Si può essere licenziati per un’Ave Maria? Ecco l’assurda storia che arriva dall’Italia

L’Ave Maria è una parte della nostra storia, della nostra cultura, un gesto d’amore verso la Madre di Dio. Certo, c’è anche chi non è cristiano e va rispettato, ma pensare di essere licenziati per una preghiera pare eccessivo.

La notizia ha fatto il giro del web, creando non poche polemiche anche se moderate come accade sempre da parte del mondo cattolico quando accade qualcosa che non è in linea con il suo pensiero.

rosario preghiera
Licenziata per un’Ave Maria (GranTennisToscana)

La storia che vi stiamo per raccontare ha abbastanza dell’incredibile e lascia tutti senza parole. Si tratta di una notizia che potrebbe creare un precedente pericoloso e che lascia allibiti considerando quelli che sono i problemi del nostro paese e non legati di certo a questo contesto, ma andiamo a vedere cosa è accaduto.

Licenziata per un Rosario

La storia che vi raccontiamo oggi è accaduta a Oristano, come riportata dal Corriere della Sera, e parla di una professoressa di nome Marisa Francescangeli di 58 anni. La donna è stata sospesa dalla scuola primaria di San Vero Milis per aver fatto recitare ai bambini della sua squadra il Padre Nostro e l’Ave Maria. Era il 22 dicembre scorso e ai bimbi era stato fatto inanellare un piccolo rosario fatto con piccole perline. Due mamme però non hanno gradito quanto accaduto e dunque si sono rivolte per protestare nei confronti del preside.

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Si può essere licenziati per una preghiera? (GranTennisToscana)

L’ufficio scolastico provinciale ha dunque deciso per la sospensione dell’insegnante per venti giorni con anche la riduzione dello stipendio. Il provvedimento è stata notificato alla donna all’inizio di marzo. La donna ha specificato che però la vicenda non terminerà in questo modo anche perché non si sente di aver portato dalle mancanze importanti e che vive in un incubo. Ha così specificato che sarà fatto ricorso.

Alcune mamme la difendono

Molte mamme però si sono schierate al fianco della donna perché hanno specificato che non erano state interpellate per quanto accaduto e hanno pensato che la punizione potesse essere eccessiva soprattutto perché arrivata dopo un processo sommario. L’insegnante ha specificato a L’Unione Sarda: “Quel giorno sostituivo un mio collega assente, ho realizzato con i ragazzini il rosario e poco prima di uscire abbiamo detto il Padre Nostro e l’Ave Maria. Nelle mie classi tutti gli scolari, con il consenso dei genitori, partecipano all’ora di religione. Ma stavolta due mamme non erano d’accordo e si sono rivolte al dirigente scolastico. Sono stata convocata per incontrarle e mi ero persino scusate, ma evidentemente non è stato sufficiente”.

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