Reperibilità sul lavoro: devono pagarti il danno biologico | Quanti soldi devi avere

Cosa succede qualora vengano richiesti al lavoratore un numero eccessivo di turni di reperibilità? La Cassazione si è chiaramente espressa a tal proposito, sciogliendo ogni dubbio

Certamente nel corso dei propri turni di lavoro occorre dare il massimo, operare con concentrazione e determinazione per raggiungere gli obiettivi che l’azienda ed il datore di lavoro si sono prefissati. Ciò però non deve andare a discapito del riposo, ovvero del tempo che deve essere dedicato al recupero delle energie per poter poi riprendere a lavorare con la giusta ‘carica’. Si tratta di un aspetto della vita di ogni lavoratore che deve essere tenuto in considerazione e la cui valenza è equivalente al monte ore settimanalmente dedicate all’attività lavorativa.

Troppi turni di lavoro, quali conseguenze
Cosa rischia un datore di lavoro per eccesso di turni di reperibilità (grantennistoscana.it)

Cosa significa? Che occorre fare chiarezza, a livello normativo, qualora il titolare di un’impresa vada a richiedere al lavoratore un numero elevato di turni di reperibilità che vanno a compromettere le possibilità di riposarsi e di dedicare parte del proprio tempo alla vita privata e personale. Cosa prevedono le norme in tal senso? Quali sono, cioè, i limiti legati alla quantità di lavoro e i diritti legati al tempo dedicato al riposo?

Turni di reperibilità al lavoro eccessivi, quali conseguenze? Lo stabilisce la Cassazione

Ebbene sulla questione esiste una linea ben precisa, dettata dalla Corte di Cassazione che si focalizza proprio sul ‘legittimo diritto al riposo’, ovvero il tempo che garantisca benessere e salute mentale e fisica. Ed anche ai casi nei quali i turni di reperibilità vadano ad interferire con esso, impedendo al dipendente di staccarsi completamente dal lavoro. Si tratta di un tema di non poco conto dal momento che la Cassazione ha stabilito senza mezzi termini che l’imposizione di troppi turni debba portare il datore di lavoro al risarcimento del lavoratore.

Diritto al riposo da lavoro: la sentenza della Cassazione
Cosa ha deciso la Corte di Cassazione sul diritto al riposo del dipendente (grantennistoscana.it)

La sentenza è piuttosto recente dal momento che la relativa ordinanza è la 21934/2023. Per arrivare a questo risultato è stato esaminato il caso riguardante il ricorso di un tecnico specializzato dell’Asl: l’operatore aveva subito un numero eccessivo di turni di reperibilità, il tutto in maniera costante. Andando di fatto a violare il “diritto del lavoratore al riposo e alla vita personale”.

La Cassazione ha cioè rilevato che questa imposizione abbia costituito, di fatto, “un’interferenza illecita nella sfera giuridica inviolabile del dipendente”; ricordando quanto indicato sia nella direttiva 2002/88/CE delle fonti eurounitarie sia nell’articolo 2 della Costituzione. Il riposo è dunque importantissimo, non solo per trascorrere un periodo di tempo fisicamente assente dalla sede di lavoro ma anche per poter staccare mentalmente dall’attività lavorativa.

Troppo lavoro, cosa rischia il titolare e quali tutele per il dipendente

Essere costantemente a disposizione del titolare non consente, infatti, di raggiungere un completo riposo. Si rischiano così danni alla personalità morale, la compromissione della qualità di vita e del benessere psicofisico del lavoratore. Come stabilito dalla Corte di Cassazione, il lavoratore non è tenuto a dover fornire una prova documentale del danno subito; è sufficiente infatti il carico di disponibilità legato ai troppo turni di reperibilità per rappresentare una violazione del diritto alla vita personale e al riposo. Il conseguente danno biologico non necessita dunque di prova alcuna.

Risarcimento lavoratore per eccesso turni di reperibilità
Il datore di lavoro rischia un’azione legale (grantennistoscana.it)

Il ‘risarcimento’ non è quantificabile ma la pratica può originare un’azione legale volta al risarcimento del danno biologico. Che, in virtù della sentenza della Cassazione, porterà il lavoratore a far valere i suoi diritti ed ottenere le dovute spettanze; contribuendo di fatto ad una mutazione delle scorrette pratiche lavorative di alcune aziende. Questo perché i diritti costituzionali dei lavoratori italiani sono tutelati dalla sentenza stessa; ed inoltre il diritto ad un periodo minimo per il riposo sia giornaliero che settimanale è ben definito nella direttiva 2003/88/CE, quale forma di preservazione della salute e della sicurezza dei lavoratori.

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