Polemiche furenti in occasione del Roland Garros, torneo Atp ed evento tra i più importanti dell’anno a Parigi: cos’è successo davvero?
Il torneo del Grande Slam di Parigi – il secondo della stagione tennistica 2023 – si accinge alla sua conclusione non senza qualche sorpresa. La principale ha sicuramente riguardato la vittoria di Djokovic sul numero 1 della classifica Atp Carlos Alcaraz. Lo spagnolo ha finito il duello con l’ex numero 1 nel peggiore dei modi, rimediando un infortunio. Domenica ci sarà la finalissima tra il fenomeno serbo e il giovane talento danese Casper Ruud.
Nel singolare femminile nessuna grossa sorpresa rispetto alle aspettative, la testa di serie numero uno del tabellone (nonché attuale numero 1 al mondo della classifica WTA), la polacca Iga Swiatek ha regolarmente raggiunto la finale senza troppi problemi e si giocherà il titolo contro la numero Karolina Muchova.
La sorpresa c’è stata invece nel doppio maschile ed è una che fa sorridere il movimento tennistico italiano. Lorenzo Sciahbasi e Gabriele Vulpitta hanno raggiunto a sorpresa l’ultimo atto del torneo, imponendosi sui favoriti della specialità. Ciò che fa piacere è che si tratta di due giovanissimi che devono ancora compiere la maggiore età.
Lorenzo è nato a San Benedetto del Tronto nel Novembre del 2005, mentre Vulpitta il 25 giugno dello stesso anno. I ragazzi giovano sia in singolo che in doppio e potrebbero rappresentare una piacevole costante per gli anni a venire.
Tuttavia in queste ore si sta parlando poco o nulla dei risultati sportivi per via di una polemica sorta a margine dell’importante torneo parigino. La polemica è stata sollevata dalla sindacalista Sophie Binet, la quale ha approfittato della popolarità del torneo per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni lavorative sfavorevoli e degradanti delle hostess che svolgono un ruolo importante durante il torneo francese.
Come sicuramente saprete quello delle hostess e degli steward è un lavoro di assistenza al cliente (in questo caso spettatore) che ha però una componente relativa all’immagine dell’evento stesso. La figura in sé è dunque legata a doppio filo allo stereotipo della bellezza estetica e dunque per certi versi foriero di discriminazione estetica.
Per ottenere un ruolo di questo tipo bisogna avere determinate caratteristiche fisiche, sia che tu sia un uomo sia che tu sia una donna. Già da questo punto di vista potrebbe essere considerato un lavoro discriminatorio.
Sophie Binet, tuttavia, si è concentrata sul regolamento del Roland Garros, sottolineando come le regole estetiche per le donne siano decisamente restrittive e sessiste. L’uomo infatti deve regolare la barba (non può essere più lunga di 5 mm), non avere piercing e tatuaggi visibili. Per le donne le regole sono molte di più e sono decisamente più specifiche: le hostess devono sempre avere un trucco leggero ma resistente alle intemperie, devono utilizzare la lacca per i capelli e devono avere ascelle e gambe sempre depilate.
Le regole per le hostess riguardano anche l’abbigliamento. A queste è data la possibilità di scegliere tra un abitino corto Lacoste, oppure una polo e dei pantaloncini corti dello stesso brand (un vestiario tipico per questo genere di eventi e sport). Inoltre devono sempre avere il primo bottone della polo o dell’abito sbottonato.
La sindacalista francese spiega come le regole di abbigliamento e di presentazione estetica facciano parte di un modo di pensare maschilista, volto a rendere le ragazze semplici statuine che si trovano all’evento per farsi vedere e ricevere le attenzioni degli uomini. Binet spiega come molte delle regole ferree a cui si devono sottoporre sono contrarie alla tipologia di lavoro che devono svolgere: ad esempio l’obbligo di indossare scarpe con il tacco va contro al fatto che queste per caratteristica di mansione debbano stare tutto il tempo all’impiedi e camminare molto.
Ma questo sarebbe il minimo, spiega la sindacalista: “Alcune hostess mi hanno raccontato che a volte le costringevano a indossare camicette trasparenti, molto rossetto, molto trucco. La loro professionalità viene negata rinchiudendole in un ruolo di ‘statuine’“. I problemi non riguardano solo le regole sessiste, le molestie, i commenti sessisti e le aggressioni sessuali vere e proprie che sono costrette a subire, ma anche un mancato riconoscimento delle qualità professionali che contraddistinguono il ruolo.
La Binet spiega infatti: “Sono lì per essere calme, educate, sapersi orientare e reagire in caso di problemi di sicurezza: hanno tutte una professionalità non riconosciuta e mal remunerata. C’è ancora molto da fare su questo tema“.
La questione non riguarda ovviamente il solo Roland Garros, ma tutte le manifestazioni sportive e fieristiche in cui le hostess assumono il medesimo ruolo. Si tratta di un problema sociale e del mondo del lavoro diffuso, a cui bisogna porre rimedio al più presto per conferire dignità e giusta remunerazione a questa figura professionale.
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