Il tecnico dell’Inter che si gioca la vittoria della Champions 2023, Simone Inzaghi, pare abbia un discreto patrimonio immobiliare.
La stagione calcistica si è quasi conclusa. La serie A è terminata con la vittoria meritata del Napoli di Spalletti, la qualificazione in Champions di Inter e Milan e quella a sorpresa della Lazio di Maurizio Sarri. Questa è stata anche la stagione dello scandalo Juve e della penalizzazione che ha di fatto influito sull’andamento della corsa Champions e sui risultati finali.
Questo però è anche stato l’anno di Simone Inzaghi. Il tecnico emiliano è stato spesso criticato per via di un andamento altalenante in campionato, al punto che a metà stagione si pensava potesse essere esonerato. Poi però è arrivato il successo in Supercoppa, l’approdo alla finale di Champions League, la qualificazione alla prossima Champions e la vittoria della Coppa Italia. Successi che hanno portato a 4 i trofei vinti in 2 anni dall’allenatore interista (anche l’anno scorso aveva vinto Supercoppa e Coppa Italia) e che potrebbero arricchirsi con il trofeo più ambito.
Appuntamento con il destino per Simone Inzaghi
Sabato 10 giugno l’Inter si gioca la possibilità di vincere la più importante competizione europea per club. Un traguardo inatteso e che non veniva raggiunto dall’ormai lontano 2010, anno in cui l’Inter di Mourinho vinceva il triplete (Scudetto, Coppa Italia e Champions League). Anche solo il raggiungimento della finale è bastato per tramutare la percezione della seconda stagione di Inzaghi (fallimentare in campionato), anche perché questo è arrivato battendo il Milan in semifinale.
I favori dei pronostici sono tutti rivolti al Manchester City di Pep Guardiola. Non vi è dubbio infatti che la squadra britannica sia stata costruita per vincere il massimo trofeo europeo per club e che la qualità e l’ampiezza della rosa a disposizione del tecnico catalano siano superiori a quelle che possiede Simone Inzaghi. Tuttavia il risultato è tutt’altro che scontato.
Nelle partite secche non sempre conta la forza di una squadra. Molto fanno determinazione, condizione mentale e atletica, approccio tattico alla partita, fortuna negli episodi e aspettative. Il City è obbligato a vincere e non farlo verrebbe considerato un fallimento, l’Inter ha già raggiunto l’obiettivo massimo e potrebbbe accontentarsi di una sconfitta onorevole. Partire da sfavoriti potrebbe essere un vantaggio, poiché in caso di vittoria si tratterebbe di una grande impresa, in caso di sconfitta di una logica conseguenza.
La sliding door per il tecnico dell’Inter
Inutile negare in ogni caso che quella di sabato sia un’occasione incredibile per Simone Inzaghi. Vincere la Champions League da “underdog” porrebbe la sua carriera sotto un’altra luce e aprirebbe una nuova pagina del suo percorso professionale, ponendolo nell’elite degli allenatori europei.
Fino ad oggi la carriera sulla panchina di Inzaghi è stata promettente, ma gli è sempre mancato l’acuto per farla diventare eccezionale. Negli anni alla Lazio, il tecnico ha strabiliato per la qualità del gioco che faceva esprimere alla sua squadra, ma anche per la capacità di ottenere il massimo da una rosa non di primissimo livello. Sono arrivati alcuni trofei (due Supercoppa Italia e una Coppa Italia), ma è mancato il successo in campionato.
In alcune stagioni, soprattutto quella 2019/2020, sembrava che la Lazio di Inzaghi potesse giocarsela per lo scudetto, ma puntualmente arrivava il calo fisico e di risultati. Tutti erano concordi nell’attribuire questo calo ad una rosa inadatta al compito per lunghezza e qualità, ma la cosa si è ripetuta anche in questi due anni sulla panchina dell’Inter, anni in cui di fatto aveva a disposizione se non la migliore una delle migliori squadre del campionato.
Vincere dunque la Champions League da un lato confermerebbe che Inzaghi è un fenomeno nella gestione e nella preparazione delle partite secche, degli scontri diretti, ed un mago delle coppe. Dall’altro gli conferirebbe maggiore sicurezza e gli toglierebbe di dosso l’etichetta dell’eterno incompiuto e di sconfitto nelle competizioni di maggiore pregio.
Il patrimonio immobiliare di Simone Inzaghi
La sconfitta non segnerebbe in ogni caso la fine della carriera da allenatore di Simone Inzaghi, il quale è ancora molto giovane ed ha davanti tanti anni per provare a vincere qualcosa di importante. Le ultime due stagioni hanno d’altronde dimostrato che se hai idee e qualità, prima o poi i risultati arrivano: sia Spalletti che Pioli avevano sempre fallito il bersaglio grosso e adesso sono gli ultimi due tecnici ad aver vinto il campionato.
Qualora però Simone decidesse di dire addio al calcio perché troppo stressato dalle aspettative e dalle pressioni eccessive di questo mondo, potrebbe comunque dedicarsi a tempo pieno ad un’attività che negli anni ha cominciato a portare avanti con discreto profitto. Non molti sanno infatti che il tecnico dell’Inter ha investito in questi anni molto sul mattone insieme all’azienda di famiglia e che già oggi dispone di un cospicuo patrimonio immobiliare.
A svelare i dettagli di questa attività extra campo è stato il quotidiano ‘Il Tempo’. Dalla visura catastale è emerso che Simone è co-proprietario insieme al fratello di ben tre ville a Rottofreno, provincia di Piacenza, da 30 vani e dotate di garage da 100 metri quadrati. Non è un caso che i fratelli Inzaghi abbiano investito proprio a Rottofreno, visto che è da lì che è cominciata la loro carriera calcistica.
L’attuale tecnico dell’Inter è anche proprietario di un appartamento signorile da 8 vani nel pieno centro di Roma, città che è stata casa sua per oltre un decennio. Inoltre è proprietario al 48% (percentuale pari a quella del fratello Filippo) della società di famiglia Fil-Sim Sport, di cui i genitori dei due tecnici possiedono il 4%.
Non è insolito che i calciatori investano fuori dal mondo del calcio durante i loro anni da professionisti. Le carriere infatti sono brevi e per quanto si possa guadagnare bene, bisogna trovare uno sbocco alternativo. Per lui non sarebbe stato necessario, visto che sta dimostrando molto talento come allenatore ed ha davanti a sé una carriera luminosa, tuttavia ha voluto assicurarsi un paracadute nel caso in cui le cose fossero andate male.