Stanno arrivando negli ultimi giorni multe molto più salate rispetto al passato, tutto a causa di un nuovo sistema.
Nelle prossime settimane c’è il rischio di veder lievitare gli importi delle multe fino a 15 euro in più. Un’operazione che sta rivoluzionando il sistema di notifica delle comunicazioni sarebbe alla base dei rincari. Le associazioni a tutela dei consumatori insorgono in previsione delle ulteriori spese che dovranno essere affrontate dai cittadini. Antitrust e Codacons lanciano l’allarme: “aumenteranno i costi a carico dei contribuenti”.
Una strategia spinta da motivazioni funzionali ed economiche andrà a togliere somme importanti dalle tasche degli italiani. Un nuovo sistema che snellirà le procedure e ridurrà parte del carico burocratico. Da un lato si cerca di abbattere l’ammontare totale dei costi ma dall’altro c’è la possibilità che società ed enti locali approfittino della situazione, sfruttando una zona grigia del sistema.
“Ogni ente locale agisce secondo la propria piena discrezionalità e gli abusi in molti casi sono evidenti”, le parole del presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui consumatori, Simone Baldelli, che già nel 2022 aveva richiesto chiarimenti in merito alla questione. Ma cosa sta succedendo realmente? Facciamo il punto.
Nasce INAD e arrivano le prime polemiche
Grazie al nuovo Indice Nazionale dei Domicili Digitali sarà possibile ricevere comunicazioni dalla Pubblica Amministrazione direttamente sulle caselle di posta certificate. L’intento è quello di risparmiare sui costi di spedizione aggirando completamente i servizi postali. Tuttavia, in queste settimane c’è chi ha visto aumentare esponenzialmente importi di multe e servizi.
Ad oggi gli italiani che sono dotati di Pec sono 14,4 milioni ma grazie anche alla nascita di INAD il numero è destinato a crescere. L’utilità è oggettiva: niente più code e attese interminabili agli uffici pubblici o negli uffici postali, gli avvisi della PA potranno essere visionati comodamente da casa o sui dispositivi mobili, basterà avere accesso alla propria mail certificata.
Chiunque potrà consultare l’indice, come specificato nella nota introduttiva apparsa sul portale dell’Agenzia per l’Italia digitale. Si legge che gli enti “che devono inviare comunicazioni aventi valore legale al cittadino utilizzeranno l’indirizzo di posta elettronica certificato registrato sull’indice”. È chiaro, si tratta di un servizio assolutamente facoltativo, se decideremo di voler continuare a ricevere comunicazioni cartacee allora basterà non comunicare il proprio indirizzo.
Quali tipi di documenti potranno essere coinvolti? Parliamo di accertamenti, sanzioni amministrative, detrazioni d’imposta, rimborsi fiscali e tanti altri. L’obiettivo è anche quello di evitare ritardi e mancate consegne, che si è notato essere molto frequenti. Non solo, perché verrà utilizzata meno carta e si faciliterà l’accesso per gli utenti. La questione ambientale è stata particolarmente decisiva, soprattutto se consideriamo l’impatto dell’operazione.
È stata la Società italiana di medicina ambientale (Sima) a dare un ulteriore semaforo verde per INAD. Le parole del presidente Alessandro Milani a riguardo sono chiare: “La dematerializzazione degli atti inviati dagli enti locali ai cittadini, a partire dalle multe stradali, avrà un effetto enorme sull’ambiente e sulla spesa pubblica”. E poi illustra i risultati delle ricerche condotte.
“Se ognuno degli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici impiegati in Italia evitasse di consumare 500 fogli all’anno, l’utilizzo di carta calerebbe di 8.142 tonnellate, parliamo di 122mila alberi salvati ogni anno, oltre 3,5 miliardi di litri di acqua che non va sprecata. Per non parlare poi del consumo energetico nazionale che sarebbe pari a 62 milioni di Kwh in meno”. Ciononostante, pare stiano sorgendo problemi legati alla trasparenza degli enti.
Codacons e Antitrust lanciano l’allarme: “Attenzione ai rincari per colpa di INAD”
Saranno ancora una volta i cittadini a pagare le conseguenze? Stanno arrivando segnalazioni da ogni parte d’Italia su rincari immotivati. I comuni che non fanno più affidamento sui guadagni provenienti dal servizio postale potrebbero compensare aumentando gli importi, come ad esempio sta succedendo sui verbali delle sanzioni stradali. I costi di accertamento infatti sarebbero aumentati esponenzialmente: fino a 15 euro in più su ogni avviso, ha fatto notare l’Antitrust.
Nel 2022 Simone Baldelli attraverso la Commissione parlamentare di inchiesta sui consumatori, di cui è presidente, aveva aperto un’indagine a riguardo: “Sui costi di accertamento delle multe stradali non esistono al momento criteri oggettivi di quantificazione fissati dal legislatore. Perciò gli enti locali stanno seguendo la propria discrezionalità e non sono mancati gli abusi”. Non solo perché altre spese inaspettate potrebbero spuntar fuori, questa volta legate ai servizi di posta elettronica certificata.
Qui è il Codacons ad alzare la voce e sottolinea come la nascita di INAD creerà più di qualche grattacapo per i consumatori: “Con il nuovo indice digitale tantissimi cittadini vorranno dotarsi di Pec. Questo cosa comporta? Che le società che forniscono questo servizio vedranno aumentare la domanda e cercheranno, com’è naturale, di incrementare gli introiti. Bisogna monitorare le tariffe attentamente nei prossimi mesi perchéi costi per i clienti potrebbero essere gonfiati”.