Serie A e l’accordo che non c’è: per i diritti tv ancora non si è trovata la soluzione tanto desiderata. Un passaggio di vitale importanza!
I tempi cambiano, il mondo cambia e come si può pretendere che non cambi il calcio. Per oltre un secolo le rigide regole del gioco più seguito del mondo sono rimaste immutabili, come conservate gelosamente all’interno di una teca dorata chiamata tradizione.
Il Football è nato in Inghilterra, il paese delle tradizioni ferree, che non vengono, né possono essere, intaccate dal tempo. Ma nel corso degli ultimi decenni qualcosa è cambiato. Perfino qualche regola basilare è stata cervelloticamente modificata come, ad esempio, il portiere che non può più toccare con le mani il pallone in caso di retropassaggio da parte di un compagno.
Con l’andare degli anni, il calcio è diventato sempre meno sport e sempre più spettacolo. Le società calcistiche si sono lentamente trasformate in qualcosa di paragonabile alle case di produzione cinematografiche hollywoodiane. Al loro interno non sono stati più sufficienti i ruoli di presidente o di direttore sportivo.
Sono nate figure espressamente relegate al marketing, con il compito preciso di far conoscere, apprezzare, a livello globale, il “brand”, al fine di incamerare denari. Perché se ormai il calcio è diventato uno spettacolo a 360°, i suoi protagonisti sono ancor più gli attori principali del grande evento.
E come il mondo del cinema ha insegnato, i grandi attori, coloro che assicurano al botteghino, e non soltanto, introiti milionari devono essere pagati. E tanto. Ecco quindi la caccia sempre più disperata alla ricerca di nuovi fondi in grado di coprire spese che soltanto qualche anno prima non sarebbero state nemmeno immaginabili.
Lo “spettacolo” calcio
Il calcio, che si è trasformato in spettacolo, con i suoi protagonisti che si sono evoluti in divi ricchi e famosi come i loro omologhi del cinema, ha ora anch’esso vitale bisogno di una visibilità che vada oltre il tradizionale stadio.
E se il Cinema ha il Grande schermo ecco che per il Calcio ha deciso di scendere in campo il Piccolo schermo. È una rivoluzione copernicana. Da quel momento tutto è cambiato. Da quel momento la televisione “ha acquistato il calcio“, ne ha fatto qualcosa di suo.
Il calcio come i film del lunedì, il quiz del giovedì o il varietà del sabato. Ora lo sport più amato dagli italiani è diventato come un qualsiasi programma televisivo. Ora va inserito nei palinsesti televisivi nei giorni e negli orari più attraenti. Si è sciolta, dinanzi al dio denaro, anche la regola numero uno, ovvero che le partite vanno disputate tutte nello stesso giorno ed alla stessa ora. Almeno dovrebbero.
Addio contemporaneità, addio tradizione. Lo spettacolo calcio ha però i suoi costi. Elevati. E per uno spettacolo di qualità sempre maggiore, con gli interpreti migliori del mondo, i club hanno bisogno di tanti soldi per poter sostenere costi sempre maggiori. Le televisioni conoscono bene la situazione e per questo hanno messo in campo enormi risorse per le società al fine di migliorare sempre più il prodotto offerto ai telespettatori.
I diritti televisivi sono diventati, negli ultimi due decenni, un ossigeno vitale per i club e quando è giunto il momento della vendita di tali diritti alle tv, il mondo delle società di calcio si è mobilitato come non mai, dal momento che da quei denari dipende la sua sussistenza.
Serie A e l’accordo che non c’è
Sono state rese note le offerte per i diritti televisivi della Lega di Serie A a partire dal 2024. Le cifre non sono affatto soddisfacenti.
Forse qualcuno ha pensato che l’aver portato tre formazioni italiane in finale nelle tre competizioni europee, formazioni italiane peraltro uscite tutte sconfitte, avesse regalato al massimo campionato italiano un lustro paragonabile alla ricchissima Premier League inglese. L’apertura delle buste e l’ufficialità delle cifre offerte per lo spettacolo Serie A, hanno fatto cadere qualcuno dal pero.
Le offerte sono tutte inferiori al minimo previsto, indicato nel bando della Lega, ovvero di 1,15 miliardi di euro a stagione a partire dal 2024/2025. La Rai non ha presentato nessuna offerta, mentre Amazon si è parimenti sfilata provocando una reazione di malcelata delusione.
In campo, per i diritti tv del calcio sono rimasti, pertanto, Sky e Dazn, ovvero chi è già in possesso dei diritti per il triennio 2021-2024, ai quali si è aggiunta la novità Mediaset, che vorrebbe una gara da trasmettere in chiaro. L’Assemblea della Lega di Serie A non ha, ovviamente, accettato queste proposte e adesso si avvierà una fase di trattative private.
La data è quella del 26 giugno. Sul tavolo tante opzioni, diversi giochi ad incastro che vedranno protagonisti Sky, Dazn e Mediaset. L’obiettivo dichiarato dell’Assemblea della Lega di Serie A è arrivare, come obiettivo minimo, a raggiungere un miliardo di euro a stagione, superiore ai 927,5 milioni attuali.
Sullo sfondo, ormai da anni, vi è sempre il progetto, mai realizzato, di un canale della Lega. Ipotesi affascinante, non priva di rischi e che rappresenta, più che un piano B, una sorta di ultima spiaggia per salvare il salvabile di uno spettacolo-calcio che da troppi anni vive troppo al di sopra delle proprie possibilità.