori sono più inclini a comprare prodotti recentemente confezionati rispetto a quelli preparati nei giorni precedenti. In ogni caso, è qualcosa di cui ci si può lamentare con gli addetti alla vendita, ma non è una situazione che costituisce un reato.

Gestione cookie