La manovra di Bilancio ha introdotto la possibilità di incassare 3.000 euro in più oltre al reddito di cittadinanza, lo sapevi?
Scopriamo in cosa consiste la bella novità che in estate potrà rendere la vita più facile a diverse famiglie.
Come si sa il reddito di cittadinanza è ai titoli di coda. A partire dal primo gennaio 2024 la misura di sostegno al reddito, storico cavallo di battaglia dei Cinque Stelle, scomparirà. Al suo posto il governo Meloni – da sempre ostile al sussidio – ha introdotto l’assegno di inclusione.
Poche misure negli ultimi anni hanno diviso animi e schieramenti politici come il reddito di cittadinanza. Pochi dubbi al riguardo. Il fronte dell’opinione pubblica si è spaccato in pro-RdC e anti-RdC. Coi primi, favorevoli al reddito, a difenderlo come misura di equità sociale. Presentandolo come l’ancora di salvezza in grado di mantenere a galla chi ha poche alternative dal punto di vista economico.
Insomma, una misura antipovertà per contenere il disagio sociale delle fasce più povere della popolazione. Tutt’altra narrazione invece arriva dalla sponda dei contrari, gli anti-RdC, criticissimi verso un provvedimento accusato di fomentare la disoccupazione incentivando, anziché la ricerca di un posto di lavoro, la pigrizia e l’ozio dei fannulloni.
Andare a lavorare senza perdere il reddito di cittadinanza? La novità introdotta dal governo
In effetti a portare acqua al mulino dei nemici del reddito di cittadinanza c’è il fatto che a prenderlo ci sono anche i soggetti giovani – e anche meno giovani visto che per la normativa tali sono considerati tutti quelli che hanno tra i 18 e i 59 anni di età. Tutti soggetti che a detta dei critici potrebbero tranquillamente lavorare, invece che poltrire grazie al reddito.
C’è da dire che le particolarità delle regole del sussidio permettono di alimentare sia l’una che l’opposta narrazione dando man forte, un po’ a turno, alla prima come alla seconda teoria. Aiuto ai più poveri o succosa opportunità per gli scansafatiche? Al solito in Italia tutto viene trasformato in un derby da stadio, impedendo così un confronto autentico. Ma tant’è. Comunque sia, con la manovra di Bilancio l’esecutivo a guida Fratelli d’Italia ha cambiato le carte in tavola al sussidio per la residua durata della misura di sostegno.
Tra le novità introdotte c’è anche quella che qui ci interessa: quella che permette di lavorare pur continuando a percepire ugualmente il reddito di cittadinanza.
RdC, si può campare con 500 euro al mese?
Da quando è nato il sussidio – nel 2019 – il tetto massimo del reddito di cittadinanza si attesta sulla soglia dei 780 euro: è questo il massimo importo erogabile, dato che 780 euro è appunto la soglia della povertà calcolata. Cifre che fanno riferimento a una persona singola perché il rdc poi sale, fino a oltrepassare ampiamente il tetto dei mille euro, a seconda di come è composto il nucleo familiare e alla scala di equivalenza. In sostanza, più numerosi sono i membri del nucleo familiare – in particolare se minori o invalidi – più si prende.
C’è però da tener presente che dei famosi 780 euro solo 500 rappresentano l’integrazione al reddito: 280 euro infatti vanno soltanto al singolo che vive in una casa in affitto, e per di più soltanto in presenza di un contratto d’affitto che sia stato regolarmente registrato. E siamo sinceri: cosa si può fare oggi, oltretutto dopo i rincari degli ultimi tempi, con 500 euro al mese? Ben poca cosa.
Appare dunque evidente che un singolo percettore del reddito di cittadinanza, soprattutto se giovane e in grado di lavorare, avrà bisogno di integrare in qualche modo la magra entrata. Possiamo dire che proprio i 500 euro sono un esempio da manuale di quel che si diceva prima. Ovvero un punto giocabile a sfavore di tutte e due le teorie sul reddito di cittadinanza.
Ai pro-RdC si potrebbe obiettare che 500 euro non sono poi tutto questo grande aiuto per uscire da una condizione di povertà. D’altro canto proprio l’esiguità di questa cifra non foraggia nemmeno la tesi degli anti-RdC, per i quali 500 euro spingerebbero i percettori del sussidio a scansare il lavoro.
Reddito di cittadinanza, come arrotondarlo di 3.000 euro
Come detto la legge di Bilancio ha ritoccato il reddito di cittadinanza apportandogli delle modifiche. In primo luogo il legislatore ha cominciato a guardare con occhio diverso le famiglie senza minori, disabili e over 60 al loro interno, distinguendole nettamente rispetto alle famiglie dove queste categorie sono presenti. Questo proprio nell’ottica di impedire che l’aiuto alla povertà si trasformi in un disincentivo alla ricerca di un posto di lavoro.
Ma non solo: il governo ha anche introdotto la possibilità di andare comunque a lavorare, in particolare durante la stagione estiva, senza vedersi togliere il reddito di cittadinanza. Una decisione che fa il paio con la penuria di personale lamentata da tempo dalle strutture del turismo – dove in diversi affermano di essersi trovati davanti candidati che hanno rifiutato il posto per non perdere il benefit. Perciò l’esecutivo ha pensato di permettere al percettore del reddito di lavorare in estate, fino al tetto massimo di 3.000 euro di stipendio, senza vedersi tagliare il reddito di cittadinanza.
Infatti fino alla novità introdotta dal governo il maggior reddito da lavoro andava a pesare notevolmente (all’80%) sull’importo del sussidio. In soldoni il reddito da lavoro durante l’estate si traduceva in una sforbiciata per il beneficio. Un taglio che poteva portare anche a farlo perdere del tutto. Diversi percettori dunque preferivano non accettare proposte di lavoro stagionale finendo anche, nell’ipotesi peggiore, per andare a lavorare in nero. Adesso invece i lavoratori stagionali potranno continuare a percepire il reddito di cittadinanza a condizione che dal lavoro stagionale non incassino più di 3.000 euro lordi.