La registrazione delle telefonate è sempre più semplice con alle app dei nostri smartphone. Ci sono però situazioni in cui non è legale farlo.
La registrazione delle telefonate è diventata un argomento di grande interesse nella nostra società sempre più connessa. Ci sono diversi motivi validi per cui molte persone scelgono di registrare le proprie conversazioni telefoniche. Uno dei principali è la necessità di avere una prova concreta di ciò che è stato discusso durante la conversazione.
Molte volte, quando si tratta di questioni legali, contrattuali o dispute di vario genere, la registrazione delle telefonate può diventare un mezzo fondamentale per dimostrare ciò che è stato detto. Questo può essere particolarmente utile quando le parole pronunciate durante una chiamata hanno un impatto significativo sugli accordi presi o sulle decisioni da prendere.
Tuttavia, è importante sapere che la registrazione delle telefonate deve essere effettuata nel rispetto delle leggi e delle normative in materia di privacy e sicurezza. Vediamo cosa prevede la legge italiana in materia.
Si può registrare quello che dice una persona senza il suo consenso?
In linea generale, la legge italiana stabilisce che non è reato registrare quello che dice un’altra persona. Che la conversazione avvenga dal vivo o attraverso un telefono, la Suprema Corte afferma che chi parla davanti ad altre persone accetta di essere registrato. Chi ascolta, invece, per legge non ha l’obbligo di mantenere segreto quello apprende dalla conversazione.
Il segreto sui fatti altrui appresi in via confidenziale vale solo per le professioni sottoposte al segreto professionale, quindi operatori medici, i professionisti legali e sociali e le figure religiose. Questo significa che se due persone (non obbligate per legge al segreto professionale) parlano, a prescindere dal loro rapporto e dal tema della conversazione, registrare una conversazione non è un reato.
Ci sono chiaramente delle eccezioni a quanto appena riportato.
Ad esempio, non si può registrare quello che dice una persona quando si trova all’interno della sua proprietà privata, quindi della sua casa o del suo condominio. In questo caso, anche se si è legittimamente ospiti della persona in questione, registrare quello che dice è un reato. In tutti gli altri luoghi, pubblici o privati che siano, le registrazioni sono permesse.
Si può registrare una chiamata senza il consenso dell’interlocutore?
Questo divieto di registrare all’interno delle abitazioni private vale però solo ed esclusivamente per le conversazioni a voce. Per quanto riguarda le conversazioni al telefono, la legge stabilisce che è sempre legale registrare una telefonata, anche senza il consenso dell’altra persona e a prescindere dal luogo in cui avviene.
Anche nel caso della registrazione di una telefonata, ci sono delle precisazioni da fare. Sebbene in linea generale sia sempre possibile registrare una conversazione, è necessario che la persona registrata sia consapevole della presenza di chi registra, anche se non è consapevole del fatto che sta registrando. Questo principio si traduce nel fatto che chi registra deve partecipare attivamente alla conversazione.
Una persona che non è a conoscenza della presenza di un’altra, infatti, può lasciarsi andare a confessioni che diversamente non farebbe e questo, per la giustizia italiana, non è ammissibile e quindi registrabile.
Questo principio ha diverse implicazioni. La prima è che è possibile registrare solo una chiamata a cui si partecipa. Una persona che registra di nascosto una chiamata tra due altre persone sta commettendo un reato.
Allo stesso modo, non è possibile registrare una conversazione tra due persone di cui anche solo una è inconsapevole. Non si può, cioè, decidere di “incastrare” una terza persona con l’aiuto di un complice.
Cosa fare con la registrazione di una chiamata?
Se si registra una chiamata, in genere, è perché la si vuole usare come prova in qualche tipo di dissidio con persone con cui abbiamo rapporti. E in effetti, a livello legale non è possibile usare le chiamate per scopi diversi dalla tutela dei propri diritti.
In ambito lavorativo, ad esempio, registrare una chiamata con i datori di lavoro o con i colleghi è severamente vietato a meno che non sia fatto per tutelare i propri diritti. Ad esempio, difendersi in sede di accusa.
In generale, se si decide di usare una registrazione in modo diverso da una prova (come ad esempio i casi in cui la si voglia diffondere online) si rischia di commettere il reato di diffamazione. Le registrazioni delle telefonate possono essere fatte ascoltare solo alle autorità pubbliche e non ad altri comuni cittadini.
Cosa si rischia quando si registra una telefonata in maniera illegale
Se si registra una chiamata in maniera scorretta, cioè una chiamata a cui non si partecipa in maniera attiva, si rischia di commettere un’invasione e una lesione della privacy altrui. Sebbene il reato possa essere di poca gravità, si rischia comunque di essere denunciati dalla vittima, di doverla risarcire e di doversi tenere la fedina penale sporca.
Il rischio più pesante – sebbene appunto reati di questo tipo vengono solitamente assolti per la tenuità del fatto – è quello di incorrere in un periodo di reclusione, dai 6 mesi ai 4 anni.
Infine, vale la pena specificare che tutto quanto detto in precedenza vale allo stesso modo per le videochiamate.