Qual era il prezzo del gas prima che scoppiasse il conflitto tra Russia e Ucraina? Ecco alcune ragioni dietro agli aumenti.
Il gas ha ancora un prezzo elevato, che corrisponde al quadruplo in confronto a un anno fa. Tuttavia, c’è da notare che un anno fa, ossia il 23 febbraio 2022, prima che la Russia invadesse l’Ucraina, il prezzo era a 87,5 €/MWh e il 7 marzo era addirittura attivato a costare 345 euro.
È trascorso un anno dal conflitto e, secondo Pierre Andurand, uno dei businessman più autorevoli nel settore energetico, la Russia avrebbe perso il conflitto riguardo l’energia. Intervistato dal Financial Times, Andurand ha spiegato che a suo dire, il peggio sarebbe ormai alle spalle per l’Europa in merito alle tariffe del gas.
Il trader, dopo aver ottenuto incassi record negli anni della pandemia, ha detto di aver chiuso ogni posizione nel mercato del gas. Quest’ultimo, tra l’altro, dopo un picco di 300 euro per megawattora ad agosto, ora è calato a una cifra inferiore a 60 euro. Ciò va a cambiare tutto per gli Stati Ue riguardo l’economia.
Secondo Andurand, le tariffe alte di gas naturale e della luce in Europa erano un problema per l’economia mondiale, ma ora sono di nuovo ragionevoli. Se rimarranno su questi livelli, di conseguenza, si ridurranno anche i timori inerenti inflazione e tassi di interesse. Questo perché l’Europa si è abituata a non usufruire del gas russo, quindi a detta del trader non avrebbe necessità di tornare sui suoi passi.
E ancora, il businessman francese afferma che a suo dire, Putin avrebbe sbagliato a togliere l’esportazione di gas in Europa nel 2022, in quanto, anche se è riuscito per un certo periodo a far crescere i prezzi, non avrebbe considerato un dettaglio. Quale? Il fatto che gli acquirenti si sono adattati.
Al quotidiano inglese, Andurand ha spiegato che secondo lui, il presidente russo ha fatto «un enorme errore di calcolo su chi avesse il potere di influenzare l’Europa, così come ha sbagliato a calcolare come l’Ucraina avrebbe reagito e l’Occidente sarebbe stato unito. La Russia ha perso per sempre il suo più grande cliente e ci vorrà almeno un decennio per realizzare un numero sufficiente di gasdotti per reindirizzare le vendite di gas verso l’Asia».
Attualmente, il gas è in calo perché le temperature sono state più miti rispetto al solito, sono state usate fonti alternative di energia come eolico e nucleare. Inoltre, famiglie e aziende si sono sforzate di risparmiare sui consumi di energia. Intanto, l’Europa sta cercando in Qatar e Oman per rimpiazzare il gas russo. Vedremo che cosa succederà nei prossimi mesi.
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