Sono tante le scadenze fiscali da saldare entro il mese di aprile: ecco un riassunto per non rimanere indietro con i pagamenti.
Il mese appena iniziato è un mese pieno di scadenze che riguardano il nostro rapporto con il Fisco: ecco così che sul calendario vanno sicuramente le solite scadenze, adempimenti e versamenti. Un’attenzione che dovranno prestarla i sostituti d’imposta ma anche per chi ha deciso di lavorare con la partita iva. In più, a fine mese, il 30 aprile, partirà la stagione della dichiarazione dei redditi precompilata, ma anche quella dei modello 730 e modello Redditi 2023, per i redditi accumulati nel 2022.
Il 30 aprile terminerà anche il termine per consegnare la domanda sulla rottamazione delle cartelle che si riferiscono al periodo 1° gennaio 2000-30 giugno 2022. Questa scadenza assume una rilevanza fondamentale per chiunque abbia un rapporto di lavoro: privati, imprese individuali, società, professionisti, ecc. C’è da evidenziare che coloro che vogliono depositare la domanda sulla rottamazione delle cartelle hanno da tenere a mente che è possibile farlo entro l’ultimo giorno del mese. Questa imposizione nasce dal dettato della legge n° 197/2022, la Legge di Bilancio per il periodo del 2023. La scadenza è di natura perentoria: superato il termine indicato dalla legge, non si potrà più aderire alla rottamazione delle cartelle e si perderà il diritto.
Superato questo giorno, non è più possibile aderire alla definizione agevolata. Come accade per la maggior parte delle domande, ormai, può essere presentata solo on line, anche senza credenziali SPID, CIE o CNS. Una volta che è stata inviata la domanda, l’Agenzia delle entrate-riscossione, darà seguito sull’avanzamento della procedura con una tempistica già definitiva: il 30 giugno. In questa data l’Agenzia delle Entrate comunicherà i debiti ammessi alla procedura. L’Agenzia metterà in evidenza anche qualora il soggetto sia stato ammesso solo in parte rispetto al monte debiti totale.
Scadenze fiscali di aprile: cosa non bisogna dimenticare per non finire nei guai
Ma le scadenze viaggiano non solo verso la fine del mese ma se ne registrano diverse anche a metà. Ad esempio, non varia l’individuazione delle date per quanto riguarda il versamento di Irpef sui redditi di lavoro dipendente che sono stati corrisposti nel mese scorso, quindi marzo.
Il pagamento di quest’ultimi deve essere realizzato con il modello F24 assegnando i seguenti codici tributo. Sono tre in particolare: 1001, quando si hanno ritenute su retribuzioni derivanti da pensioni, trasferte, mensilità aggiuntive e conguaglio; 1002, per ciò che riguarda ritenute su emolumenti arretrati; 1012, infine, per le ritenute su indennità per cessazione di rapporto di lavoro.
La palla passa poi ai committenti, i quali entro il 17 aprile devono effettuare il pagamento sui redditi da lavoro autonomo che sono stati pagati nello scorso mese di marzo 2023. In questo caso, il codice tributo da inserire nel modellino F24 sarà diverso: 1040. Sempre entro il 17 aprile, in riferimento all’anno di imposta appena trascorso, deve essere pagato il versamento della seconda rata del saldo IVA.